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{{DISPLAYTITLE:Procedura di smontaggio di una Parker Vacumatic}}
 
{{DISPLAYTITLE:Procedura di smontaggio di una Parker Vacumatic}}
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Spesso e volentieri, quando si acquista una [[Vacumatic]], è necessario smontare la penna, ad esempio per sostituire il diaframma interno che con il tempo e l'azione dell'inchiostro si solidifica; non è un'operazione particolarmente difficile, ma neanche immediata, che richiede qualche attrezzo particolare.  
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Spesso e volentieri, quando si acquista una [[Vacumatic]], è necessario smontare la penna, ad esempio per sostituire il diaframma interno che con il tempo e l'azione dell'inchiostro si solidifica. Non è un'operazione particolarmente difficile, ma neanche immediata, e richiede qualche attrezzo particolare. Nel testo ed in alcune fotografie sono stati indicati i nomi dei particolari <u>anche</u> in lingua inglese al fine di facilitare una eventuale ricerca di informazioni/ricambi sul web.  
 
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Nel testo ed in alcune fotografie sono stati indicati i nomi dei particolari ''anche'' in lingua inglese al fine di facilitare una eventuale ricerca di informazioni/ricambi sul web.  
      
Anche se il [[Caricamento#Vacumatic|caricamento Vacumatic]] esiste in tre versioni, la procedura di smontaggio rimane tuttavia la stessa: in questa pagina verrà utilizzata una Parker Vacumatic prodotta in Canada e dotata di caricamento "[[Lockdown]]".
 
Anche se il [[Caricamento#Vacumatic|caricamento Vacumatic]] esiste in tre versioni, la procedura di smontaggio rimane tuttavia la stessa: in questa pagina verrà utilizzata una Parker Vacumatic prodotta in Canada e dotata di caricamento "[[Lockdown]]".
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==Rimozione della sezione pennino/alimentatore==
 
==Rimozione della sezione pennino/alimentatore==
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Innanzitutto conviene mettere la penna a bagno, sia per eliminare i residui di inchiostro, sia per ammorbidire vecchi pezzi di gomma che potrebbero rendere difficoltoso lo smontaggio. Per questo valgono sempre i consigli riportati alla pagina [[consigli generali per il ripristino di stilografiche]].
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Innanzitutto conviene mettere la penna a bagno, sia per eliminare i residui di inchiostro, sia per ammorbidire vecchi pezzi di gomma che potrebbero rendere difficoltoso lo smontaggio. Per questo valgono sempre le indicazioni riportate alla pagina [[consigli generali per il ripristino di stilografiche]].
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Dopo aver lavato la penna si può procedere con lo smontaggio, incominciando dalla sezione. La sezione è avvitata al fusto, e quasi sempre è impossibile svitarla a mani nude, vuoi per la presenza di sigillanti, vuoi per la presenza di inchiostro o semplicemente per l'accoppiamento particolarmente "stretto" delle parti. In tal caso, con l'aiuto di un asciugacapelli o [[Uso_del_calore_per_favorire_lo_smontaggio|altri strumenti]], si può riscaldare il fusto nella zona della filettatura (Fig. 1), in modo che il fusto stesso si dilati ed eventuali sigillanti si ammorbidiscano facilitando così lo smontaggio. Durante il riscaldamento è necessario far ruotare la penna nel flusso di aria calda in modo da distribuire uniformemente il calore sul fusto.  
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Dopo aver lavato la penna si può procedere con lo smontaggio, incominciando dalla sezione. La sezione è avvitata al fusto, e quasi sempre è impossibile svitarla a mani nude, vuoi per la presenza di sigillanti, vuoi per la presenza di inchiostro o semplicemente per l'accoppiamento particolarmente "stretto" delle parti. In tal caso, con l'aiuto di un asciugacapelli o [[Uso_del_calore_per_favorire_lo_smontaggio|altri strumenti]], si può riscaldare il fusto nella zona della filettatura (fig. 1), in modo che il fusto stesso si dilati ed eventuali sigillanti si ammorbidiscano facilitando così lo smontaggio. Durante il riscaldamento è necessario far ruotare la penna nel flusso di aria calda in modo da distribuire uniformemente il calore sul fusto.  
    
<u>'''Mai usare fiamme libere, in quanto la celluloide è estremamente infiammabile'''</u>.
 
<u>'''Mai usare fiamme libere, in quanto la celluloide è estremamente infiammabile'''</u>.
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Ad ogni modo, per ulteriori informazioni consultare la pagina [[uso del calore per favorire lo smontaggio]].
 
Ad ogni modo, per ulteriori informazioni consultare la pagina [[uso del calore per favorire lo smontaggio]].
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Con l'ausilio di un po' di calore solitamente si riesce a svitare la sezione a mani nude, nel caso non ci si riuscisse subito, conviene avere pazienza, e soprattutto <u>'''non'''</u> usare mai attrezzi non idonei che potrebbero rovinare la penna. Come si può vedere in Fig. 1 la sezione della penna è stata danneggiata da una precedente riparazione dove la sezione è stata forzata con una comune pinza. Gli strumenti adatti sono riportati alla pagina [[consigli generali per il ripristino di stilografiche]] e [[Pinze di sicurezza]].
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Con l'ausilio di un po' di calore solitamente si riesce a svitare la sezione a mani nude, nel caso non ci si riuscisse subito, conviene avere [[pazienza]], e soprattutto <u>'''non'''</u> usare mai attrezzi non idonei che potrebbero rovinare la penna. Come si può vedere in fig. 1 la sezione della penna è stata danneggiata da una precedente riparazione dove la sezione è stata forzata con una comune pinza. Gli strumenti adatti sono riportati alla pagina [[consigli generali per il ripristino di stilografiche]], in particolare per le [[pinze di sicurezza]].
    
[[File:Parker-Vacumatic-Sezione.jpg|400px|center|thumb|Fig. 1 - Zona da riscaldare per aiutare lo smontaggio della sezione]]
 
[[File:Parker-Vacumatic-Sezione.jpg|400px|center|thumb|Fig. 1 - Zona da riscaldare per aiutare lo smontaggio della sezione]]
    
==Rimozione del sistema di caricamento==
 
==Rimozione del sistema di caricamento==
Una volta separata la sezione dal fusto, si può procedere con la rimozione del gruppo di caricamento posteriore. Il sistema di caricamento è semplicemente avvitato al fusto, e per rimuoverlo bisogna fare presa sulla filettatura del fondello. E' bene evitare l'uso di pinze di qualsiasi tipo, in quanto con queste la pressione viene applicata solo su due punti; specialmente sui modelli prodotti durante la II Guerra Mondiale, si potrebbe danneggiare il pezzo con la doppia filettatura, in quanto quest'ultimo è fatto di celluloide e non di alluminio come i modelli precedenti. Si può utilizzare un dado, al quale è stato tagliato uno dei lati, ma la filettatura non è di dimensioni standard (ISO), e trovare un dado adatto non è facilissimo (Tab. 1).  
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Una volta separata la sezione dal fusto, si può procedere con la rimozione del gruppo di caricamento posteriore. Il sistema di caricamento è semplicemente avvitato al fusto, e per rimuoverlo bisogna fare presa sulla filettatura del fondello. E' bene evitare l'uso di pinze di qualsiasi tipo, in quanto con queste la pressione viene applicata solo su due punti. Specialmente sui modelli prodotti durante la II Guerra Mondiale si potrebbe danneggiare il pezzo con la doppia filettatura, in quanto quest'ultimo è fatto di celluloide e non di alluminio come i modelli precedenti. Si può utilizzare un dado, al quale è stato tagliato uno dei lati, ma la filettatura non è di dimensioni standard (ISO), e trovare un dado adatto non è facilissimo (vedi tab. 1).
    
E' consigliabile in ogni caso utilizzare un attrezzo apposito; ne esistono di due tipi: blocco (''Vacumatic block'') e pinza (''Vacumatic wrench''). Dei due è preferibile il secondo in quanto permette di dosare la forza di serraggio più facilmente del primo. La pinza si avvita semplicemente alla filettatura del sistema di caricamento (dove si avvita anche il fondello) e facendo pressione sulla leva si può rimuovere il gruppo.
 
E' consigliabile in ogni caso utilizzare un attrezzo apposito; ne esistono di due tipi: blocco (''Vacumatic block'') e pinza (''Vacumatic wrench''). Dei due è preferibile il secondo in quanto permette di dosare la forza di serraggio più facilmente del primo. La pinza si avvita semplicemente alla filettatura del sistema di caricamento (dove si avvita anche il fondello) e facendo pressione sulla leva si può rimuovere il gruppo.
In Fig. 2 si può vedere la pinza con la penna, mentre in Fig. 3 si può vedere la pinza attaccata al sistema di caricamento.
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In fig. 2 si può vedere la pinza con la penna, mentre in fig. 3 si può vedere la pinza attaccata al sistema di caricamento.
 
[[:File:Materiale-Vario.jpg|Qui]] in alto a sinistra si può vedere il blocco di rimozione in ottone.
 
[[:File:Materiale-Vario.jpg|Qui]] in alto a sinistra si può vedere il blocco di rimozione in ottone.
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Anche qui il riscaldamento del fusto può aiutare nella rimozione, soprattutto nel caso in cui la filettatura sia stata sigillata con [[gommalacca]]. Nello smontaggio può essere conveniente tenere la pinza con la mano "debole", e tenere la penna nella mano "forte", onde evitare di esercitare troppa pressione sulla filettatura.<ref>Ho un dubbio su questo, usando la mano debole (SX) io in genere ho meno controllo e mi viene il dubbio che sia più facile sbagliare nell'esagerare che con la mano forte (DX).</ref> Nel caso di caricamento ''[[lockdown]]'' l'operazione di rimozione va effettuata con l'albero di caricamento completamente estratto. Infatti se l'albero è bloccato in posizione ritratta, è molto probabile che  il tappo di ottone all'estremità dell'albero salti via nello smontarlo, danneggiando quindi irreversibilmente il gruppo di caricamento.
 
Anche qui il riscaldamento del fusto può aiutare nella rimozione, soprattutto nel caso in cui la filettatura sia stata sigillata con [[gommalacca]]. Nello smontaggio può essere conveniente tenere la pinza con la mano "debole", e tenere la penna nella mano "forte", onde evitare di esercitare troppa pressione sulla filettatura.<ref>Ho un dubbio su questo, usando la mano debole (SX) io in genere ho meno controllo e mi viene il dubbio che sia più facile sbagliare nell'esagerare che con la mano forte (DX).</ref> Nel caso di caricamento ''[[lockdown]]'' l'operazione di rimozione va effettuata con l'albero di caricamento completamente estratto. Infatti se l'albero è bloccato in posizione ritratta, è molto probabile che  il tappo di ottone all'estremità dell'albero salti via nello smontarlo, danneggiando quindi irreversibilmente il gruppo di caricamento.
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Una volta svitato il gruppo filettato si può procedere con l'estrazione dell'albero. Per fare ciò è necessario operare dall'interno del fusto spingendo l'albero fuori posteriormente al fusto. Non è consigliabile afferrare e tirare l'albero esternamente: i diaframmi pietrificati e solidificati possono fare da collante tra gruppo di caricamento e fusto, rendendo estremamente facile spezzare l'albero, specialmente se in celluloide. Per l'estrazione esiste anche uno strumento apposito (''vacumatic pump ejector''),<ref>dovrei averne un esemplare ma è solo un cilindretto di legno svasato in testa</ref> ma in generale basta utilizzare un tubo di ottone (o plastica) con i bordi levigati leggermente più piccolo del fusto o una [http://it.wikipedia.org/wiki/Spina_%28meccanica%29 spina] (Fig. 4).<ref>QUI SAREBBE OPPORTUNO DARE UN DIAMETRO ORIENTATIVO DEL TUBETTO, MAGARI QUELLO DELLA FOTO O IL MASSIMO DIAMETRO INTERNO DEL FUSTO</ref>
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Una volta svitato il gruppo filettato si può procedere con l'estrazione dell'albero. Per fare ciò è necessario operare dall'interno del fusto spingendo l'albero fuori posteriormente al fusto. Non è consigliabile afferrare e tirare l'albero esternamente: i diaframmi pietrificati e solidificati possono fare da collante tra gruppo di caricamento e fusto, rendendo estremamente facile spezzare l'albero, specialmente se in celluloide. Per l'estrazione esiste anche uno strumento apposito (''vacumatic pump ejector''),<ref>dovrei averne un esemplare ma è solo un cilindretto di legno svasato in testa, appena trovo il tempo lo fotografo.</ref> ma in generale basta utilizzare un tubo di ottone (o plastica) con i bordi levigati leggermente più piccolo del fusto o una [http://it.wikipedia.org/wiki/Spina_%28meccanica%29 spina] (Fig. 4).<ref>QUI SAREBBE OPPORTUNO DARE UN DIAMETRO ORIENTATIVO DEL TUBETTO, MAGARI QUELLO DELLA FOTO O IL MASSIMO DIAMETRO INTERNO DEL FUSTO</ref>
    
[[File:Parker-Vacumatic-Spina-Conica.jpg|200px|thumb|Fig. 4 - Spina conica utilizzata per la rimozione del gruppo di caricamento.]]
 
[[File:Parker-Vacumatic-Spina-Conica.jpg|200px|thumb|Fig. 4 - Spina conica utilizzata per la rimozione del gruppo di caricamento.]]
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===Rimozione del vecchio===
 
===Rimozione del vecchio===
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La rimozione del diaframma richiede accorgimenti diversi a seconda del materiale costituente l'albero:
 
La rimozione del diaframma richiede accorgimenti diversi a seconda del materiale costituente l'albero:
 
* alberi in alluminio.  Molto spesso è sufficiente tagliare i residui di lattice per fare uscire agevolmente la sfera di ritenuta.
 
* alberi in alluminio.  Molto spesso è sufficiente tagliare i residui di lattice per fare uscire agevolmente la sfera di ritenuta.
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* alberi in [[celluloide]]. La procedura è più complicata e il motivo è che erano pensati per una sostituzione integrale del blocco intero, albero e diaframma già montati. Oltre a questo, per molti diaframmi il diametro dell'imboccatura è molto vicino, se non addirittura minore di quello della sfera di ritenuta, complice anche il restringimento della celluloide avvenuto negli anni. Non avendo quindi a disposizione un gruppo di caricamento nuovo e completo, sarà necessario armarsi di pazienza; dapprima sarà necessario rimuovere i residui di lattice all'interno dell'alloggiamento, per rimuovere la sfera esistono due metodi:<ref>QUI CI VUOLE QUALCUNO CHE SI INTENDA DI FORMATTAZIONE PER ABBASSARE IL LIVELLO DEI PUNTI)</ref>
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* alberi in [[celluloide]]. La procedura è più complicata e il motivo è che erano pensati per una sostituzione integrale del blocco intero, albero e diaframma già montati. Oltre a questo, per molti diaframmi il diametro dell'imboccatura è molto vicino, se non addirittura minore di quello della sfera di ritenuta, complice anche il restringimento della celluloide avvenuto negli anni. Non avendo quindi a disposizione un gruppo di caricamento nuovo e completo, sarà necessario armarsi di pazienza; dapprima sarà necessario rimuovere i residui di lattice all'interno dell'alloggiamento, per rimuovere la sfera esistono due metodi:<ref>(QUI CI VUOLE QUALCUNO CHE SI INTENDA DI FORMATTAZIONE PER ABBASSARE IL LIVELLO DEI PUNTI) --- non ho capito cosa intendi per abbassare il livello dei punti, ma fare elenchi puntati con dimensioni disomogenee (come qui dove il primo è una riga e gli altri molte, ha una pessima resa visiva.  --- inoltre io ho un terzo metodo, uso di una sgorbia appuntita per e tanta pazienza per grattare piano piano via i residui fuori dalla "tasca" della pallina.</ref>
    
* Il primo metodo prevede l'utilizzo di una graffetta con la punta arroventata, questa viene spinta sulla sfera di ritenuta che si salderà alla punta permettendone la rimozione; questo sistema non è sempre efficace, in quanto se l'imboccatura è più piccola della sfera questa non uscirà, inoltre bisogna prestare attenzione a non toccare i bordi dell'alloggiamento per evitare di rovinarla.
 
* Il primo metodo prevede l'utilizzo di una graffetta con la punta arroventata, questa viene spinta sulla sfera di ritenuta che si salderà alla punta permettendone la rimozione; questo sistema non è sempre efficace, in quanto se l'imboccatura è più piccola della sfera questa non uscirà, inoltre bisogna prestare attenzione a non toccare i bordi dell'alloggiamento per evitare di rovinarla.
    
* Il secondo metodo prevede la foratura della sfera con una piccola punta e un trapano; in questo caso è bene evitare l'utilizzo di un trapano "a mano libera", in quanto le oscillazioni del braccio che sostengono l'utensile possono portare ad un disassamento della punta e a rovinare l'alloggiamento. Onde evitare di rovinare l'alloggiamento è conveniente utilizzare una punta molto piccola ed una guida che protegga i bordi dell'alloggiamento.
 
* Il secondo metodo prevede la foratura della sfera con una piccola punta e un trapano; in questo caso è bene evitare l'utilizzo di un trapano "a mano libera", in quanto le oscillazioni del braccio che sostengono l'utensile possono portare ad un disassamento della punta e a rovinare l'alloggiamento. Onde evitare di rovinare l'alloggiamento è conveniente utilizzare una punta molto piccola ed una guida che protegga i bordi dell'alloggiamento.
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E' necessario prestare molta attenzione nello smontaggio di alberi in celluloide prodotti durante la guerra; sono estremamente fragili. In questo caso è bene ricordarsi di riscaldare ogni tanto l'alloggiamento.
 
E' necessario prestare molta attenzione nello smontaggio di alberi in celluloide prodotti durante la guerra; sono estremamente fragili. In questo caso è bene ricordarsi di riscaldare ogni tanto l'alloggiamento.
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Il diaframma di una [[Parker]] [[Vacumatic]] è un sacco di lattice dalla forma leggermente a campana, nell'estremità chiusa è inserita una sferetta (''pellet'') che servirà per mantenere il diaframma nell'alloggiamento e ogni diaframma ha una sfera inserita. Innanzitutto il diaframma (''Vacumatic sac'') va tagliato, la [[Parker]] se li faceva produrre su misura, ma oggi si trovano solo diaframmi molto più lunghi del necessario. Una volta tagliato, il diaframma deve essere lungo più o meno 26.5 mm. Esistono naturalmente dei margini, ma bisogna tenere conto che un diaframma troppo corto causa troppi stress sull'alloggiamento dell'albero (per tale motivo è consigliabile non scendere sotto i 26.2 mm), mentre un diaframma troppo lungo può sia piegarsi su se stesso, sia bloccarsi sul tubicino che fuoriesce dall'alimentatore, impedendo il buon caricamento della penna (quindi è meglio non andare oltre i 27.2 mm). Inizialmente è meglio tagliare il diaframma un poco più lungo della misura consigliata, e quindi successivamente, dopo averlo provato valutare se accorciarlo.
 
Il diaframma di una [[Parker]] [[Vacumatic]] è un sacco di lattice dalla forma leggermente a campana, nell'estremità chiusa è inserita una sferetta (''pellet'') che servirà per mantenere il diaframma nell'alloggiamento e ogni diaframma ha una sfera inserita. Innanzitutto il diaframma (''Vacumatic sac'') va tagliato, la [[Parker]] se li faceva produrre su misura, ma oggi si trovano solo diaframmi molto più lunghi del necessario. Una volta tagliato, il diaframma deve essere lungo più o meno 26.5 mm. Esistono naturalmente dei margini, ma bisogna tenere conto che un diaframma troppo corto causa troppi stress sull'alloggiamento dell'albero (per tale motivo è consigliabile non scendere sotto i 26.2 mm), mentre un diaframma troppo lungo può sia piegarsi su se stesso, sia bloccarsi sul tubicino che fuoriesce dall'alimentatore, impedendo il buon caricamento della penna (quindi è meglio non andare oltre i 27.2 mm). Inizialmente è meglio tagliare il diaframma un poco più lungo della misura consigliata, e quindi successivamente, dopo averlo provato valutare se accorciarlo.
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Una volta tagliato il diaframma (ovvero la parte in gomma) a misura, si può procedere con l'inserimento nell'alloggiamento sull'albero di caricamento aiutandosi con un apposito attrezzo (''pellet pusher'') che permette di premere solo sulla pallina per spingerla all'interno del suo alloggiamento. Tale utensile può essere facilmente auto-costruito con un semplice chiodo e una spina per mobili (Fig. 6). Una volta inserito il diaframma  all'interno dell'alloggiamento si deve rivoltarlo su se stesso; si cosparge l'esterno del diaframma con del talco, e con lo stesso inserito su un supporto, lo si rivolta. Si è utilizzata come supporto una chiave per il caricamento di orologi a pendolo (Fig. 7), ma va bene anche una chiave a brugola di dimensioni adeguate (ANCHE QUI MISURA DIAMETRO NON STAREBBE MALE ANCHE INDICATIVA) se non si ha a disposizione l'attrezzo apposito ed un cacciavite da orologiaio per tenere fermo il diaframma mentre lo si rivolta (Fig. 8).
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Una volta tagliato il diaframma (ovvero la parte in gomma) a misura, si può procedere con l'inserimento nell'alloggiamento sull'albero di caricamento aiutandosi con un apposito attrezzo (''pellet pusher'') che permette di premere solo sulla pallina per spingerla all'interno del suo alloggiamento. Tale utensile può essere facilmente auto-costruito con un semplice chiodo e una spina per mobili (fig. 6). Una volta inserito il diaframma  all'interno dell'alloggiamento si deve rivoltarlo su se stesso; si cosparge l'esterno del diaframma con del talco, e con lo stesso inserito su un supporto, lo si rivolta. Si è utilizzata come supporto una chiave per il caricamento di orologi a pendolo (fig. 7), ma va bene anche una chiave a brugola di dimensioni adeguate<ref> (ANCHE QUI MISURA DIAMETRO NON STAREBBE MALE ANCHE INDICATIVA) --- le dimensioni sono sul sito di R. Binder.</ref> se non si ha a disposizione l'attrezzo apposito ed un cacciavite da orologiaio per tenere fermo il diaframma mentre lo si rivolta (fig. 8).
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Una volta rivoltato il diaframma, lo si deve far scorrere fino all'anello sulla base dell'alloggiamento del diaframma all'estremità dell'albero di caricamento (Fig. 9); il talco, un lubrificante secco, eviterà che la gomma aderisca su se stessa.  
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Una volta rivoltato il diaframma, lo si deve far scorrere fino all'anello sulla base dell'alloggiamento del diaframma all'estremità dell'albero di caricamento (fig. 9); il talco, un lubrificante secco, eviterà che la gomma aderisca su se stessa.
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QUESTO PEZZO IMPORTANTE LO METTEREI NELLA VOCE TALCO E QUI FAREI UN RIMANDO ALLA PAGINA TALCO --- Occorrerebbe prima partire con una pagina lubrificanti, e ci sarebbe anche da capire se un po' di acqua saponata può sostituire il Vacumatic Lubricant di cui parla R. Binder.  
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QUESTO PEZZO IMPORTANTE LO METTEREI NELLA VOCE TALCO E QUI FAREI UN RIMANDO ALLA PAGINA TALCO
   
Non usare lubrificanti di altro tipo, anche il silicone non è adatto, alcuni potrebbero evaporare con il tempo o aggredire la gomma, rovinando il diaframma. Il talco è il miglior prodotto per questo scopo, bisogna solo fare attenzione a non impiegare i vari talchi profumati usati ad esempio nei prodotti per bambini, i profumi o altri additivi usati per questi prodotti potrebbero aggredire la gomma; meglio pertanto utilizzare talco puro.
 
Non usare lubrificanti di altro tipo, anche il silicone non è adatto, alcuni potrebbero evaporare con il tempo o aggredire la gomma, rovinando il diaframma. Il talco è il miglior prodotto per questo scopo, bisogna solo fare attenzione a non impiegare i vari talchi profumati usati ad esempio nei prodotti per bambini, i profumi o altri additivi usati per questi prodotti potrebbero aggredire la gomma; meglio pertanto utilizzare talco puro.
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[[File:Parker-Vacumatic-Diaframma-Rivoltato.jpg|400px|thumb|Fig. 9 - Diaframma completamente rivoltato.]]
 
[[File:Parker-Vacumatic-Diaframma-Rivoltato.jpg|400px|thumb|Fig. 9 - Diaframma completamente rivoltato.]]
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===Rimontaggio del gruppo di caricamento ?RICONDIZIONATO? ===
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===Rimontaggio del gruppo di caricamento===
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A questo punto è conveniente testare il meccanismo prima di inserirlo nella penna, tenendo con due dita il diaframma attaccato al collare si mette in funzione il meccanismo e si verifica che il diaframma si espanda correttamente, e che lo stesso non sia troppo corto o troppo lungo; nel caso in cui ci fosse qualche problema si può procedere da capo all'inserimento o se necessario mettere un nuovo diaframma.  
 
A questo punto è conveniente testare il meccanismo prima di inserirlo nella penna, tenendo con due dita il diaframma attaccato al collare si mette in funzione il meccanismo e si verifica che il diaframma si espanda correttamente, e che lo stesso non sia troppo corto o troppo lungo; nel caso in cui ci fosse qualche problema si può procedere da capo all'inserimento o se necessario mettere un nuovo diaframma.  
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Se tutto è a posto si può inserire il gruppo di caricamento nel fusto, ma prima di procedere è bene controllare che non ci siano residui di inchiostro o del vecchio diaframma (SACCO? Tanto per usare una analogia) nel fusto che possano provocare danni sia durante l'inserimento del diaframma sia nel successivo utilizzo dello stesso.  
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Se tutto è a posto si può inserire il gruppo di caricamento nel fusto, ma prima di procedere è bene controllare che non ci siano residui di inchiostro o del vecchio diaframma<ref>SACCO? Tanto per usare una analogia --- secondo me no, il nome giusto resta quello usato originariamente</ref> nel fusto che possano provocare danni sia durante l'inserimento del diaframma sia nel successivo utilizzo dello stesso.  
    
Aiutandosi con una goccia d'acqua (o al massimo saliva) posta all'esterno del diaframma si fa scorrere il gruppo all'interno del fusto fino a che il collare non combacia con l'alloggiamento interno al fusto. Prestare attenzione a non ruotare l'albero durante il caricamento onde evitare torsioni del diaframma. A questo punto si può riavvitare il collare esattamente come lo si è smontato, riscaldando il fusto prima di riavvitare il gruppo filettato. Prima di procedere oltre è bene controllare che il meccanismo funzioni correttamente guardando all'interno del fusto, magari utilizzando una luce che ne illumini l'interno.
 
Aiutandosi con una goccia d'acqua (o al massimo saliva) posta all'esterno del diaframma si fa scorrere il gruppo all'interno del fusto fino a che il collare non combacia con l'alloggiamento interno al fusto. Prestare attenzione a non ruotare l'albero durante il caricamento onde evitare torsioni del diaframma. A questo punto si può riavvitare il collare esattamente come lo si è smontato, riscaldando il fusto prima di riavvitare il gruppo filettato. Prima di procedere oltre è bene controllare che il meccanismo funzioni correttamente guardando all'interno del fusto, magari utilizzando una luce che ne illumini l'interno.

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