The Scotland

Da FountainPen.
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The Scotland è uno dei due marchi, il più antico, usati nella dalla Stiassi e Tantini per la produzione delle loro stilografiche. Sulla origine delle penne The Scotland sono state fatte le ipotesi più varie, attribuendone la produzione talvolta alla Omas, talvolta alla Montegrappa o ad entrambe.[1] La uniche certezze sono quelle relative alla relazione del marchio con la Stiassi e Tantini che risulta titolare del marchio registrato, e in assenza di evidenze contrarie quella della produzione su commissione resta soltanto una ipotesi.

Le penne marchiate The Scotland sono in generale di ottima qualità, alla pari con quella dei migliori produttori dello stesso periodo, dato il periodo di vita piuttosto breve del marchio sono anche abbastanza rare, cosa che le rende di elevato interesse collezionistico.

The Scotland
Foto marca

Storia

La storia del marchio The Scotland è piuttosto molto incerta, nel 1920 i due soci della Stiassi e Tantini fondarono la A.S.C.A. (Azienda Specializzata in Cancelleria ed Affini) e registrarono la ditta The Scotland Pen Italiana presso la Camera di Commercio di Bologna, presumibilmente in forza delle forti tendenze esterofile presenti sul mercato italiano della penna stilografica, che all'epoca videro nascere numerosi marchi con denominazioni anglosassone. L'unico altro documento noto a proposito del marchio è una fattura del 4 febbraio 1930 a nome dell'azienda Armando Merighi in cui viene raffigurata una stilografica denominata The Scotland Pen Self Filling, in cui l'azienda viene qualificata come concessionario per l'Italia, questi in seguito risulta aver registrato il marchio Mercurio, molto comune sui pennini economici.

La registrazione del marchio risulta essere avvenuta nel 1931 (Reg. Gen. N. 44193), mentre in seguito è registrata una variazione in Scotland Italiana (marchio depositato nel 1936 e riconosciuto nel 1937 Reg. Gen. N. 54732), e frutto probabilmente delle cambiamenti di clima dovuto alla lotta contro le tendenze esterofile ed alla esaltazione della italianità portata avanti dalla propaganda del regime fascista. Il legame con il marchio Tabo viene comunque confermato dalla presenza di un modello di grosse dimensioni marcato Scotland Italiana - Tabo Mod 1926.

Le penne della Scotland vedono, per gli esemplari più antichi, la presenza di modelli safety, realizzati sia in ebanite nera cesellata che in versione rivestita con metallo laminato in oro decorato con incisioni geometriche. Non sono note denominazioni precise di questi modelli se non quelle presenti nella fattura citata precedentemente che riporta i seguenti nomi: special, junior, 9I safetj, zigrinato tipo Waterman 40.

I primi modelli in celluloide sono, come per molta altra produzione dello stesso periodo, imitazioni della Duofold. A dimostrare l'influenza della produzione anglosassone, si tratta in questo caso di modelli recante le incisioni The Scotland Pen e Self filling su due righe sul corpo e pennino in oro marcato The Scotland Pen e Made in England, che nei modelli degli anni '30 verranno sostituiti da pennini marcati Scotland Italiana e Made in Italy.

A questi modelli seguono, databili anche questi agli anni '30, dei modelli ogivali dotati dello stesso tipo di fermagli e finiture dei precedenti modelli imitazioni della Duofold, ma con testa del cappuccio e fondo del corpo affusolati. Pare invece esservi un coinvolgimento della Omas nella produzione, probabilmente successiva, di modelli sfaccettati ispirati in maniera abbastanza evidente (e forse derivati) dalla Omas Extra, denominate The Scotland Prisma. La produzione di penne a marchio The Scotland pare essersi interrotta con l'avvento della seconda guerra mondiale.


Dalla fine degli anni '30 il marchio pare essere stato abbandonato, in seguito alle trasformazioni societarie della Stiassi e Tantini che riprese la produzione delle stilografiche agli inizi degli anni '40 utilizzando il marchio Tabo. Per la qualità delle penne e la relativa rarità delle stesse, il marchio The Scotland risulta molto interessante dal punto di vista collezionistico.

Note

  1. recentemente pure alla SAFIS, anche se questa ha origini più tarde; al momento non è nota alcuna evidenza documentale al riguardo, e le opinioni sulle somiglianze delle forme e le lavorazioni lasciano il tempo che trovano.