Aurora 98
Storia
Questo modello, che viene spesso indicato come disegnato da Albe Steiner,[1] venne introdotto sul mercato da Aurora come modello di punta nel 1963,[2] Nonostante le sue forma più sottili e le estremità non stondate, viene comunque considerata come l'ultimo discendente della dinastia della Aurora 88 inaugurata da Marcello Nizzoli diciassette anni prima.
La penna venne inizialmente prodotta con un sofisticato caricamento a stantuffo, caratterizzato dall'introduzione della cosiddetta "Riserva Magica". In un secondo tempo (non è nota una data precisa) la 98 venne prodotta anche in una versione alternativa notevolmente semplificata, passando dallo stantuffo ad un ordinario caricamento a cartuccia, presumubilmente a causa della pressione della concorrenza della penna a sfera che ormai stava diventando sempre più diffusa. Non è chiaro neanche per quanto tempo la produzione delle due varianti, entrambe comunque chiamate "98", si sia sovrapposta.
E' inoltre presenta la produzione di una ulteriore variante più economica (denominata "98 International"), introdotta successivamente intorno al 1965,[3] con finiture e materiali di livello inferiore, facilmente distinguibile dall'assenza di laccatura nell'incavo della clip.
Non è nota una data di terminazione precisa, assumeremo il 1970, ma l'assunzione è totalmente arbitraria, senza alcun riscontro fattuale ed eseguita ai soli fini della gestione della cronologia.
Caratteristiche tecniche
La penna riprendeva i principali temi del periodo, con l'uso del pennino coperto, linee più sottili, clip fissata su una testina di plastica nera con un dado interno ed un cappuccio con chiusura ad incastro. Ma si distingue dalle altre produzioni del tempo, e dalle altre penne a stantuffo dell'Aurora che la hanno preceduta, sia per il sofisticato sistema di azionamento dello stantuffo e che soprattutto per l'introduzione dell'originale meccanismo della Riserva Magica che consente di ottenere qualche pagina di scrittura una volta esaurito l'inchiostro nel serbatoio, trattenendone un po' nella testa del pistone (per i dettagli si rimanda alla relativa pagina.
Materiali
La versione ordinaria della penna era realizzata in resina plastica nera, con cappuccio in metallo laminato. Non sono noti colori di plastica diversi dal nero, ma è nota una variante in plastica nera opaca. A questa si aggiungono diverse versioni di lusso che invece erano realizzate in metallo laminato con diverse varianti di incisioni decorative, ed anche in metallo pregiato come argento ed oro massiccio. Il pennino era in oro a 14 carati.
Sistema di riempimento
La penna era dotata di un sistema di caricamento a stantuffo molto sofisticato. Il pomello finale infatti è posto all'interno del corpo, e deve essere fatto uscire con una pressione, un po' come sul pulsante delle penne a sfera del tempo. Una volta estratto esso sporge dal fondo, in modo da poterlo utilizzare come manopola per effettuare il caricamento come per un ordinario stantuffo; nonostante le dimensioni abbastanza piccole ed un diametro di qualche millimetro, l'utilizzo viene facilitato dalla presenza di scanalature laterali. Terminato il caricamento premendolo nuovamente lo si fa rientrare nel corpo della penna.
Un'altra caratteristica specifica del caricamento è che il serbatoio non è perfettamente cilindrico, ma tronco conico, con una sezione che si restringe leggermente dalla sezione al fondo, questo fa si che nella posizione di riposo in cui il pistone è completamente ritratto, questo viene stretto di più e la penna mantiene un'ottima tenuta anche con il progredire dell'usura dello stesso.
La visualizzazione del livello di inchiostro è possibile attraverso una elegante finestra trasparente sul bordo fra fusto e cappuccio, montata in una cornice a di metallo laminato divisa in sei sezioni orizzontali che si appoggia all'anello metallico su cui si fissa il cappuccio. Nonostante la decorazione della finestra sia attrattiva, le dimensioni ridotte ne diminuiscono l'utilità nel consentire di visualizzare il livello di inchiostro.
Alla versione a stantuffo si affianca una versione dotata di caricamento a cartuccia, stavolta ordinaria. Non è più presente il manicotto per la doppia cartuccia delle precedenti Duo-Cart e 888, né il meccanismo di allarme con la pallina agganciata al fondo del fusto per indicare l'assenza della cartuccia di riserva, diventato inutile per la presenza di una sola cartuccia.
Versioni
La penna risente delle nuove tendenze stilistiche che si stavano affermando, ed in particolare della tendenza del periodo verso penne che fossero più sottili e slanciate. Benché venga indicata come l'ultima nata della dinastia della 88, la "98" è in realtà piuttosto diversa, e sono forse più le differenze delle somiglianze. La penna è molto più sottile delle precedenti, la testa del cappuccio, sempre chiusa da un inserto in plastica nera, diventa leggermente inclinata e di forma squadrata e l'inserto si estende verso il fermaglio. Il fondello assume forme angolate a tronco di cono.
La penna mostra la sua derivazione dalla serie precedente (la 88P) principalmente per il fermaglio, che resta piatto e con un incavo centrale decorato con una laccatura nera, e le cui forme restano somiglianti a quello precedente pur passando a profili angolati anziché stondati. Il nome della penna è inciso sul bordo inferiore del cappuccio (nella parte posteriore per la versione a stantuffo, su quella anteriore per quella a cartuccia) mentre su alcune versioni a stantuffo (probabilmente la prima produzione) resta sulla sezione anche il logo ovoidale dell'azienda, contenente solo la stampigliatura "Aurora", con un font ristilizzato. La versione a stantuffo riporta il nome completo "Aurora 98" in stampatello mentre quella a cartuccia riporta solo la dicitura "Aurora" (sempre in stampatello) che nelle versioni di lusso in oro viene seguito dalla stampliatura "GL" in corsivo.
L'altro aspetto comune con i predecessori resta l'uso, nel modello di base, della plastica nera liscia per il fusto e del cappuccio laminato oro decorato con gruppi di 5 righe longitudinali, ma della penna vennero prodotte moltissime varianti, a partire da una versione completamente laminata, versioni cromate o satinate, e modelli in argento ed oro con diverse decorazioni. Nella produzione più tarda venne anche introdotta una plastica opacizzata e striata, che si ritrova nella riedizione Archivi Storici effettuata dopo il ritrovamenti di alcuni fondi di magazzino di vecchie parti. Le versioni di lusso (con corpo in metallo pregiato, argento o oro) venivano denominate GL (Gran Lusso) e marcate con questo nome sul cappuccio.
Colori
La penna venne realizzata soltanto in plastica nera, prevalentemente con finitura lucida, ma è nota una produzione, che si ritiene sia più tarda, con superficie striata opaca. Le varianti dei colori attengono pertanto soltanto al cappuccio, ma si applicano anche al corpo per le versioni realizzate interamente in metallo (in particolare per le varianti a cartucce).
La variante più comune è quella del metallo con finiture in oro laminato, ma esistono varianti realizzate in metallo con finiture cromate, metallo satinato. Vennero prodotte anche versioni di lusso un argento 975 ed oro 333, in genere lavorate con incisioni decorative in vari motivi.
Pennini
La penna è dotata di un pennino carenato di piccole dimensioni, in oro a 14 carati. Non è noto un elenco completo delle varie misure disponibili, ma sono senz'altro presenti F, M e B. La misura del pennino viene riportata con una piccola stampigliatura sulla parte inferiore della sezione, vicino al raccordo con il fusto (sia sulla versione a stantuffo che su quella a cartuccia).
Misure
Nella tabella seguente sono riportate le misure relative alle diverse varianti del modello, sia per quanto riguarda le lunghezze che il peso. La lunghezza fa riferimento alla lunghezza della penna da chiusa col cappuccio avvitato o calzato fino in fondo. La misura del fusto fa riferimento alla lunghezza del corpo penna compreso il pennino. I diametri per fusto e cappuccio sono misurati sul loro valore massimo, la sezione invece sul punto di presa, ed il diametro è quindi una indicazione molto approssimata. I pesi sono a penna scarica (o senza cartucce). Le misure sono state eseguite su esemplari singoli, pertanto sono comunque indicative, e sono possibili variazioni dell'ordine di uno/due millimetri sulle lunghezze, di qualche decimo di millimetro sui diametri, e del grammo sui pesi.
Versione | Lunghezza | Altre misure: lunghezze, diametri, pesi |
---|---|---|
-- | -- cm |
Riepilogo delle informazioni disponibili
Si riportano di seguito tutte le informazioni raccolte in riferimento ai modelli trattati in questa pagina, a partire dai relativi dati di cronologia, i vari riferimenti attinenti gli stessi trovati sul web e le immagini pubblicate sul wiki (fotografie, scansioni di pubblicità, di foglietti di istruzioni e garanzia, di documenti correlati, ecc.) disponibili al riguardo.
Cronologia
Anno | Avvenimento |
---|---|
1963 | l'azienda introduce le Aurora 98 progettate da Albe Steiner |
Riferimenti esterni
- [1] Dettagliata storia della Aurora 88 e delle sue evoluzioni fra cui la 98
- [2] Discussione su FPN
- [3] Altro articolo sulla Aurora 88 e le sue evoluzioni fra cui la 98
- [4] Panoramica sui vari modelli e varianti dell'Aurora 88
Note
- ↑ l'attribuzione non è sicura, non sono note conferme documentali, e secondo quanto riportato in questo articolo negli archivi di Steiner non compare nessun riferimento ad essa.
- ↑ anche in questo caso per la datazione abbiamo preso come riferimento principale questo dettagliato articolo.
- ↑ di nuovo il riferimento proviene da questo articolo.
Materiale disponibile
Viene di seguito illustrato il materiale raccolto relativo a questo modello: le fotografie dello stesso, le pubblicità in cui compare o viene citato, le scansioni dei libretti di istruzione per il modello, ed tutte le altre scansioni contenenti informazioni ad esso attinenti.