Un pennino da intinzione è, in estrema sintesi, una lamina generalmente metallica opportunamente sagomata utilizzata per trasferire inchiostro su di una superficie di scrittura. Sebbene differiscano per materiali, utilizzo, forma e dimensioni, è possibile schematizzare la loro anatomia generale[1].

Definizioni per funzione

Nella struttura di un pennino è possibile individuare tre segmenti principali.

  • Punta: è la parte del pennino che raccoglie l'inchiostro nel calamaio, e lo rilascia sulla superficie di scrittura.
  • Gola: la particolare conformazione di questa zona conferisce al pennino la sua resistenza meccanica.
  • Innesto: è la parte del pennino che si inserisce nella cannuccia, e lo rende solidale ad essa.

Definizioni costruttive

I pennini da intinzione sono caratterizzati da alcune soluzioni costruttive comuni.

  • Fenditura: è il canale che per capillarità trattiene l'inchiostro senza lasciarlo gocciolare. Quando la punta del pennino poggia sulla superficie di scrittura, l'inchiostro viene richiamato da questa e lascia la sua traccia su di essa.
  • Rebbio: una delle due parti in cui viene divisa la punta del pennino dopo la realizzazione della fenditura. Nei pennini flessibili è facile fletterle applicando pressione; grazie a questa flessione è possibile modificare la larghezza del tratto.
  • Foro di aerazione: è il foro che viene realizzato al termine della fenditura per evitare che al suo apice si concentrino sforzi sufficienti a innescare una frattura. La sua presenza è fondamentale nei pennini flessibili.
  • Spalla: è il fianco della punta del pennino nella zona in cui ha la massima larghezza. Il pennino è tanto più resistente quanto più essa è larga.
  • Incisione laterale: scarico realizzato nella spalla del pennino per incrementarne la flessibilità.
  • Cesellatura: lavorazione artistica che completa l'incisione laterale e contribuisce alla flessibilità del pennino.
  • Incisione: le indicazioni relative a costruttore, modello e gradazione del pennino sono realizzate in una zona nella quale la loro presenza non influenza la sua resistenza meccanica.
  • Tallone: è la parte terminale dell'innesto, e ne facilita l'inserimento nella cannuccia.

Materiali

I pennini sono generalmente costruiti in leghe metalliche contenenti una buona percentuale di ferro. Una parte meno consistente della produzione è in rame o in bronzo. In Gran Bretagna (il maggiore produttore di pennini, con molte e rinomate ditte che operavano per la gran parte a Birmingham) l'acciaio è stato utilizzato fin dall'Ottocento. Pennini in acciaio inossidabile hanno cominciato a diffondersi in Europa nella prima metà del Novecento. Ogni tipologia di pennino è realizzata preferibilmente in un materiale diverso. Per pennini molto flessibili si utilizza in genere una lega contenente una buona percentuale di ferro; essi sono perciò trattati in superficie per ritardarne l'ossidazione. L'acciaio è usato per pennini a punta con flessibilità più limitata o pressoché nulla. Il rame è più adatto ai tronchi, perché sebbene più resistente all'azione degli inchiostri si deforma plasticamente senza riprendere la forma originale. Come detto, alcuni pennini sono trattati superficialmente per preservarli dall'ossidazione. Nel primo Novecento l'aggressività dei primi inchiostri prodotti industrialmente portò all'introduzione sul mercato di pennini placcati in oro, per proteggerli dalla corrosione.

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