Differenze tra le versioni di "Omas Extra"
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Versione delle 19:42, 15 feb 2020
Storia
Benché come per la Columbus questo il nome "Extra" sia stato usato genericamente dalla Omas per tutti i modelli di fascia alta, quando si parla della "Omas Extra" in senso generico si fa riferimento al modello introdotto sul mercato nel 1932 e considerato uno dei capolavori della produzione italiana. La penna, dotata di caricamento a levetta, era caratterizzata dalla lavorazione faccettata, con una linea molto simile a quella della Doric, uscita in America l'anno precedente.
Sulle origini della penna, e sul fatto se sia stata o meno una imitazione, sono state espresse le opinioni più varie, il breve tempo intercorso fra la nascita della Doric e quella della "Extra" può deporre a favore di Simoni,[1] e non ci sono informazioni riguardo un inizio della progettazione che possa supportare l'ipotesi di creazione indipendente; mentre è innegabile che la decorazione sul cappuccio è identica a quella della Deco Band della Eversharp che è del 1928, il che fa supporre una certa attenzione della Omas alle innovazioni stilistiche introdotte da quella marca.
In ogni caso la qualità della realizzazione, ed in particolare la bellezza delle celluloidi usate, oltre alla riuscita combinazione degli elementi decorativi, rendono la penna un vero capolavoro dell'Art Decò, a prescindere dal fatto che essa sia stata o meno realizzata assemblando idee altrui.
Alla versione faccettata venne fatta seguire dopo qualche tempo (la data di introduzione non è nota, ma è senz'altro successiva) una versione liscia, dotata delle stesse decorazioni della versione faccettata. Nel 1936 venne adottata la decorazione del cappuccio con tre anellini sul modello liscio, e nel 1940 anche sul modello faccettato. Vennero prodotte anche versioni autarchiche con finiture cromate e pennino in acciaio (Permanio). Nel 1946 la produzione della "Extra" con caricamento a levetta venne terminata.
Caratteristiche tecniche
La "Extra" non era caratterizzata sul piano tecnico da nessuna innovazione rilevante, se non per la particolare lavorazione necessaria alla sfaccettatura, che però è attinente sostanzialmente al piano stilistico. La penna era realizzata con cappuccio con chiusura a vite, la clip era con terminazione a rotellina.
Materiali
La "Extra" era realizzata in celluloide tornita e lavorata dal pieno. Le finiture erano in metallo placcato oro. Il pennino era in oro a 14 carati.
Sistema di riempimento
Le versioni del modello a cui si fa riferimento in questa pagina erano dotate di un ordinario ma funzionale sistema di caricamento a levetta. In seguito il nome "Extra" venne usato anche per le versioni con caricamento a stantuffo, che sono però trattate altrove.
Versioni
La "Extra" venne prodotta inizialmente nella sola versione sfaccettata, con corpo e cappuccio dotati di 12 facce. Su una di queste, sul corpo della penna, veniva riportata la dicitura "Omas Extra" in caratteri corsivi. Il cappuccio era decorato con una ampia vera grecata posta fra due sottili anellini, realizzati in metallo laminato oro, molto simile a quella della Deco Band. Anche la clip venne realizzata in forma sfaccettata, e con terminazione a rotellina, di nuovo molto simile a quella della Doric. La penna venne realizzata in tre dimensioni, grande, media e piccola (da signora), di quest'ultima era disponibile anche una versione senza clip con anello sulla testa del cappuccio.
Con il dopoguerra il nome "Omas Extra" venne ripreso per le nuove versioni a stantuffo, stilisticamente identiche alle Lucens in versioni tonda (con tre anellini e clip a rotellina) introducendo il nuovo sistema di caricamento. Lo stesso nome venne impiegato anche per le versioni ogivali, prima che anche a queste venisse assegnata la numerazione utilizzata per le Omas 55x con il suffisso "/S".
Colori
Nei cataloghi vengono indicate 12 versioni di colori diversi, anche se esistono ulteriori varianti. Un elenco non esaustivo comprende: Nero, Marmorizzato Blu, Grigio, Verde e Marrone, Celluloide "Arco" grigia e marrone.
Pennini
Le extra erano dotate di pennino in oro 14 carati, con la stampigliatura delle due scritte "OMAS" ed "EXTRA" curvate intorno alla marcatura centrale della caratura (la cifra 585 compresa in un rombo). Sono presenti anche versioni del pennino riportanti la dicitura "14 Ki"". Le versioni autarchiche erano invece dotate di pennino in "Permanio", con lo stesso tipo di stampigliatura (la scritta "EXTRA" più piccola) intorno alla parola "PERMANIO" messa al posto del rombo della caratura.
Misure
Nella tabella seguente sono riportate le misure relative alle diverse varianti del modello, sia per quanto riguarda le lunghezze che il peso. La lunghezza fa riferimento alla lunghezza della penna da chiusa col cappuccio avvitato o calzato fino in fondo. La misura del fusto fa riferimento alla lunghezza del corpo penna compreso il pennino. I diametri per fusto e cappuccio sono misurati sul loro valore massimo, la sezione invece sul punto di presa, ed il diametro è quindi una indicazione molto approssimata. I pesi sono a penna scarica (o senza cartucce). Le misure sono state eseguite su esemplari singoli, pertanto sono comunque indicative, e sono possibili variazioni dell'ordine di uno/due millimetri sulle lunghezze, di qualche decimo di millimetro sui diametri, e del grammo sui pesi.
Versione | Lunghezza | Altre misure: lunghezze, diametri, pesi |
---|---|---|
Grande | 13.9 cm | 14.5 mm il cappuccio, 13 mm il corpo |
Media | 12.6 cm | 13.5 mm il cappuccio, 12 mm il corpo |
Da Signora | 1x.x cm | 1x mm il cappuccio, 1x mm il corpo |
Indice
Cronologia
Anno | Avvenimento |
---|---|
1932 | l'azienda introduce le Omas Extra |
1933 | l'azienda introduce la versione tonda liscia della Extra (data indicativa[2]) |
1936 | l'azienda sostituisce la vera con tre anelli sulla Omas Extra tonda[3] |
1940 | l'azienda sostituisce la vera con tre anelli sulla Omas Extra sfaccettata[4] |
1946 | l'azienda dismette la Extra tradizionale con caricamento a levetta[5] |
Riferimenti esterni
- nessuno per ora
Note
- ↑ Enrico Castruccio nel suo libro sostiene che non ci sarebbe stato il tempo di predisporre gli apparati produttivi, ma non esiste nessuna informazione a supporto di questa tesi.
- ↑ l'anno esatto non è noto, si sa solo che è successiva alla versione sfaccettata.
- ↑ secondo quanto indicato da Letizia Jacopini nel suo libro "La storia della stilografica in Italia".
- ↑ secondo quanto indicato da Letizia Jacopini nel suo libro "La storia della stilografica in Italia".
- ↑ per questa data si fa riferimento a quanto riporta Emilio Dolcini nel suo libro sull'azienda.
Materiale disponibile
Viene di seguito illustrato il materiale raccolto relativo a questo modello: le fotografie dello stesso, le pubblicità in cui compare o viene citato, le scansioni dei libretti di istruzione per il modello, ed tutte le altre scansioni contenenti informazioni ad esso attinenti.