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==Le pulitrici ad ultrasuoni ''domestiche''==
 
==Le pulitrici ad ultrasuoni ''domestiche''==
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Una pulitrice ad ultrasuoni, in sostanza, è costituita da una vasca che contiene la soluzione di pulizia (variabile a seconda delle applicazioni) nella quale si immerge l'oggetto da pulire. Sul fondo della vasca è installato il trasduttore (generalmente piezoelettrico). Sotto l'azione di un segnale elettrico osillante alla frequenza di lavoro, il trasduttore varia di dimensione aumentando e diminuendo in sincrono con la frequenza. In pratica il trasduttore si comporta come un pistone che crea picchi di pressione in corrispondenza del picco dell'onda e minimi di pressione in corrispondenza della valle. Durante le depressioni si generano le bolle di cavitazione.  
 
Una pulitrice ad ultrasuoni, in sostanza, è costituita da una vasca che contiene la soluzione di pulizia (variabile a seconda delle applicazioni) nella quale si immerge l'oggetto da pulire. Sul fondo della vasca è installato il trasduttore (generalmente piezoelettrico). Sotto l'azione di un segnale elettrico osillante alla frequenza di lavoro, il trasduttore varia di dimensione aumentando e diminuendo in sincrono con la frequenza. In pratica il trasduttore si comporta come un pistone che crea picchi di pressione in corrispondenza del picco dell'onda e minimi di pressione in corrispondenza della valle. Durante le depressioni si generano le bolle di cavitazione.  
 
[[File:Bolle.jpg|miniatura|Fig. 3 - Effetti di bolle di cavitazione di differenti dimensioni]]
 
[[File:Bolle.jpg|miniatura|Fig. 3 - Effetti di bolle di cavitazione di differenti dimensioni]]
 
Queste bolle come, visto sopra, implodendo asportano le particelle di sporco che aderiscono all'oggetto da pulire. Apparecchi a frequenze più alte generano bolle di dimensioni minori che rimuovono particelle più piccole ma che riescono ad insinuarsi nei più piccoli recessi ed hanno un effetto ''più gentile'' sull'oggetto da pulire. Apparecchi a frequenze più basse, al contrario, generano bolle più grosse e più energetiche che puliscono superfici maggiori nell'unità di tempo ma effettuano un lavoro ''più grossolano'' e determinano uno ''stress'' meccanico maggiore sull'oggetto da pulire.
 
Queste bolle come, visto sopra, implodendo asportano le particelle di sporco che aderiscono all'oggetto da pulire. Apparecchi a frequenze più alte generano bolle di dimensioni minori che rimuovono particelle più piccole ma che riescono ad insinuarsi nei più piccoli recessi ed hanno un effetto ''più gentile'' sull'oggetto da pulire. Apparecchi a frequenze più basse, al contrario, generano bolle più grosse e più energetiche che puliscono superfici maggiori nell'unità di tempo ma effettuano un lavoro ''più grossolano'' e determinano uno ''stress'' meccanico maggiore sull'oggetto da pulire.
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La cavitazione aumenta notevolmente l'efficacia delle eventuali sostanze di pulizia disciolte nell'acqua, consentendo così l'impiego di minori sostanze chimiche, per contro viene aumentata anche l'aggressività di queste sostanze e la loro capacità di attaccare i materiali da pulire. Per cui la corretta determinazione della soluzione di pulizia è estremamente importante e dipende dal materiale che deve essere sottoposto al trattamento. Nelle applicazioni industriali
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La cavitazione aumenta notevolmente l'efficacia delle eventuali sostanze di pulizia disciolte nell'acqua, consentendo così l'impiego di minori sostanze chimiche, per contro viene aumentata anche l'aggressività di queste sostanze e la loro capacità di attaccare i materiali da pulire. Per cui la corretta determinazione della soluzione di pulizia è estremamente importante e dipende dal materiale che deve essere sottoposto al trattamento. Nelle applicazioni industriali spesso al posto dell'acqua si usano solventi particolari studiati specificamente per i materiali da trattare e per la tipologia di sostanze da asportare. Per le applicazioni domestiche è sufficiente l'acqua con eventuale aggiunta di sostanze tensioattive (previa valutazione degli effetti che le stesse possono avere sull'oggetto da pulire). 
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Un effetto collaterale della cavitazione, a causa dell'energia rilasciata, è il riscaldamento dell'acqua con l'uso per cui è necessario interrompere il trattamento in caso di materiali sensibili al calore.
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La maggior parte dei materiali duri, non assorbenti (metalli, plastica etc.) e non attaccabili chimicamente dal fluido di lavaggio possono essere sottoposti al trattamento ad ultrasuoni. Fra questi si distinguono componenti elettronici, cavi, oggetti vari in plastica, vetro, alluminio o ceramica.
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==Conclusioni==
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Per quanto riguarda l'impiego di pulitrici ad ultrasuoni con penne stilografiche, viste le considerazioni sopra esposte, si può dire che questi strumenti sono ''adeguatamente'' sicuri, ma si deve sempre tenere conto che:
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* si tratta di un sistema di pulizia meccanica che comporta il rilascio di quantità sensibili di energia, quindi se il materiale da pulire dovesse presentare micro cricche od indebolimenti strutturali localizzati, si potrebbero verificare rotture. Comunque ad ogni ciclo di pulizia il materiale subisce uno ''stress'' meccanico;
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* la cavitazione amplifica gli effetti pulenti di eventuali sostanze chimiche aggiunte all'acqua (e questo può essere bene) ma amplifica anche la eventuale aggressività verso particolari materiali (e questo è un male). Quindi bisogna prestare particolare cura alla scelta delle sostanze pulenti da impiegare;
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* non tutti i materiali con cui sono realizzate le penne stilografiche sono adatti ad essere trattati in una pulitrice ad ultrasuoni.
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In conclusione una pulitrice ad ultrasuoni è un ottimo strumento di ''intervento/riparazione'' per la risoluzione di un problema altrimenti non risolvibile, ma il suo utilizzo come mezzo di pulizia periodico sottopone la penna ad uno ''stress'' meccanico forse non giustificabile. D'altro canto, l'impiego della ''dovuta diligenza'' nell'uso quotidiano di una penna stilografica e nella sua manutenzione non dovrebbe rendere necessario l'impiego di mezzi stressanti di pulizia.
    
==Bibliografia==
 
==Bibliografia==
 
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