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La [[Stilus]], fondata a Torino nel 1917 da ''Emilio Pecco'', è una dei più antichi produttori di stilografiche italiani, antecedente come nascita a marchi assai più prestigiosi come [[Aurora]] e [[Omas]]. L'azienda è rimasta sul mercato fino agli anni '50, ma subì gli effetti del cambiamento del mercato e dell'introduzione dei nuovi materiali, e nel 1955 cessò la produzione cedendo il marchio alla [[Pagliero]] che lo mantenne attivo all'incirca fino a metà degli anni '60.  
 
La [[Stilus]], fondata a Torino nel 1917 da ''Emilio Pecco'', è una dei più antichi produttori di stilografiche italiani, antecedente come nascita a marchi assai più prestigiosi come [[Aurora]] e [[Omas]]. L'azienda è rimasta sul mercato fino agli anni '50, ma subì gli effetti del cambiamento del mercato e dell'introduzione dei nuovi materiali, e nel 1955 cessò la produzione cedendo il marchio alla [[Pagliero]] che lo mantenne attivo all'incirca fino a metà degli anni '60.  
    
La produzione, nonostante un progressivo peggioramento qualitativo subito nel dopoguerra nella fase di decadenza dell'azienda, è fino a tutti gli anni '30 stata di altissima qualità, senza niente da invidiare a quella dei migliori produttori italiani. Il marchio è però meno noto e per questo suscita un interesse minore nei collezionisti rispetto a ad altre produzioni storiche che pure non hanno una qualità equivalente.{{Infobox_Marca|Stilus}}{{BrandData|Founder=Emilio Pecco|Place=Torino|Date=1917|Country=IT}}
 
La produzione, nonostante un progressivo peggioramento qualitativo subito nel dopoguerra nella fase di decadenza dell'azienda, è fino a tutti gli anni '30 stata di altissima qualità, senza niente da invidiare a quella dei migliori produttori italiani. Il marchio è però meno noto e per questo suscita un interesse minore nei collezionisti rispetto a ad altre produzioni storiche che pure non hanno una qualità equivalente.{{Infobox_Marca|Stilus}}{{BrandData|Founder=Emilio Pecco|Place=Torino|Date=1917|Country=IT}}
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[[Image:Stilus-Invoice-1929-02.jpg|thumb|Fattura [[Stilus]] del 1929]]
 
[[Image:Stilus-Invoice-1929-02.jpg|thumb|Fattura [[Stilus]] del 1929]]
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La [[Stilus]] è una delle più antichi produttori di stilografiche italiani, le sue origini infatti risalgono al 1917 a Torino come si evince dalla iscrizione riportata nella fattura illustrata a fianco che riporta il 12 aprile 1917 come data di registrazione presso il ministero dell'industria e del commercio. Questo la rende pertanto un produttore di grande rilevanza, essendo nata ben due anni prima della ben più famosa [[Aurora]], anche se le informazioni al riguardo sono estremamente ridotte.<ref>la gran parte si trova sul secondo volume del testo di Letizia Jacopini, a cui si è fatto riferimento per le informazioni riguardo questa azienda.</ref>
 
La [[Stilus]] è una delle più antichi produttori di stilografiche italiani, le sue origini infatti risalgono al 1917 a Torino come si evince dalla iscrizione riportata nella fattura illustrata a fianco che riporta il 12 aprile 1917 come data di registrazione presso il ministero dell'industria e del commercio. Questo la rende pertanto un produttore di grande rilevanza, essendo nata ben due anni prima della ben più famosa [[Aurora]], anche se le informazioni al riguardo sono estremamente ridotte.<ref>la gran parte si trova sul secondo volume del testo di Letizia Jacopini, a cui si è fatto riferimento per le informazioni riguardo questa azienda.</ref>
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L'azienda venne fondata dal Dr. ''Emilio Pecco'' a Torino, con sede in via Cibrario 12 e denominazione ''Pecco e C. Stilus'', anche se su alcuni modelli successivi (come sul quello in [[celluloide]] qui riportato nella fotografia sottostante) si ritrova la la dicitura ''FRATELLI PECCO'', ed in varie registrazioni di marchi varianti come ''Ditta F.lli Pecco'' o ''Ditta Pecco & C. fabbrica di penne stilografiche''. Il marchio ''Stilus'' venne comunque depositato nel 1919 ({{Marchio|18555}}) ed è stato mantenuto come riferimento costante della produzione per tutta la vita dell'azienda.
 
L'azienda venne fondata dal Dr. ''Emilio Pecco'' a Torino, con sede in via Cibrario 12 e denominazione ''Pecco e C. Stilus'', anche se su alcuni modelli successivi (come sul quello in [[celluloide]] qui riportato nella fotografia sottostante) si ritrova la la dicitura ''FRATELLI PECCO'', ed in varie registrazioni di marchi varianti come ''Ditta F.lli Pecco'' o ''Ditta Pecco & C. fabbrica di penne stilografiche''. Il marchio ''Stilus'' venne comunque depositato nel 1919 ({{Marchio|18555}}) ed è stato mantenuto come riferimento costante della produzione per tutta la vita dell'azienda.
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[[File:Stilus-25-Overlay-Capped-3.jpg|thumb|left|[[Stilus]] #25 [[overlay]] ]]
 
[[File:Stilus-25-Overlay-Capped-3.jpg|thumb|left|[[Stilus]] #25 [[overlay]] ]]
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La produzione iniziale fino agli anni '20 è costituita principalmente da penne in [[ebanite]] con [[caricamento a contagocce]] o [[safety]] analoghi alla produzione contemporanea, realizzate con vari motivi ondulati ed anche in versioni fiammate e con colorazioni particolari. Sono però presenti alcuni modelli [[safety]] diversi in fa riferimento ad un brevetto per il montaggio della spirale interna presente in alcuni di essi, che viene agganciata sul fondello tramite una vite. In questo caso viene riportato una dicitura a tre linee ''Brevetto'', ''Stilus'', ''Pecco e C. Torino'' sul corpo e sul fondello compare, oltre al marchio ed al numero del modello pure la dicitura ''Brevettata''.  
 
La produzione iniziale fino agli anni '20 è costituita principalmente da penne in [[ebanite]] con [[caricamento a contagocce]] o [[safety]] analoghi alla produzione contemporanea, realizzate con vari motivi ondulati ed anche in versioni fiammate e con colorazioni particolari. Sono però presenti alcuni modelli [[safety]] diversi in fa riferimento ad un brevetto per il montaggio della spirale interna presente in alcuni di essi, che viene agganciata sul fondello tramite una vite. In questo caso viene riportato una dicitura a tre linee ''Brevetto'', ''Stilus'', ''Pecco e C. Torino'' sul corpo e sul fondello compare, oltre al marchio ed al numero del modello pure la dicitura ''Brevettata''.  
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Almeno negli anni iniziali è nota anche una produzione economica a marchio ''[[Eridania]]'', in genere accompagnata da un numero di modello e talvolta anche sigla ''PCT'', come acronimo di ''Pecco e C.'' Torino. La produzione iniziale di questi modelli era di penne a contagocce o [[safety]] in ebanite, in quattro misure diverse. Lo stesso marchio si trova su una produzione successiva di modelli in [[celluloide]] con caricamento a [[pulsante di fondo]]. Si ritiene anche che l'azienda abbia prodotto per altri marchi, ed alcuni ritengono gli sia attribuibile anche la produzione a marchio ''[[Scriba]]''.  
 
Almeno negli anni iniziali è nota anche una produzione economica a marchio ''[[Eridania]]'', in genere accompagnata da un numero di modello e talvolta anche sigla ''PCT'', come acronimo di ''Pecco e C.'' Torino. La produzione iniziale di questi modelli era di penne a contagocce o [[safety]] in ebanite, in quattro misure diverse. Lo stesso marchio si trova su una produzione successiva di modelli in [[celluloide]] con caricamento a [[pulsante di fondo]]. Si ritiene anche che l'azienda abbia prodotto per altri marchi, ed alcuni ritengono gli sia attribuibile anche la produzione a marchio ''[[Scriba]]''.  
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In seguito vennero prodotti nuovi modelli in stile [[Duofold]], alcuni dei quali con una clip a pallina marchiata con la scritta ''Stilus'' corsiva in verticale, a cui si aggiungeva la scritta longitudinale ''18 KR'' sulla parte terminale prima della pallina. Questi modelli vennero prodotti anche con [[caricamento a levetta]] e a [[pulsante di fondo]]. La produzione di questi modelli proseguì fino agli anni '30, con versioni in [[celluloide]].
 
In seguito vennero prodotti nuovi modelli in stile [[Duofold]], alcuni dei quali con una clip a pallina marchiata con la scritta ''Stilus'' corsiva in verticale, a cui si aggiungeva la scritta longitudinale ''18 KR'' sulla parte terminale prima della pallina. Questi modelli vennero prodotti anche con [[caricamento a levetta]] e a [[pulsante di fondo]]. La produzione di questi modelli proseguì fino agli anni '30, con versioni in [[celluloide]].
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Questi primi modelli in [[ebanite]] venivano in genere identificati da un numero a tre cifre, in cui la cifra delle unità faceva riferimento alla misura del pennino, quella delle decine al tipo di decorazione e quella delle centinaia il tipo di caricamento. Il [[safety]] ordinario era identificato dalla cifra 3, mentre quello ''brevettato'' dalla cifra 4, mentre il [[caricamento a levetta]] dalla cifra 6 e quello a [[pulsante di fondo]] la cifra 7.  
 
Questi primi modelli in [[ebanite]] venivano in genere identificati da un numero a tre cifre, in cui la cifra delle unità faceva riferimento alla misura del pennino, quella delle decine al tipo di decorazione e quella delle centinaia il tipo di caricamento. Il [[safety]] ordinario era identificato dalla cifra 3, mentre quello ''brevettato'' dalla cifra 4, mentre il [[caricamento a levetta]] dalla cifra 6 e quello a [[pulsante di fondo]] la cifra 7.  
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Per le penne di ebanite nera la cesellatura ad onde normale era identificata dalla cifra 1, mentre quella ad onde più ampie dalla cifra 0. L'ebanite colorata era indicata dalla cifra 2, ed oltre al solito colore [[RHR|rosso]] ed alle versioni [[mottled|fiammate]] sono stati reperiti anche esemplari con colorazioni chiare simili a quelle della [[Waterman 94]] (sfondo giallo con venature verdi o blu).  
 
Per le penne di ebanite nera la cesellatura ad onde normale era identificata dalla cifra 1, mentre quella ad onde più ampie dalla cifra 0. L'ebanite colorata era indicata dalla cifra 2, ed oltre al solito colore [[RHR|rosso]] ed alle versioni [[mottled|fiammate]] sono stati reperiti anche esemplari con colorazioni chiare simili a quelle della [[Waterman 94]] (sfondo giallo con venature verdi o blu).  
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Le misure dei pennini, in oro a 14 carati e marchiati anch'essi ''Stilus''  in orizzontale a caratteri corsivi, erano diverse, non è noto un intervallo specifico, ma la misura massima, posta sulle penne di maggiore dimensione, era la 9. Negli anni '20 e '30 vennero prodotte anche versioni [[overlay|rivestite]] particolarmente eleganti con decorazioni [[guilloché]] in stile liberty.
 
Le misure dei pennini, in oro a 14 carati e marchiati anch'essi ''Stilus''  in orizzontale a caratteri corsivi, erano diverse, non è noto un intervallo specifico, ma la misura massima, posta sulle penne di maggiore dimensione, era la 9. Negli anni '20 e '30 vennero prodotte anche versioni [[overlay|rivestite]] particolarmente eleganti con decorazioni [[guilloché]] in stile liberty.
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[[Image:Stilus-917-Green-CapNib.jpg|thumb||Una [[Stilus]] 917 in [[celluloide]] ]]
 
[[Image:Stilus-917-Green-CapNib.jpg|thumb||Una [[Stilus]] 917 in [[celluloide]] ]]
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Nel corso anni '30 lo stile iniziò ad essere rivisto, con l'abbandono della clip a pallina e l'adozione di linee più affusolate. Anche la produzione della [[Stilus]] seguì la moda introdotta dalla [[Omas Extra]], con penne sfaccettate e clip a rotellina, imitazione dello stile della [[Doric]] della [[Eversharp]], che contraddistingue praticamente tutta la produzione italiana di quel periodo.  Vennero prodotte in questo periodo le penne in [[celluloide]] sfaccettata con [[caricamento a levetta]] denominate ''Automatica''.   
 
Nel corso anni '30 lo stile iniziò ad essere rivisto, con l'abbandono della clip a pallina e l'adozione di linee più affusolate. Anche la produzione della [[Stilus]] seguì la moda introdotta dalla [[Omas Extra]], con penne sfaccettate e clip a rotellina, imitazione dello stile della [[Doric]] della [[Eversharp]], che contraddistingue praticamente tutta la produzione italiana di quel periodo.  Vennero prodotte in questo periodo le penne in [[celluloide]] sfaccettata con [[caricamento a levetta]] denominate ''Automatica''.   
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I nuovi modelli sfaccettati venivano identificato con la cifra 10 (ottenendo così un codice a 4 cifre) mentre quelli lisci avevano la cifra 9. L'uso della celluloide venne presumibilmente indicato dalla cifra 4 nella colonna delle decine, anche se sono presenti modelli con la cifra 5 e con la cifra 1. I dettagli sulla numerazione di questo periodo sono pertanto alquanto incerti.
 
I nuovi modelli sfaccettati venivano identificato con la cifra 10 (ottenendo così un codice a 4 cifre) mentre quelli lisci avevano la cifra 9. L'uso della celluloide venne presumibilmente indicato dalla cifra 4 nella colonna delle decine, anche se sono presenti modelli con la cifra 5 e con la cifra 1. I dettagli sulla numerazione di questo periodo sono pertanto alquanto incerti.
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[[Image:Stilus-Automatica-RedGold-Posted.jpg|thumb|left|Una [[Stilus]] in [[celluloide]] ]]
 
[[Image:Stilus-Automatica-RedGold-Posted.jpg|thumb|left|Una [[Stilus]] in [[celluloide]] ]]
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Con il progredire della propaganda autarchica del regime fascista, alla fine degli anni '30 come gli altri produttori l'azienda iniziò ad usare pennini in acciaio, e come le altre aziende adottò per la lega utilizzata un nome di fantasia ''[[Osmiria]]''. All'uso dei pennini di acciaio vennero poi abbinate delle finiture cromate anziché dorate.
 
Con il progredire della propaganda autarchica del regime fascista, alla fine degli anni '30 come gli altri produttori l'azienda iniziò ad usare pennini in acciaio, e come le altre aziende adottò per la lega utilizzata un nome di fantasia ''[[Osmiria]]''. All'uso dei pennini di acciaio vennero poi abbinate delle finiture cromate anziché dorate.
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Nel dopoguerra la qualità della produzione iniziò a diminuire, e seguendo al solito lo stile in voga in quel periodo, adottato da tutti i produttori, vennero introdotti modelli affusolati di forma ogivale, ed oltre ai tradizionali [[caricamento a levetta]] e a [[pulsante di fondo]] venne utilizzato anche il nuovo caricamento a stantuffo. Vennero inoltre prodotte penne economiche con pennini in acciaio dorato.  
 
Nel dopoguerra la qualità della produzione iniziò a diminuire, e seguendo al solito lo stile in voga in quel periodo, adottato da tutti i produttori, vennero introdotti modelli affusolati di forma ogivale, ed oltre ai tradizionali [[caricamento a levetta]] e a [[pulsante di fondo]] venne utilizzato anche il nuovo caricamento a stantuffo. Vennero inoltre prodotte penne economiche con pennini in acciaio dorato.  
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L'azienda rimase in attività fino al 1954, quando per gli effetti della crisi della stilografica fu costretta a chiudere la produzione. Il marchio venne ceduto nel 1955 alla [[Pagliero]], azienda del distretto di [[Settimo Torinese]] che proseguì la produzione almeno fino agli inizi degli anni '60.<ref>uno di questi modelli, datato 1962, è mostrato in [http://www.tryphon.it/pens/photo.htm questa pagina].</ref>
 
L'azienda rimase in attività fino al 1954, quando per gli effetti della crisi della stilografica fu costretta a chiudere la produzione. Il marchio venne ceduto nel 1955 alla [[Pagliero]], azienda del distretto di [[Settimo Torinese]] che proseguì la produzione almeno fino agli inizi degli anni '60.<ref>uno di questi modelli, datato 1962, è mostrato in [http://www.tryphon.it/pens/photo.htm questa pagina].</ref>
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Nonostante sia uno dei produttori fra i più antichi in Italia, ed abbia realizzato dei prodotti di ottima qualità, la [[Stilus]] non gode di grande fama in ambito collezionistico, e viene spesso ignorata e sottovalutata rispetto ad altri marchi che risultano più famosi pur non avendo una storia altrettanto antica ed una produzione altrettanto valida.
 
Nonostante sia uno dei produttori fra i più antichi in Italia, ed abbia realizzato dei prodotti di ottima qualità, la [[Stilus]] non gode di grande fama in ambito collezionistico, e viene spesso ignorata e sottovalutata rispetto ad altri marchi che risultano più famosi pur non avendo una storia altrettanto antica ed una produzione altrettanto valida.
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==Note==
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<references/>
 
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==Riferimenti esterni==
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* nessuno, per ora
 
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[[Category:Marche]]
 
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[[Category:Brands]]
 
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[[Category:Italia]]
 
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