Sacchetti elastici

Da FountainPen.
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Molti sistemi di caricamento delle stilografiche antiche (come il caricamento a levetta o quello a pulsante di fondo) sono basati sulla compressione di un sacchetto di gomma (bladder o sac nel gergo anglosassone). Con il tempo e l'uso questo tende o rompersi o a indurirsi (pietrificare). In entrambi i casi l'unica soluzione possibile è la rimozione del sacchetto rotto e la sua sostituzione con un sacchetto nuovo.

Le dimensioni (diametro esterno) dei sacchetti delle penne stilografiche sono di solito espressi in 64-simi di pollice. Quindi un sacchetto marcato "14" corrisponde a 14/64 di pollice; un pollice equivale a 25.4 mm, quindi nel caso citato 14/64*25.4 = 5.55 mm diametro esterno. Per la scelta comunque il diametro deve tener conto anche dell'ingombro dell'eventuale meccanismo, e si consiglia di seguire la procedura ed i conti illustrati in questa pagina.

Sacchetti nelle principali misure

Non fate l'errore di montare il sacchetto più grande possibile nell'illusione di aumentare la capacità del serbatoio, i fattori che determinano la durata del serbatoio sono altri, rischiate solo delle macchie di inchiostro nella camicia o nella borsa. Un sacchetto più piccolo è preferibile per il miglior riempimento e il miglior isolamento termico che si riesce a ottenere per lo strato d'aria fra il sacchetto ed il corpo della penna.

Si tenga presente che i sacchetti citati e le relative indicazioni relative alle dimensioni si applicano al caso di utilizzo dei sacchetti da usare per caricamento che prevedono la compressione degli stessi dal meccanismo di caricamento (in genere levetta o pulsante di fondo). Un discorso diverso va fatto per i sacchetti usati con altre tipologie di caricamento, come ad esempio quello a pompetta, in cui il sacchetto deve essere compresso a mano. In tal caso occorre usare una misura adeguata alla bocchetta disponibile, ad esempio sulle Doric da stenografia la misura indicata è la 15. Lo stesso vale per altre tipologie di sacchetti di gomma, realizzate specificamente per altri caricamenti (come i diaframmi della Vacumatic). Alcuni dettagli si possono trovare su http://www.pensacs.com/, la ditta che li produceva e che ha ripreso la produzione in tempi recenti.

I sacchetti in commercio sono di due tipi, i tradizionali sacchetti in gomma/lattice, in genere di colore nero, ed i nuovi sacchetti in silicone, chiari e parzialmente trasparenti, come quelli illustrati nell'immagine a lato. Le differenze sono significative, i sacchetti in lattice infatti, nonostante siano in uso da oltre 100 anni, hanno diverse controindicazioni, la principale delle quali è relativa alla loro durata e perdita di elasticità, che a causa delle componenti contenute in alcuni inchiostri moderni si sta dimostrando estremamente ridotta (mesi se non settimane). Inoltre nell'invecchiamento esalano componenti solforosi di cui è accertata la capacità di causare alterazioni e viraggi di colore nella celluloide.

I sacchetti in silicone (si faccia però attenzione, talvolta vengono indicati come tali sacchetti in PVC che pur resistenti possono causare danni seri alla celluloide quando degradano) non hanno nessuno di questi problemi. Il materiale è molto più stabile e resistente alle componenti degli inchiostri e dimostra una tenuta meccanica ed un mantenimento dell'elasticità molto più prolungato. Inoltre non è noto il rilascio di nessun componente chimico durante l'invecchiamento, e non sono quindi fonte di possibili alterazioni di materiali delicati come la celluloide. Si tratta pertanto, nonostante il costo superiore di una scelta comunque conveniente. L'unica controindicazione è per i sacchetti utilizzati utilizzati per il caricamenti Touch Down e snorkel, dove occorrono sacchetti molto elastici con pareti più sottili che sono prodotti soltanto in lattice (il silicone non è abbastanza elastico).