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Come accennato uno dei principali difetti dell'[[ebanite]] è quello di scolorirsi a causa dell'ossidazione e della riemersione dello zolfo a causa dell'esposizione alla luce e all'umidità. Questo, che è un problema generale del materiale, in un paese come il Giappone veniva particolarmente accentuato dal clima caldo ed umido. Per questo motivo la [[Pilot]] cercò di porvi una soluzione ed a partire dal 1923 adottò una lavorazione che si rifaceva alla tradizionale tecnica della lacca, che veniva applicata come uno strato di verniciatura sopra l'[[ebanite]]. Ma nonostante la verniciatura alleviasse il problema, esso si ripresentava regolarmente, anche se su tempi un po' più lunghi.  
 
Come accennato uno dei principali difetti dell'[[ebanite]] è quello di scolorirsi a causa dell'ossidazione e della riemersione dello zolfo a causa dell'esposizione alla luce e all'umidità. Questo, che è un problema generale del materiale, in un paese come il Giappone veniva particolarmente accentuato dal clima caldo ed umido. Per questo motivo la [[Pilot]] cercò di porvi una soluzione ed a partire dal 1923 adottò una lavorazione che si rifaceva alla tradizionale tecnica della lacca, che veniva applicata come uno strato di verniciatura sopra l'[[ebanite]]. Ma nonostante la verniciatura alleviasse il problema, esso si ripresentava regolarmente, anche se su tempi un po' più lunghi.  
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La soluzione definitiva venne trovata nel 1925, con un nuovo procedimento produttivo che prevedeva di far ruotare al tornio ad alta velocità i fusti di [[ebanite]] applicandovi sopra delle strisce di feltro imbevute di lacca, così che per il calore della frizione questa potesse penetrasse in profondità nel materiale. Questo procedimento portò al brevetto ({{FPO Patent|1600293}}) di un nuovo materiale, denominato appunto ''Laccanite'' (o ''Laconite''), dotato di una splendida lucentezza e di grandissima resistenza agli agenti atmosferici.
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La soluzione definitiva venne trovata nel 1925, con un nuovo procedimento produttivo che prevedeva di far ruotare al tornio ad alta velocità i fusti di [[ebanite]] applicandovi sopra delle strisce di feltro imbevute di lacca, così che per il calore della frizione questa potesse penetrasse in profondità nel materiale. Questo procedimento portò al brevetto ({{Cite patent|US|1600293}}) di un nuovo materiale, denominato appunto ''Laccanite'' (o ''Laconite''), dotato di una splendida lucentezza e di grandissima resistenza agli agenti atmosferici.
    
La laccanite però non ebbe il grande successo internazionale che la [[Pilot]] si aspettava, perché anche se rimediava ad alcuni dei principali difetti tecnici dell'ebanite non rimediava al suo principale difetto estetico: quello di essere un materiale praticamente monocolore. Per questo, di fronte alla concorrenza della [[celluloide]] che in quegli stessi anni stava conoscendo una grande diffusione, questo materiale non conobbe significativa diffusione fuori dal Giappone, almeno fino a quando non venne unito ad un'altra lavorazione tradizionale giapponese, quella del [[Maki-e]], portando alla produzione di quei capolavori che hanno reso la [[Pilot]], e le altre aziende giapponesi, protagoniste indiscutibili della storia della stilografica.
 
La laccanite però non ebbe il grande successo internazionale che la [[Pilot]] si aspettava, perché anche se rimediava ad alcuni dei principali difetti tecnici dell'ebanite non rimediava al suo principale difetto estetico: quello di essere un materiale praticamente monocolore. Per questo, di fronte alla concorrenza della [[celluloide]] che in quegli stessi anni stava conoscendo una grande diffusione, questo materiale non conobbe significativa diffusione fuori dal Giappone, almeno fino a quando non venne unito ad un'altra lavorazione tradizionale giapponese, quella del [[Maki-e]], portando alla produzione di quei capolavori che hanno reso la [[Pilot]], e le altre aziende giapponesi, protagoniste indiscutibili della storia della stilografica.

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