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La produzione iniziale prevedeva i classici modelli di penne [[safety|rientranti]] (denominate [[R.A.]], da ''Rientrante Aurora''), o con [[caricamento a contagocce]] realizzate in [[ebanite]], ispirate ai modelli introdotti sul mercato dalle grandi aziende americane che, come la [[Waterman]], iniziavano ad essere commercializzati anche in Italia. Queste erano penne in ebanite nera liscia o [[BCHR|cesellata]], molto più rari invece i modelli in ebanite [[mottled|marmorizzata rosso/nera]]; vennero prodotti anche modelli di lusso [[overlay|rivestiti]] in metallo placcato e laminato, ed anche in oro massiccio, che non avevano nulla da invidiare agli analoghi delle marche americane.
 
La produzione iniziale prevedeva i classici modelli di penne [[safety|rientranti]] (denominate [[R.A.]], da ''Rientrante Aurora''), o con [[caricamento a contagocce]] realizzate in [[ebanite]], ispirate ai modelli introdotti sul mercato dalle grandi aziende americane che, come la [[Waterman]], iniziavano ad essere commercializzati anche in Italia. Queste erano penne in ebanite nera liscia o [[BCHR|cesellata]], molto più rari invece i modelli in ebanite [[mottled|marmorizzata rosso/nera]]; vennero prodotti anche modelli di lusso [[overlay|rivestiti]] in metallo placcato e laminato, ed anche in oro massiccio, che non avevano nulla da invidiare agli analoghi delle marche americane.
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Negli anni '20 l'azienda iniziò a produrre anche penne in ebanite con [[caricamento a levetta]], nacque così il modello [[A.R.A]], acronimo di ''Aurora a Riempimento Automatico'', che ebbe un buon successo anche oltre i confini Italiani e portò l'[[Aurora]] a fianco delle principali ditte costruttrici Europee. In quel periodo, l'azienda seguiva la prassi comune dei produttori europei che li vedeva costruire modelli simili a quelli introdotti sul mercato dai grandi produttori americani, che allora dominavano le tendenze stilistiche e lo sviluppo tecnologico. Ma nonostante si trattasse di evidenti imitazioni, spesso questi modelli finivano per risultare nettamente superiori agli originali per qualità produttiva o per le peculiari realizzazioni stilistiche.
 
Negli anni '20 l'azienda iniziò a produrre anche penne in ebanite con [[caricamento a levetta]], nacque così il modello [[A.R.A]], acronimo di ''Aurora a Riempimento Automatico'', che ebbe un buon successo anche oltre i confini Italiani e portò l'[[Aurora]] a fianco delle principali ditte costruttrici Europee. In quel periodo, l'azienda seguiva la prassi comune dei produttori europei che li vedeva costruire modelli simili a quelli introdotti sul mercato dai grandi produttori americani, che allora dominavano le tendenze stilistiche e lo sviluppo tecnologico. Ma nonostante si trattasse di evidenti imitazioni, spesso questi modelli finivano per risultare nettamente superiori agli originali per qualità produttiva o per le peculiari realizzazioni stilistiche.
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Alla metà degli anni '20 anche l'[[Aurora]] passò alla produzione di penne in [[celluloide]], e nel [[1927]], venne alla luce la serie [[Aurora Duplex|Duplex]],<ref>si trovano riferimenti sbagliati, ad esempio nel libro "La Penna" di Enrico Castruccio, a questa serie come la [[Internazionale]].</ref> il cui nome venne scelto con un concorso. La penna era con caricamento a levetta, proposta in quattro misure, chiara imitazione della [[Duofold]] con la testa del cappuccio in ebanite nera ed una clip a pallina. A differenza della [[Duofold]] però la clip venne realizzata, nei modelli di punta, in metallo lavorato con una raffinata incisione a sbalzo, cosa che ancor oggi rende la [[Aurora Duplex|Duplex]] un vero gioiello dello stile italiano.
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Alla metà degli anni '20 anche l'[[Aurora]] passò alla produzione di penne in [[celluloide]], e nel [[1927]], venne alla luce la serie [[Aurora Duplex|Duplex]],<ref>si trovano riferimenti sbagliati, ad esempio nel libro "La Penna" di Enrico Castruccio, a questa serie come la [[Internazionale]].</ref> per il nome della quale venne indetto un concorso, il cui esito però non fu poi utilizzato.<ref>contrariamente a quanto sostenuto da Luca De Ponti nel suo libro, il nome scelto da concorso non era [[Duplex]], ma ''"Alata"'', come testimoniato da [[:File:1927-07-Aurora-RisultatoConcorso.jpg|questo annuncio]].</ref> La penna era con caricamento a levetta, proposta in quattro misure, chiara imitazione della [[Duofold]] con la testa del cappuccio in ebanite nera ed una clip a pallina. A differenza della [[Duofold]] però la clip venne realizzata, nei modelli di punta, in metallo lavorato con una raffinata incisione a sbalzo, cosa che ancor oggi rende la [[Aurora Duplex|Duplex]] un vero gioiello dello stile italiano.
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[[Image:Aurora-Duplex.jpg|thumb|left|Aurora [[Duplex]]]]
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[[Image:Aurora-Duplex-Medium-PearlBlack-Chiusa.jpg|thumb|left|Aurora [[Duplex]]]]
    
Nel [[1929]] l'azienda si ristrutturò, intraprendendo una strategia di diversificazione commerciale. In quella occasione vennero create due nuove sottomarche: la ''[[Olo]]'', diventata in seguito anche ufficialmente una sottomarca, su cui venne concentrata la produzione delle penne di fascia bassa più economiche rispetto ai prodotti marchiati [[Aurora]], vendute in circuiti commerciali diversi da quelli delle cartolerie, e la ''[[ASCO]]'' dedicata alla produzione di penne economiche destinate alla massima diffusione, pensata inizialmente come linea di produzione rivolta alle aziende, con penne da utilizzare come oggetti regalo o di promozione pubblicitarie, si allargò in seguito a fasce più ampie di mercato attraverso la vendita per corrispondenza.
 
Nel [[1929]] l'azienda si ristrutturò, intraprendendo una strategia di diversificazione commerciale. In quella occasione vennero create due nuove sottomarche: la ''[[Olo]]'', diventata in seguito anche ufficialmente una sottomarca, su cui venne concentrata la produzione delle penne di fascia bassa più economiche rispetto ai prodotti marchiati [[Aurora]], vendute in circuiti commerciali diversi da quelli delle cartolerie, e la ''[[ASCO]]'' dedicata alla produzione di penne economiche destinate alla massima diffusione, pensata inizialmente come linea di produzione rivolta alle aziende, con penne da utilizzare come oggetti regalo o di promozione pubblicitarie, si allargò in seguito a fasce più ampie di mercato attraverso la vendita per corrispondenza.
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All'inizio degli anni '30 l'[[Aurora]] cercò ad espandersi sul piano internazionale e ad entrare sul mercato spagnolo e su quello francese. Sono noti inoltre esemplari di [[Aurora]] rinvenuti in America Latina, frutto delle politiche di esportazione verso paesi come l'Argentina ed il Brasile. Nel [[1930]]<ref>la data è controversa, Luca De Ponti parla del 1932, Letizia Jacopini di un periodo fra il 1931 ed il 1932, ma come riportato in seguito il  modello [[Internazionale]] compare in una pubblicità francese del dicembre 1930, cosa che fa anticipare la data.</ref> l'azienda raggiunse un accordo con la ''Edac'', produttore della [[Edacoto]] per la commercializzazione in Francia de ''[[Le Duo Moderne]]'' un set composto da una stilografica [[Aurora]] ed una matita meccanica [[Edacoto]].  
 
All'inizio degli anni '30 l'[[Aurora]] cercò ad espandersi sul piano internazionale e ad entrare sul mercato spagnolo e su quello francese. Sono noti inoltre esemplari di [[Aurora]] rinvenuti in America Latina, frutto delle politiche di esportazione verso paesi come l'Argentina ed il Brasile. Nel [[1930]]<ref>la data è controversa, Luca De Ponti parla del 1932, Letizia Jacopini di un periodo fra il 1931 ed il 1932, ma come riportato in seguito il  modello [[Internazionale]] compare in una pubblicità francese del dicembre 1930, cosa che fa anticipare la data.</ref> l'azienda raggiunse un accordo con la ''Edac'', produttore della [[Edacoto]] per la commercializzazione in Francia de ''[[Le Duo Moderne]]'' un set composto da una stilografica [[Aurora]] ed una matita meccanica [[Edacoto]].  
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Del dicembre [[1930]] è la nascita del modello [[Internazionale]],<ref>secondo quanto riportato in [http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?/topic/103973-aurora-international-the-perfect-mix questa discussione] il modello compare nel dicembre 1930 in pubblicità sulla rivista ''L'illustration francaise''.</ref> anch'esso con caricamento a [[levetta di fondo]], che andò a far parte della combinazione ''[[Le Duo Moderne]]''. La penna, prodotta in quattro misure ed in una vasta combinazione di celluloide colorata, è contraddistinta da una ampia banda metallica decorata a greche posta fra due anelli. In questo stesso periodo vennero realizzate diverse penne destinate al mercato dell'esportazione, in particolare per il mercato francese, in genere abbastanza simili alla [[Aurora Duplex|Duplex]], sia nello stile, che per il [[caricamento a levetta]].
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Del dicembre [[1930]] è la nascita del modello [[Internazionale]],<ref>secondo quanto riportato in [http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?/topic/103973-aurora-international-the-perfect-mix questa discussione] il modello compare nel dicembre 1930 in pubblicità sulla rivista ''L'Illustration Francaise''.</ref> anch'esso con caricamento a [[levetta di fondo]], che andò a far parte della combinazione ''[[Le Duo Moderne]]''. La penna, prodotta in quattro misure ed in una vasta combinazione di celluloide colorata, è contraddistinta da una ampia banda metallica decorata a greche posta fra due anelli. In questo stesso periodo vennero realizzate diverse penne destinate al mercato dell'esportazione, in particolare per il mercato francese, in genere abbastanza simili alla [[Aurora Duplex|Duplex]], sia nello stile, che per il [[caricamento a levetta]].
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[[Image:Aurora-Novum-II.jpg|thumb|left|Una [[Novum]] della seconda serie]]
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[[File:Aurora-Novum-2s-Faceted-Medium-MarbledBlueVeined.jpg|thumb|left|Una [[Novum]] della seconda serie]]
    
Nel [[1933]] venne creato il modello [[Novum]] prodotto in forma sia cilindrica che faccettata, ed in una gran varietà di colori. La penna era era dotata del nuovo caricamento a ''[[levetta di fondo]]'' già usato sulla [[Internazionale]], e di uno speciale fermaglio di sicurezza, presente sui i modelli di maggiori dimensioni, che all'inserimento della penna nel taschino faceva scattare un gancetto che ancorava la clip al tessuto esterno della tasca per impedirne l'uscita accidentale, e che doveva essere sbloccato tirando in avanti la punta del fermaglio. Con diverse variazioni la penna restò sul mercato fino agli inizi degli anni '40.
 
Nel [[1933]] venne creato il modello [[Novum]] prodotto in forma sia cilindrica che faccettata, ed in una gran varietà di colori. La penna era era dotata del nuovo caricamento a ''[[levetta di fondo]]'' già usato sulla [[Internazionale]], e di uno speciale fermaglio di sicurezza, presente sui i modelli di maggiori dimensioni, che all'inserimento della penna nel taschino faceva scattare un gancetto che ancorava la clip al tessuto esterno della tasca per impedirne l'uscita accidentale, e che doveva essere sbloccato tirando in avanti la punta del fermaglio. Con diverse variazioni la penna restò sul mercato fino agli inizi degli anni '40.
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La storia di una penna creata apposta per gli ufficiali mandati al fronte, spesso riportata per sottolineare rarità ed importanza del modello, non è però che una invenzione, in quanto la [[Etiopia]] venne immessa sul mercato solo a partire dal [[1936]], quando la guerra era si era già conclusa. Si trattò pertanto di una abile manovra commerciale che seppe sfruttare l'eco della propaganda di guerra del regime per realizzare una penna celebrativa,<ref>una buona trattazione sull'argomento si può trovare in [http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?/topic/23647-aurora-etiopia-white-ivory questa discussione] su FPN.</ref> e per quanto la penna non sia comune, non la si può certo considerare fra i modelli più rari dell'[[Aurora]].
 
La storia di una penna creata apposta per gli ufficiali mandati al fronte, spesso riportata per sottolineare rarità ed importanza del modello, non è però che una invenzione, in quanto la [[Etiopia]] venne immessa sul mercato solo a partire dal [[1936]], quando la guerra era si era già conclusa. Si trattò pertanto di una abile manovra commerciale che seppe sfruttare l'eco della propaganda di guerra del regime per realizzare una penna celebrativa,<ref>una buona trattazione sull'argomento si può trovare in [http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?/topic/23647-aurora-etiopia-white-ivory questa discussione] su FPN.</ref> e per quanto la penna non sia comune, non la si può certo considerare fra i modelli più rari dell'[[Aurora]].
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[[File:Aurora-Superna-Rossa-Open.jpg|left|thumb|Una [[Superna]].]]
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[[File:Aurora-Superna-Big-Borgogna-Chiusa.jpg|left|thumb|Una [[Superna]].]]
    
Nel [[1937]] venne introdotto il modello [[Superna]] dotato di una variazione del meccanismo a [[levetta di fondo]], in cui la levetta era dotata di una pallina sulla estremità esterna e montata verticalmente all'interno di una struttura semisferica in alluminio posta sul fondo della penna. Il caricamento veniva effettuato rimuovendo il fondello che copriva la levetta ed azionando la stessa tramite la pallina.  
 
Nel [[1937]] venne introdotto il modello [[Superna]] dotato di una variazione del meccanismo a [[levetta di fondo]], in cui la levetta era dotata di una pallina sulla estremità esterna e montata verticalmente all'interno di una struttura semisferica in alluminio posta sul fondo della penna. Il caricamento veniva effettuato rimuovendo il fondello che copriva la levetta ed azionando la stessa tramite la pallina.  
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Nel [[1938]], seguendo la tendenza introdotta con il lancio della [[Vacumatic]] di penne trasparenti in grado di visualizzare il livello di inchiostro, la [[Aurora]] introdusse il modello [[Optima]], realizzato in celluloide trasparente e con caricamento a [[siringa rovesciata]], che restò in produzione fino ai primi anni '40. Un altro modello dello stesso anno è la [[Topolino]] una semplice penna con caricamento a [[pulsante di fondo]], riportante una incisione del personaggio della Disney, ed orientata al mercato giovanile, seguita a breve dalla [[Topolino|Biancaneve]]. Sono da da citare poi, dello stesso periodo, il modello [[Iridia]] e la serie [[Aurora ML|ML]] una linea di penne prodotte, almeno ufficialmente, per gli ufficiali delle forze armate, la cui datazione è senz'altro precedente.  
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Sempre nel [[1937]]<ref>l'anno viene indicato in [http://www.impreseneltempo-torino.it/index.php/imprese-nel-tempo/biografie-impresa/aurora/aurora-saprem questa ricostruzione] della storia aziendale pubblicata dalla CCIA di Torino, che abbiamo preso come riferimento per i dati riguardanti l'assetto proprietario dell'azienda.</ref> l'azienda, fino allora rimasta direttamente nella proprietà di Isaia Levi come ditta individuale, venne trasformata in società anonima, per questo venne fondata una nuova società per azioni, la [[Sapem]] (acronimo di ''Società anonima penne e matite'') cui viene conferita la proprietà della ''Fabbrica italiana di penne a serbatoio Aurora''.
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La seconda guerra mondiale rappresentò un periodo di crisi per l'azienda: il razionamento delle materie prime, e la difficoltà nel trovare metalli preziosi come l'oro portò alla creazione di pennini in acciaio.<ref>talvolta viene imputato, in maniera scorretta, l'uso dell'acciaio al razionamento dell'oro o alle leggi autarchiche volute dal regime fascista nel 1937, ma non esiste nessuna traccia di leggi riguardanti l'oro, tanto che anche in seguito vennero utilizzati pennini d'oro, presenti nei cataloghi fino al 1941, insieme a quelli in ''[[Platiridio]]'' e a quelli in acciaio (marcati ''Durium'').</ref>  Come per le altre ditte si cercò di sostituire la mancanza di materiale pregiato con nomi altisonanti, e la [[Aurora]] chiamò la sua lega di acciaio ''[[Platiridio]]''. Nel [[1939]]<ref>da taluni viene indicato invece il 1940, la data non è perciò del tutto sicura.</ref> venne introdotto il modello [[Selene]], con finiture metalliche, caricamento a [[pulsante di fondo]] e pennino in ''[[Platiridio]]''.
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Nel [[1938]], seguendo la tendenza introdotta con il lancio della [[Vacumatic]] di penne trasparenti in grado di visualizzare il livello di inchiostro, la [[Aurora]] introdusse il modello [[Optima]], realizzato in celluloide trasparente e con caricamento a [[siringa rovesciata]], che restò in produzione fino ai primi anni '40. Un altro modello dello stesso anno è la [[Topolino]] una semplice penna con caricamento a [[pulsante di fondo]], riportante una incisione del personaggio della Disney, ed orientata al mercato giovanile, seguita a breve dalla [[Topolino|Biancaneve]]. Sono da citare poi, dello stesso periodo, il modello [[Iridia]] e la serie [[Aurora ML|ML]] una linea di penne prodotte, almeno ufficialmente, per gli ufficiali delle forze armate, la cui datazione è senz'altro precedente.  
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L'azienda, al contrario della concorrente [[OMAS]], subì pesanti danni dai bombardamenti, nel [[1945]] gli impianti della sede di Via Basilica vennero distrutti da un incendio e le materie prime e gli archivi vennero persi, ma nonostante questo fu un grande sforzo per ricostruire le attività dagli stabilimenti di Strada dell'Abbazia di Stura, dove ancora oggi si trova l'azienda. Alla fine del [[1946]], seguendo di nuovo le tendenze del mercato dettate dall'introduzione del modello [[Parker 51|51]] della [[Parker]] anche l'[[Aurora]] introdusse un modello a pennino coperto. Affidata al design dell'architetto industriale [http://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Nizzoli Marcello Nizzoli], la [[Aurora 88|88]] è uno dei capolavori della produzione dell'azienda ed ebbe un enorme successo.  
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La seconda guerra mondiale rappresentò un periodo di crisi per l'azienda: il razionamento delle materie prime, e la difficoltà nel trovare metalli preziosi come l'oro portò alla creazione di pennini in acciaio.<ref>talvolta viene imputato, in maniera scorretta, l'uso dell'acciaio al razionamento dell'oro o alle leggi autarchiche volute dal regime fascista nel 1937, ma non esiste nessuna traccia di leggi riguardanti l'oro, tanto che anche in seguito vennero utilizzati pennini d'oro, presenti nei cataloghi fino al 1941, insieme a quelli in ''[[Platiridio]]'' e a quelli in acciaio (marcati ''Durium'').</ref>  Come per le altre ditte si cercò di sostituire la mancanza di materiale pregiato con nomi altisonanti, e la [[Aurora]] chiamò la sua lega di acciaio ''[[Platiridio]]''. Nel [[1939]]<ref>da alcune fonti viene indicato invece il 1940, la data non è perciò del tutto sicura.</ref> venne introdotto il modello [[Selene]], con finiture metalliche, caricamento a [[pulsante di fondo]] e pennino in ''[[Platiridio]]''.
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L'azienda, al contrario della concorrente [[OMAS]], subì pesanti danni dai bombardamenti, nel [[1943]] gli impianti della sede di Via Basilica vennero distrutti da un incendio e le materie prime e gli archivi vennero persi, ma nonostante questo fu un grande sforzo per ricostruire le attività dagli stabilimenti di Strada dell'Abbazia di Stura, dove ancora oggi si trova l'azienda. Alla fine del [[1946]], seguendo di nuovo le tendenze del mercato dettate dall'introduzione del modello [[Parker 51|51]] della [[Parker]] anche l'[[Aurora]] introdusse un modello a pennino coperto. Affidata al design dell'architetto industriale [http://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Nizzoli Marcello Nizzoli], la [[Aurora 88|88]] è uno dei capolavori della produzione dell'azienda ed ebbe un enorme successo.  
    
La [[Aurora 88|88]] era dotata di un [[caricamento a stantuffo]] molto avanzato, con una filettatura differenziale, la penna era realizzata con un cappuccio metallico (in metallo placcato oro o di una lega di nickel e argento chiamata ''[[Nikargenta]]'') con innesto ad incastro. Il corpo era in celluloide con una sezione trasparente, mentre il fondello era in ebanite. La penna era tecnologicamente e qualitativamente molto più avanzata di una [[Parker 51|51]], la sola parte realizzata a stampo era la guaina del pennino, dotato a sua volta di un sistema di alimentazione sofisticato che consentiva un afflusso regolare dell'inchiostro.
 
La [[Aurora 88|88]] era dotata di un [[caricamento a stantuffo]] molto avanzato, con una filettatura differenziale, la penna era realizzata con un cappuccio metallico (in metallo placcato oro o di una lega di nickel e argento chiamata ''[[Nikargenta]]'') con innesto ad incastro. Il corpo era in celluloide con una sezione trasparente, mentre il fondello era in ebanite. La penna era tecnologicamente e qualitativamente molto più avanzata di una [[Parker 51|51]], la sola parte realizzata a stampo era la guaina del pennino, dotato a sua volta di un sistema di alimentazione sofisticato che consentiva un afflusso regolare dell'inchiostro.
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Nel [[1948]] la [[Sapem]] passa sotto la guida di Giovanni Enriques, nipote di Isaia Levi; questi era entrato tre anni prima nel consiglio di amministrazione, ed era diventato azionista di maggioranza a fine 1946, dopo un aumento di capitale; nel 1948 assume anche la carica di amministratore delegato. E' lui l'artefice del rilancio dell'azienda, che in quello stesso anno recupera in parte la ragione sociale originale, diventando la Aurora Società per Azioni.
    
Nel [[1954]] (o 1957 secondo altre fonti), per contrastare l'avvento massiccio della penna a sfera, la [[Aurora]] lanciò sul mercato la [[Duo-Cart]], una penna economica con [[caricamento a cartuccia]] realizzata per il mercato studentesco usando materiali plastici. Le cartucce erano realizzate in polietilene su progetto di [http://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Natta Giulio Natta], premio nobel per la chimica. La caratteristica distintiva della penna, ripresa dal nome, era la capacità di contenere al suo interno una seconda cartuccia di scorta, così da non doversi trovare senza inchiostro. Con lo stesso principio venne realizzata anche la [[Aurora 888|888]], che si può considerare la versione a cartucce della [[Aurora 88|88]].
 
Nel [[1954]] (o 1957 secondo altre fonti), per contrastare l'avvento massiccio della penna a sfera, la [[Aurora]] lanciò sul mercato la [[Duo-Cart]], una penna economica con [[caricamento a cartuccia]] realizzata per il mercato studentesco usando materiali plastici. Le cartucce erano realizzate in polietilene su progetto di [http://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Natta Giulio Natta], premio nobel per la chimica. La caratteristica distintiva della penna, ripresa dal nome, era la capacità di contenere al suo interno una seconda cartuccia di scorta, così da non doversi trovare senza inchiostro. Con lo stesso principio venne realizzata anche la [[Aurora 888|888]], che si può considerare la versione a cartucce della [[Aurora 88|88]].
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