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As for [[Olo]] also [[ASCO]] began as a brand completely independent of [[Aurora]], but contrary to it, it always continued to remain so. The [[ASCO]] pens marketing was in fact entrusted to the ''"Agenzia Supera"'', which operated independently having its own headquarters in Turin, in Galleria Umberto I.  
 
As for [[Olo]] also [[ASCO]] began as a brand completely independent of [[Aurora]], but contrary to it, it always continued to remain so. The [[ASCO]] pens marketing was in fact entrusted to the ''"Agenzia Supera"'', which operated independently having its own headquarters in Turin, in Galleria Umberto I.  
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Sia la scelta del nome inglese, confermata pure dalle incisioni in inglese sul corpo della penna, cercava di catturare (come fecero altre ditte italiane dello stesso periodo) l'interesse del pubblico verso un prodotto che era inizialmente entrato in Italia come prodotto di importazione. Inoltre il nome stesso richiamava i servizi pubblicitari, che era il segmento di mercato cui si rivolgeva la produzione [[ASCO]].
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The choice of an English name, which was confirmed also by the engravings in English on the pen body, was trying to capture (as other Italian companies did in the same period) the public interest in a product that initially entered Italy as an imported product. In addition, the name itself recalled advertising services, which was the market segment addressed by the [[ASCO]] production.
    
La produzione [[ASCO]] era comunque rivolta alla fascia più economica, nel tentativo di realizzare una penna economica in grado di raggiungere il pubblico più vasto, fornendo un oggetto di uso comune e non un bene di lusso. Questo venne garantito attraverso le vendite per corrispondenza effettuate tramite cataloghi ad edizione mensile, ed anche attraverso i cosiddetti ''propagandisti'', in sostanza gli acquirenti stessi che venivano trasformati in agenti di vendita con incentivi in forma di penne omaggio sulla base del volume venduto.  
 
La produzione [[ASCO]] era comunque rivolta alla fascia più economica, nel tentativo di realizzare una penna economica in grado di raggiungere il pubblico più vasto, fornendo un oggetto di uso comune e non un bene di lusso. Questo venne garantito attraverso le vendite per corrispondenza effettuate tramite cataloghi ad edizione mensile, ed anche attraverso i cosiddetti ''propagandisti'', in sostanza gli acquirenti stessi che venivano trasformati in agenti di vendita con incentivi in forma di penne omaggio sulla base del volume venduto.