Differenze tra le versioni di "Stilma"
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L'origine del significato del nome della ''Ditta Stilma di Battista Gattero'' non è nota, mentre è nota l'attività di Battista Gattero<ref>le informazioni sulle attività di Gattero sono tratte dal libero ''Settimo Toriniese una città in punta di penna'' di Silvio Bertotto, sul quale però non c'é traccia del nome della ditta, che risulta invece dalla registrazione di alcuni marchi.</ref> che a lungo ha svolto la professione di "trafficante" (nel senso di intermediario) come fornitore di materiali che faceva poi lavorare dagli artigiani settimesi per poi rivendere il prodotto finito. | L'origine del significato del nome della ''Ditta Stilma di Battista Gattero'' non è nota, mentre è nota l'attività di Battista Gattero<ref>le informazioni sulle attività di Gattero sono tratte dal libero ''Settimo Toriniese una città in punta di penna'' di Silvio Bertotto, sul quale però non c'é traccia del nome della ditta, che risulta invece dalla registrazione di alcuni marchi.</ref> che a lungo ha svolto la professione di "trafficante" (nel senso di intermediario) come fornitore di materiali che faceva poi lavorare dagli artigiani settimesi per poi rivendere il prodotto finito. | ||
| − | Non è nota una data di fondazione dell'azienda, ma di certo Battista Gattero era attivo da prima della guerra, anche se il marchio più noto dell'azienda (da cui se è ottenuta la denominazione), [[Aster]], risulta registrato nel [[1947]] ({{Marchio|80050}}, come ''Aster-U.S.A. Torino''), e secondo Letizia Jacopini queste stilografiche erano vendute dal negozio ''Vairo'' di Torino. Sempre nel [[1947]] risultano registrati dalla ''Ditta Stilma di Battista Gattero'' altri due marchi, ''U.S.A. Unione Stilpenne Affini'' ({{Marchio|79641}}, richiesto lo stesso giorno di [[Aster]]) e ''Whiteball Torino'' ({{Marchio|82725}}, richiesto alcuni mesi dopo). Per il marchio [[Aster]] è nota una produzione economica di penne in resina termoplastica. | + | Non è nota una data di fondazione dell'azienda, ma di certo Battista Gattero era attivo da prima della guerra, anche se il marchio più noto dell'azienda (da cui se è ottenuta la denominazione), [[Aster]], risulta registrato nel [[1947]] ({{Marchio|80050}}, come ''Aster-U.S.A. Torino''), e secondo Letizia Jacopini queste stilografiche erano vendute dal negozio ''Vairo'' di Torino. Sempre nel [[1947]] risultano registrati dalla ''Ditta Stilma di Battista Gattero'' altri due marchi, ''U.S.A. Unione Stilpenne Affini'' ({{Marchio|79641}}, richiesto lo stesso giorno di [[Aster]]) e ''Whiteball Torino'' ({{Marchio|82725}}, richiesto alcuni mesi dopo) come il successivo ''Jewel'' ({{Marchio|91299}}). Per il marchio [[Aster]] è nota una produzione economica di penne in resina termoplastica. |
Le attività di Gattero sembrano essere passate, a partire dal [[1954]], dal commercio di stilografiche alla produzione; infatti secondo quanto riportato nel periodico ''"Cronache economiche"'' della Camera di Commercio di Torino, nel febbraio del [[1954]] avviene la cessazione della ''"STYLOTECN. GATTERO BATTISTA"'' che aveva come attività il commercio al minuto di penne stilografiche (vedi [[:File:1954-03-CronacheEconomiche-n135-p95.jpg|questo estratto]]) mentre nel giugno dello stesso anno risulta l'iscrizione alla camera di commercio della ''"ASTER-STILOTECNICA - TORINO di Gattero Battista"'' per la nuova attività di "fabbricazione penne stilo" (vedi [[:File:1954-06-CronacheEconomiche-n138-p01.jpg|questo estratto]]). | Le attività di Gattero sembrano essere passate, a partire dal [[1954]], dal commercio di stilografiche alla produzione; infatti secondo quanto riportato nel periodico ''"Cronache economiche"'' della Camera di Commercio di Torino, nel febbraio del [[1954]] avviene la cessazione della ''"STYLOTECN. GATTERO BATTISTA"'' che aveva come attività il commercio al minuto di penne stilografiche (vedi [[:File:1954-03-CronacheEconomiche-n135-p95.jpg|questo estratto]]) mentre nel giugno dello stesso anno risulta l'iscrizione alla camera di commercio della ''"ASTER-STILOTECNICA - TORINO di Gattero Battista"'' per la nuova attività di "fabbricazione penne stilo" (vedi [[:File:1954-06-CronacheEconomiche-n138-p01.jpg|questo estratto]]). | ||
Versione delle 21:45, 6 ott 2025
L'origine del significato del nome della Ditta Stilma di Battista Gattero non è nota, mentre è nota l'attività di Battista Gattero[1] che a lungo ha svolto la professione di "trafficante" (nel senso di intermediario) come fornitore di materiali che faceva poi lavorare dagli artigiani settimesi per poi rivendere il prodotto finito.
Non è nota una data di fondazione dell'azienda, ma di certo Battista Gattero era attivo da prima della guerra, anche se il marchio più noto dell'azienda (da cui se è ottenuta la denominazione), Aster, risulta registrato nel 1947 (Reg. Gen. N. 80050, come Aster-U.S.A. Torino), e secondo Letizia Jacopini queste stilografiche erano vendute dal negozio Vairo di Torino. Sempre nel 1947 risultano registrati dalla Ditta Stilma di Battista Gattero altri due marchi, U.S.A. Unione Stilpenne Affini (Reg. Gen. N. 79641, richiesto lo stesso giorno di Aster) e Whiteball Torino (Reg. Gen. N. 82725, richiesto alcuni mesi dopo) come il successivo Jewel (Reg. Gen. N. 91299). Per il marchio Aster è nota una produzione economica di penne in resina termoplastica.
Le attività di Gattero sembrano essere passate, a partire dal 1954, dal commercio di stilografiche alla produzione; infatti secondo quanto riportato nel periodico "Cronache economiche" della Camera di Commercio di Torino, nel febbraio del 1954 avviene la cessazione della "STYLOTECN. GATTERO BATTISTA" che aveva come attività il commercio al minuto di penne stilografiche (vedi questo estratto) mentre nel giugno dello stesso anno risulta l'iscrizione alla camera di commercio della "ASTER-STILOTECNICA - TORINO di Gattero Battista" per la nuova attività di "fabbricazione penne stilo" (vedi questo estratto).
Riferimenti: nessuno per ora
Materiale disponibile:
Note
- ↑ le informazioni sulle attività di Gattero sono tratte dal libero Settimo Toriniese una città in punta di penna di Silvio Bertotto, sul quale però non c'é traccia del nome della ditta, che risulta invece dalla registrazione di alcuni marchi.