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| | L'azienda subì un pesante arresto a causa della prima guerra mondiale, dato che oltre il 40% della sua produzione era diretto al mercato estero, ma si riprese, ritornando ad essere uno dei principali produttori di inchiostri e cancelleria del mondo. Ma l'azienda cercò da subito di ampliare la sua produzione, e sia pure molto tardivamente nel [[1929]] essa fece un ingresso eclatante sul mercato delle penne stilografiche, introducendo il primo modello con [[caricamento a stantuffo]], di cui aveva acquisito il brevetto due anni prima. | | L'azienda subì un pesante arresto a causa della prima guerra mondiale, dato che oltre il 40% della sua produzione era diretto al mercato estero, ma si riprese, ritornando ad essere uno dei principali produttori di inchiostri e cancelleria del mondo. Ma l'azienda cercò da subito di ampliare la sua produzione, e sia pure molto tardivamente nel [[1929]] essa fece un ingresso eclatante sul mercato delle penne stilografiche, introducendo il primo modello con [[caricamento a stantuffo]], di cui aveva acquisito il brevetto due anni prima. |
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| − | Il [[caricamento a stantuffo]] infatti è una invenzione di ''Theodor Kovacs'', un ingegnere che lo brevettò nel 1923 insieme ad uno strumento per il disegno tecnico che poi diventò il ''[[Graphos]]''. Inizialmente Kovacs si associò per metterlo in produzione con i fratelli ''Edmund'' e ''Mavro Moster'', proprietari della ditta croata ''[[Penkala]]''. Questi però si trovarono in difficoltà finanziarie e non riuscirono mai a metterlo in produzione, per cui riottenuta la disponibilità dello stesso, Kovacs nel [[1927]] vendette il brevetto alla ''Pelikan''.<ref>in realtà alla ''[[Penkala]]'' restò la disponibilità del brevetto per la Jugoslavia ed altri paesi (Grecia, Turchia, Egitto) fino al [[1939]], Kovacs inoltre contattò diversi produttori, fra cui [[Montblanc]] e [[Soennecken]] ma solo la ''Pelikan'' si dimostrò interessata anche al futuro ''[[Graphos]]''.</ref> Dopo due anni di accurate ricerche nacque la prima stilografica della ''Pelikan'', la [[Pelikan 100|100]], una vera rivoluzione nel mondo della stilografica europea, che fino ad allora era rimasto sostanzialmente legato al caricamento [[safety]]. | + | Il [[caricamento a stantuffo]] infatti è una invenzione di ''Theodor Kovacs'', un ingegnere che lo brevettò nel 1923 insieme ad uno strumento per il disegno tecnico che poi diventò il ''[[Graphos]]''. Inizialmente Kovacs si associò per metterlo in produzione con i fratelli ''Edmund'' e ''Mavro Moster'', proprietari della ditta croata ''[[Penkala]]''. Questi però si trovarono in difficoltà finanziarie e non riuscirono mai a metterlo in produzione, per cui riottenuta la disponibilità dello stesso, Kovacs nel [[1927]] vendette il brevetto alla ''Pelikan''.<ref>in realtà alla ''[[Penkala]]'' restò la disponibilità del brevetto per la Jugoslavia ed altri paesi (Grecia, Turchia, Egitto) fino al [[1939]], Kovacs inoltre contattò diversi produttori, fra cui [[Montblanc]] e [[Soennecken]] ma solo la ''Pelikan'' si dimostrò interessata anche al futuro ''[[Graphos]]''.</ref> Dopo due anni di accurate ricerche nacque la prima stilografica della ''Pelikan'', quella che due anni dopo assunse il nome di [[Pelikan 100|100]], una vera rivoluzione nel mondo della stilografica europea, che fino ad allora era rimasto sostanzialmente legato al caricamento [[safety]]. |
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| | [[Image:1931-Pelikan-100.jpg|thumb|left|Pubblicità della [[Pelikan 100]] degli anni '30.]] | | [[Image:1931-Pelikan-100.jpg|thumb|left|Pubblicità della [[Pelikan 100]] degli anni '30.]] |
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| | La [[Pelikan 100|100]] era realizzata in maniera impeccabile in tutte le sue parti, e non solo nel nuovo sistema di caricamento. Era dotata di sezione trasparente per la visualizzazione dell'inchiostro ben tre anni prima che i prototipi della [[Vacumatic]] iniziassero ad introdurre questa nuova tendenza nel mercato americano, aveva un alimentatore brevettato ben funzionante, una funzionale ''[[washer clip|clip ad anello]]'' che ricordava il becco di un pellicano ed era dotata di un ottimo pennino flessibile. La ''Pelikan'' organizzò una grande campagna promozionale per la nuova penna, e per superare le barriere doganali creò impianti produttivi in tutta Europa (Bucarest, Zurigo, Sofia, Parigi, Zagabria, Varsavia, Barcellona, Milano...) e pure in America Latina. | | La [[Pelikan 100|100]] era realizzata in maniera impeccabile in tutte le sue parti, e non solo nel nuovo sistema di caricamento. Era dotata di sezione trasparente per la visualizzazione dell'inchiostro ben tre anni prima che i prototipi della [[Vacumatic]] iniziassero ad introdurre questa nuova tendenza nel mercato americano, aveva un alimentatore brevettato ben funzionante, una funzionale ''[[washer clip|clip ad anello]]'' che ricordava il becco di un pellicano ed era dotata di un ottimo pennino flessibile. La ''Pelikan'' organizzò una grande campagna promozionale per la nuova penna, e per superare le barriere doganali creò impianti produttivi in tutta Europa (Bucarest, Zurigo, Sofia, Parigi, Zagabria, Varsavia, Barcellona, Milano...) e pure in America Latina. |
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| − | I modelli iniziali subirono diverse evoluzioni nelle caratteristiche costruttive, il corpo era realizzato inizialmente in [[bachelite]] trasparente rivestito per buona parte da una banda di [[celluloide]] (la cosiddetta ''[[binde]]'') a scopo decorativo e protettivo, versioni successive videro il passaggio alla celluloide anche per il corpo. Inizialmente la banda era prodotta solo nei due colori verde o nero. Nel [[1930]] (anche se taluni riportano il 1931) venne introdotto il modello [[Pelikan 111|111]] in cui la banda era realizzata in oro 14k con decorazione ''[[guilloché]]'' e due verette sul cappuccio. Anche le versioni normali, prodotte inizialmente con un cappuccio liscio senza decorazioni, vennero ristilizzate prima inserendo anche su di esse le due verette sul cappuccio, e l'anno successivo rendendo la testina dello stesso più affusolata ed effettuando diverse modifiche sull'intera penna. | + | I modelli iniziali subirono diverse evoluzioni nelle caratteristiche costruttive, il corpo era realizzato inizialmente in [[bachelite]] trasparente rivestito per buona parte da una banda di [[celluloide]] (la cosiddetta ''[[binde]]'') a scopo decorativo e protettivo, versioni successive videro il passaggio alla celluloide anche per il corpo. Inizialmente la banda era prodotta solo nei due colori verde o nero. Nel [[1930]] (anche se taluni riportano il 1931) venne introdotta una variante variante, in seguito denominata modello [[Pelikan 111|111]] in cui la banda era realizzata in oro 14k con decorazione ''[[guilloché]]'' e due verette sul cappuccio. Anche le versioni normali, prodotte inizialmente con un cappuccio liscio senza decorazioni, vennero ristilizzate prima inserendo anche su di esse le due verette sul cappuccio, e l'anno successivo rendendo la testina dello stesso più affusolata ed effettuando diverse modifiche sull'intera penna. |
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| − | A partire dal [[1931]] (ma c'è chi riporta la data del [[1932]]) apparvero nuove versioni e nuovi colori. Alla [[Pelikan 100|100]] si aggiunsero bande prodotte in nuovi colori come grigio, rosso e giallo (in ordine di rarità crescente) marmorizzati, il blu lapislazzulo, il marmorizzato nero/grigio/rosso, altri colori più rari, come il marrone o grigio a pelle di lucertola ed il tartaruga sono di introduzione successiva e sono restati in produzione per periodi di tempo più brevi. Infine vennero introdotti nuovi modelli di lusso, la [[Pelikan 110|110]], con corpo e cappuccio in metallo placcato oro, e la [[Pelikan 112|112]] con corpo e cappuccio in oro 14k. | + | A partire dal [[1931]] apparvero nuove versioni e nuovi colori e alla versione ordinaria, che nell'occasione venne ufficialmente denominata come [[Pelikan 100|100]],<ref>per la storia iniziale del [[caricamento a stantuffo]] della ''Pelikan'' e del modello [[Pelikan 100|100]] si è fatto riferimento a [https://web.archive.org/web/20210303020100/https://www.pelikan.com/pulse/Pulsar/en_US_INTL.CMS.displayCMS.252332./the-piston-filling-mechanism questo articolo], ormai rimosso, pubblicato sul sito dell'azienda.</ref> si aggiunsero bande prodotte in nuovi colori come grigio, rosso e giallo (in ordine di rarità crescente) marmorizzati, il blu lapislazzulo, il marmorizzato nero/grigio/rosso, altri colori più rari, come il marrone o grigio a pelle di lucertola ed il tartaruga sono di introduzione successiva e sono restati in produzione per periodi di tempo più brevi. Infine vennero introdotti nuovi modelli di lusso, la [[Pelikan 110|110]], con corpo e cappuccio in metallo placcato oro, e la [[Pelikan 112|112]] con corpo e cappuccio in oro 14k. |
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| | Infine in questo stesso anno venne introdotto quello che viene considerato uno dei capolavori della azienda, il modello [[Pelikan T111|T111]], noto come ''[[Toledo]]'', caratterizzato da una banda in acciaio<ref>e non argento, come riporta qualcuno, ingannato forse dal materiale usato dai modelli recenti.</ref> inciso a mano con il logo ed altri motivi moreschi, e placcato in oro con uno stile che ricorda quello delle incisioni praticate a Toledo, da cui deriva il nome, in realtà sostanzialmente errato, della penna. | | Infine in questo stesso anno venne introdotto quello che viene considerato uno dei capolavori della azienda, il modello [[Pelikan T111|T111]], noto come ''[[Toledo]]'', caratterizzato da una banda in acciaio<ref>e non argento, come riporta qualcuno, ingannato forse dal materiale usato dai modelli recenti.</ref> inciso a mano con il logo ed altri motivi moreschi, e placcato in oro con uno stile che ricorda quello delle incisioni praticate a Toledo, da cui deriva il nome, in realtà sostanzialmente errato, della penna. |