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[[Image:Waterman-56-Ripple-Capped.jpg|thumb|Mod. [[Waterman 56|56]] in [[ebanite]] [[rippled]] ]]
 
[[Image:Waterman-56-Ripple-Capped.jpg|thumb|Mod. [[Waterman 56|56]] in [[ebanite]] [[rippled]] ]]
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L'atteggiamento conservatore della [[Waterman]] proseguì nonostante la perdita di quote di mercato; solo nel [[1927]], con la creazione della [[Ripple]] in [[mottled|ebanite fiammata]], la ditta produsse una penna di grandi dimensioni in grado di competere con la [[Duofold]], adottando anche per la prima volta un nuovo [[Waterman Nib Color Code|codice di colori]] per l'identificazione dei pennini, che fino ad allora, pur essendo presenti in oltre un centinaio di versioni diverse, venivano identificati unicamente per il numero che ne indicava le dimensioni.
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L'atteggiamento conservatore della [[Waterman]] proseguì nonostante la perdita di quote di mercato; solo nel [[1927]], con la creazione della [[Ripple]] realizzata solo con la [[rippled|omonima]] ebanite, la ditta produsse un nuovo modello di penna pensato per cercare di competere con la [[Duofold]], adottando anche per la prima volta un nuovo [[Waterman Nib Color Code|codice di colori]] per l'identificazione dei pennini, che fino ad allora, pur essendo presenti in oltre un centinaio di versioni diverse, venivano identificati unicamente per il numero che ne indicava le dimensioni.
    
[[Image:1927-09-Waterman-Ripple.jpg|thumb|Pubblicità delle [[Ripple]] del 1927]]
 
[[Image:1927-09-Waterman-Ripple.jpg|thumb|Pubblicità delle [[Ripple]] del 1927]]
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Nonostante la [[Ripple]] sia qualitativamente un'ottima penna, non poteva reggere la concorrenza delle stilografiche in [[celluloide]], per i grandi vantaggi in termini di robustezza e di possibilità di colorazione che il nuovo materiale offriva. La [[Waterman]] però restò ostinatamente legata all'uso dell'[[ebanite]], forse anche per i forti legami con la Day Rubber Company di Seymour, arrivando a sviluppare dei modelli in una particolare [[ebanite|ebanite colorata]], che però non riscossero un grande successo (non potendo avere quel materiale una lucentezza paragonabile alla celluloide).
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Nonostante la [[Ripple]] sia qualitativamente un'ottima penna, non poteva reggere la concorrenza delle stilografiche in [[celluloide]] (che era stata adottata da tutti gli altri grandi produttori), per i grandi vantaggi in termini di robustezza e di possibilità di colorazione che il nuovo materiale offriva. La [[Waterman]] restò invece ostinatamente legata all'uso dell'[[ebanite]], forse anche per i forti legami con la Day Rubber Company di Seymour, arrivando a sviluppare dei modelli in una particolare [[ebanite|ebanite colorata]], che però non riscossero un grande successo (non potendo avere quel materiale una lucentezza paragonabile alla [[celluloide]]).
    
Solo nel [[1929]], con l'introduzione della [[Patrician]], la [[Waterman]] si decise a produrre una penna in [[celluloide]], ottenendo uno dei modelli più rari e ricercati dai collezionisti, in particolare per la presenza di colori di grande impatto come l'''Onyx'' o il ''Moss Agathe''. La penna però, nonostante fosse di altissima qualità (probabilmente la più bella penna prodotta dalla [[Waterman]]) non ebbe un grande successo di vendite (causa della relativa rarità della stessa), per via del costo piuttosto elevato e dell'uscita in coincidenza con il periodo della grande depressione.
 
Solo nel [[1929]], con l'introduzione della [[Patrician]], la [[Waterman]] si decise a produrre una penna in [[celluloide]], ottenendo uno dei modelli più rari e ricercati dai collezionisti, in particolare per la presenza di colori di grande impatto come l'''Onyx'' o il ''Moss Agathe''. La penna però, nonostante fosse di altissima qualità (probabilmente la più bella penna prodotta dalla [[Waterman]]) non ebbe un grande successo di vendite (causa della relativa rarità della stessa), per via del costo piuttosto elevato e dell'uscita in coincidenza con il periodo della grande depressione.
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L'azienda restò sempre molto legata al sistema di [[caricamento a levetta]], e rispose di nuovo in ritardo alle nuove tendenze del mercato. Al successo dei nuovi sistemi di caricamento che consentivano di realizzare delle penne trasparenti, avviato dalla [[Vacumatic]] della [[Parker]], rispose solo nel [[1935]] introducendo il modello [[Ink-Vue]], che resta praticamente l'unico modello storico di rilievo ad adottare un caricamento diverso dalla classica levetta. Di questo stesso periodo è la produzione dei modelli economici [[Junior]] (molto simili alla [[Waterman 32|32]]).
 
L'azienda restò sempre molto legata al sistema di [[caricamento a levetta]], e rispose di nuovo in ritardo alle nuove tendenze del mercato. Al successo dei nuovi sistemi di caricamento che consentivano di realizzare delle penne trasparenti, avviato dalla [[Vacumatic]] della [[Parker]], rispose solo nel [[1935]] introducendo il modello [[Ink-Vue]], che resta praticamente l'unico modello storico di rilievo ad adottare un caricamento diverso dalla classica levetta. Di questo stesso periodo è la produzione dei modelli economici [[Junior]] (molto simili alla [[Waterman 32|32]]).
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Una delle poche innovazioni della azienda fu l'introduzione, nel [[1939]] della [[Hundred Year]], caratterizzata dall'uso della [[lucite]] come nuovo materiale e da linee molto più moderne realizzate dal disegnatore industriale [http://en.wikipedia.org/wiki/John_Vassos John Vassos] (design {{Cite patent|US|D118872}}), ma la penna rimase ancorata al [[caricamento a levetta]]. Per quanto interessante la penna arrivò forse in anticipo sui tempi e venne completamente oscurata dall'enorme successo della [[Parker 51]] di due anni dopo. Di nuovo l'azienda seguì in ritardo la nuova tendenza del [[pennino coperto]], cui ripose solo nel [[1945]] con la [[Taperite]].
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Una delle poche innovazioni dell'azienda fu l'introduzione, nel [[1939]] della [[Hundred Year]], caratterizzata dall'uso della [[lucite]] come nuovo materiale e da linee molto più moderne realizzate dal disegnatore industriale [http://en.wikipedia.org/wiki/John_Vassos John Vassos] (design {{Cite patent|US|D118872}}), ma la penna rimase ancorata al [[caricamento a levetta]]. Per quanto interessante la penna arrivò forse in anticipo sui tempi e venne completamente oscurata dall'enorme successo della [[Parker 51]] di due anni dopo. Di nuovo l'azienda seguì in ritardo la nuova tendenza del [[pennino coperto]], cui ripose solo nel [[1945]] con la [[Taperite]].
    
Il passaggio alla produzione in plastica proseguì con una serie di varianti della serie [[Taperite]] realizzate negli anni successivi, ma senza raggiungere nessun risultato significativo; il declino dell'azienda proseguì inesorabile negli anni successivi, ed essa subì, come tutti gli altri principali produttori dell'epoca, la grande crisi degli anni '50. La compagnia originale americana venne liquidata nel [[1954]], e gli impianti produttivi vennero ceduti alla BIC nel [[1959]] per produrre penne a sfera.  
 
Il passaggio alla produzione in plastica proseguì con una serie di varianti della serie [[Taperite]] realizzate negli anni successivi, ma senza raggiungere nessun risultato significativo; il declino dell'azienda proseguì inesorabile negli anni successivi, ed essa subì, come tutti gli altri principali produttori dell'epoca, la grande crisi degli anni '50. La compagnia originale americana venne liquidata nel [[1954]], e gli impianti produttivi vennero ceduti alla BIC nel [[1959]] per produrre penne a sfera.  
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[[Image:1938-10-Waterman-Cartridge.jpg|thumb|left|Pubblicità del caricamento a cartuccia]]
 
[[Image:1938-10-Waterman-Cartridge.jpg|thumb|left|Pubblicità del caricamento a cartuccia]]
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E' proprio dalla filiale francese che viene l'ultima innovazione legata al marchio [[Waterman]]. Nel [[1936]] venne sviluppata una prima versione pratica del riempimento a cartuccia, inizialmente realizzata in vetro, e commercializzata in Europa con [[Waterman Cartridge|versioni modificate]] delle penne originali. Da questa innovazione, ulteriormente sviluppata, nacque nel [[1953]] l'ultimo modello storico di grande successo della [[Waterman]], la [[Waterman CF|CF]] (sigla che sta appunto per  ''Cartridge Filler'') che di nuovo venne prodotta in Francia. Con la creazione della prima stilografica a cartucce di plastica usa e getta venne introdotto sul mercato quello che è ormai il più comune meccanismo di caricamento delle stilografiche moderne, la ''[[JiF]]-Waterman'', dopo oltre 30 anni, riportò il marchio all'apice dell'innovazione.  
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E' proprio dalla filiale francese che viene l'ultima innovazione legata al marchio [[Waterman]]. Nel [[1936]] venne sviluppata una prima versione pratica del riempimento a cartuccia, inizialmente realizzata in vetro, e commercializzata in Europa con [[Waterman Cartridge|versioni modificate]] delle penne originali. Da questa innovazione, ulteriormente sviluppata, nacque nel [[1953]] l'ultimo modello storico di grande successo della [[Waterman]], la [[Waterman CF|CF]] (sigla che sta appunto per  ''Cartridge Filler'') che di nuovo venne prodotta in Francia. Con la creazione della prima stilografica a cartucce di plastica usa e getta venne introdotto sul mercato quello che è ormai il più comune meccanismo di caricamento delle stilografiche moderne, la ''[[JiF]]-Waterman'', dopo oltre 30 anni, riportò il marchio all'apice dell'innovazione, ma questo non bastò a risollevare un'azienda ormai morente.  
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La produzione proseguì negli anni successivi con la [[X-pen]], una imitazione (ma più semplice e destinata alla produzione economica) della [[Parker 61]]. La ''[[JiF]]-Waterman'' (oggi divisione della [http://en.wikipedia.org/wiki/Newell_Rubbermaid Newell Rubbermaid]) continuò a prosperare sul mercato europeo, prima sotto la guida di ''Jules Fagard'', ed ancor di più, dopo la sua morte, sotto la direzione della sua vedova Elsa. L'azienda passò sostanzialmente indenne il periodo della seconda guerra mondiale, e sopravvisse anche alla crisi della penna a sfera degli anni '60 continuando la produzione anche dopo il fallimento della ditta madre. Nel [[1971]] la ''[[JiF]]-Waterman'' acquisì definitivamente dal barone Bich il marchio [[Waterman]], e continua ad operare ancora oggi come '''Waterman S.A.''', producendo penne in tutte le fasce di prezzo, che si distinguono in particolare per le lavorazioni in metallo e lacca.
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La produzione proseguì negli anni successivi fuori dagli Stati Uniti con la [[X-pen]], una imitazione (ma più semplice e destinata alla produzione economica) della [[Parker 61]]. La ''[[JiF]]-Waterman'' (oggi divisione della [http://en.wikipedia.org/wiki/Newell_Rubbermaid Newell Rubbermaid]) continuò a prosperare sul mercato europeo, prima sotto la guida di ''Jules Fagard'', ed ancor di più, dopo la sua morte, sotto la direzione della sua vedova Elsa. L'azienda passò sostanzialmente indenne il periodo della seconda guerra mondiale, e sopravvisse anche alla crisi della penna a sfera degli anni '60 continuando la produzione anche dopo il fallimento della ditta madre. Nel [[1971]] la ''[[JiF]]-Waterman'' acquisì definitivamente dal barone Bich il marchio [[Waterman]], e continua ad operare ancora oggi come '''Waterman S.A.''', producendo penne in tutte le fasce di prezzo, che si distinguono in particolare per le lavorazioni in metallo e lacca.
    
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