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La strada per il successo internazionale venne comunque ottenuta, e fu di nuovo basata sul riferimento alla tradizione giapponese, portando avanti di un passo l'utilizzo della lacca, ed utilizzando quest'ultima non solo per la realizzazione delle penne ma anche per la decorazione delle stesse. Si pensò così di utilizzare la tradizionale lavorazione del ''[[Maki-e]]'' per decorare le penne, e dal [[1926]], in occasione dell'apertura di una serie di uffici esteri a Singapore, New York e Londra.
 
La strada per il successo internazionale venne comunque ottenuta, e fu di nuovo basata sul riferimento alla tradizione giapponese, portando avanti di un passo l'utilizzo della lacca, ed utilizzando quest'ultima non solo per la realizzazione delle penne ma anche per la decorazione delle stesse. Si pensò così di utilizzare la tradizionale lavorazione del ''[[Maki-e]]'' per decorare le penne, e dal [[1926]], in occasione dell'apertura di una serie di uffici esteri a Singapore, New York e Londra.
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Uno dei fattori del successo delle penne ''[[Maki-e]]'' fu quello di aver riscosso un grande interesse da parte di Alfred H. Dunhill, che pare venne ottenuto dal direttore della filiale inglese che gliene mostrò un esemplare. La ''[http://en.wikipedia.org/wiki/Alfred_Dunhill Dunhill]'' era già allora un marchio di successo nel campo dei beni di lusso, ed immediatamente Alfred Dunhill si accorse del valore dell'oggetto e cercò di commercializzare le penne della [[Pilot]] a suo nome. Questo però non avvenne, per la ferma opposizione di ''Matsuo Wada'' che impose il mantenimento del nome ''Namiki''. La ''[http://en.wikipedia.org/wiki/Alfred_Dunhill Dunhill]'' ottenne comunque nel 1930 l'esclusiva per la commercializzazione fuori dal Giappone delle penne ''[[Maki-e]]'' prodotte dalla [[Pilot]] con il nome ''Dunhill-Namiki made in Japan''; questo contribuì a rendere nota la lavorazione [[Maki-e]] al di fuori del Giappone, e le penne prodotte in quel periodo, per la loro straordinaria qualità ed il valore artistico delle decorazioni, sono probabilmente fra i più desiderati (e costosi) modelli ricercati dai collezionisti.
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Uno dei fattori del successo delle penne ''[[Maki-e]]'' fu quello di aver riscosso un grande interesse da parte di Alfred H. Dunhill, che pare venne ottenuto dal direttore della filiale inglese che gliene mostrò un esemplare. La ''[http://en.wikipedia.org/wiki/Alfred_Dunhill Dunhill]'' era già allora un marchio di successo nel campo dei beni di lusso, ed immediatamente Alfred Dunhill si accorse del valore dell'oggetto e cercò di commercializzare le penne della [[Pilot]] a suo nome. Questo però non avvenne, per la ferma opposizione di ''Matsuo Wada'' che impose il mantenimento del nome ''Namiki''. La ''[http://en.wikipedia.org/wiki/Alfred_Dunhill Dunhill]'' ottenne comunque nel 1930 l'esclusiva per la commercializzazione fuori dal Giappone delle penne ''[[Maki-e]]'' prodotte dalla [[Pilot]] con il nome ''[[Dunhill-Namiki]] made in Japan''; questo contribuì a rendere nota la lavorazione [[Maki-e]] al di fuori del Giappone, e le penne prodotte in quel periodo, per la loro straordinaria qualità ed il valore artistico delle decorazioni, sono probabilmente fra i più desiderati (e costosi) modelli ricercati dai collezionisti.
    
[[Image:193x-Namiki-Flattop-MakiE.jpg|thumb|left|La pubblicità di una ''Dunhill-Namiki'' ]]
 
[[Image:193x-Namiki-Flattop-MakiE.jpg|thumb|left|La pubblicità di una ''Dunhill-Namiki'' ]]