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La creazione di nuovi sistemi di caricamento è sempre stata, specie negli anni del periodo d'oro dello sviluppo della penna stilografica, uno dei maggiori fattori di innovazione tecnica, e per questo anche ragione della nascita di nuove aziende; in questo campo gli esempi più famosi sono la [[Conklin]], nata per l'invenzione del ''[[Crescent filler]]'' e la [[Sheaffer]], che entrò sul mercato con la creazione del [[caricamento a levetta]], ma molte altre aziende meno note (come la [[Onoto]], la [[Dunn]], la [[Moore]] o la [[Chilton]]) hanno avuto una simile origine.  
 
La creazione di nuovi sistemi di caricamento è sempre stata, specie negli anni del periodo d'oro dello sviluppo della penna stilografica, uno dei maggiori fattori di innovazione tecnica, e per questo anche ragione della nascita di nuove aziende; in questo campo gli esempi più famosi sono la [[Conklin]], nata per l'invenzione del ''[[Crescent filler]]'' e la [[Sheaffer]], che entrò sul mercato con la creazione del [[caricamento a levetta]], ma molte altre aziende meno note (come la [[Onoto]], la [[Dunn]], la [[Moore]] o la [[Chilton]]) hanno avuto una simile origine.  
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La storia della penna stilografica è infatti indissolubilmente legata a quella dei vari sistemi che nel corso degli anni sono stati ideati per effettuarne il caricamento dell'inchiostro. In particolare nei primi anni del '900 tutti i produttori facevano a gara per introdurre nuovi sistemi di caricamento, spesso inutilmente complicati e poco funzionali, che poi venivano usati per promuovere la superiorità delle loro penne.
 
La storia della penna stilografica è infatti indissolubilmente legata a quella dei vari sistemi che nel corso degli anni sono stati ideati per effettuarne il caricamento dell'inchiostro. In particolare nei primi anni del '900 tutti i produttori facevano a gara per introdurre nuovi sistemi di caricamento, spesso inutilmente complicati e poco funzionali, che poi venivano usati per promuovere la superiorità delle loro penne.
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Si sono riportati qui di seguito i principali sistemi di caricamento adottati dai vari produttori nel corso della lunga storia della penna stilografica a partire dalle sue origini fino ai nostri giorni. I vari sistemi sono stati raggruppati per affinità di funzionamento, ed i vari gruppi sono presentati in un approssimativo ordine cronologico di introduzione.
 
Si sono riportati qui di seguito i principali sistemi di caricamento adottati dai vari produttori nel corso della lunga storia della penna stilografica a partire dalle sue origini fino ai nostri giorni. I vari sistemi sono stati raggruppati per affinità di funzionamento, ed i vari gruppi sono presentati in un approssimativo ordine cronologico di introduzione.
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== Caricamento diretto ==
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== Caricamento diretto == <!--T:3-->
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Si sono classificati in questo primo raggruppamento tutti quei sistemi di riempimento che prevedono il caricamento della penna attraverso l'immissione dell'inchiostro all'interno del corpo della stessa effettuata direttamente da parte dell'utilizzatore.  Si tratta dei sistemi di caricamento più primitivi, utilizzati agli albori della storia della stilografica. Nella gran parte dei casi sono stati sostituiti a partire dagli inizi del 1900 da sistemi che consentissero il riempimento automatico.
 
Si sono classificati in questo primo raggruppamento tutti quei sistemi di riempimento che prevedono il caricamento della penna attraverso l'immissione dell'inchiostro all'interno del corpo della stessa effettuata direttamente da parte dell'utilizzatore.  Si tratta dei sistemi di caricamento più primitivi, utilizzati agli albori della storia della stilografica. Nella gran parte dei casi sono stati sostituiti a partire dagli inizi del 1900 da sistemi che consentissero il riempimento automatico.
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Nei sistemi illustrati in questa sezione il corpo della penna svolge anche la funzione di serbatoio, e non esiste un meccanismo che permetta di automatizzare il caricamento dell'inchiostro, che in genere viene immesso tramite un contagocce; le varianti proposte attengono soltanto alle diverse metodologie utilizzate per dare accesso al serbatoio.
 
Nei sistemi illustrati in questa sezione il corpo della penna svolge anche la funzione di serbatoio, e non esiste un meccanismo che permetta di automatizzare il caricamento dell'inchiostro, che in genere viene immesso tramite un contagocce; le varianti proposte attengono soltanto alle diverse metodologie utilizzate per dare accesso al serbatoio.
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=== ''eyedropper filler'' ===
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=== ''[[eyedropper filler]]'' === <!--T:6-->
{{:eyedropper filler}}
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{{:eyedropper filler/it}}
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=== ''safety filler'' ===
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=== ''[[safety filler]]'' === <!--T:7-->
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{{:safety filler/it}}
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=== ''[[Moore]] non-leakable filler'' ===
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=== ''[[non-leakable filler]]'' === <!--T:8-->
{{:non-leakable filler}}
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{{:non-leakable filler/it}}
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=== contagocce di sicurezza ===
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=== contagocce di sicurezza === <!--T:9-->
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Questo sistema si trova esclusivamente sulle penne giapponesi, e si può considerare una variante del sistema a [[siringa rovesciata]] della [[Onoto]], da cui probabilmente è stato ispirato. Sul piano meccanico infatti il meccanismo infatti è sostanzialmente identico, ma in questo caso non serve per caricare la penna, ma soltanto per bloccare l'afflusso di inchiostro al pennino quando la penna è chiusa. Non è noto un inventore di questo meccanismo, che si trova un po' su tutte penne giapponesi prodotte fino agli anni '30 da aziende come la [[Pilot]] e la [[Sailor]].
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Questo "sistema" si trova esclusivamente sulle penne giapponesi, e si può considerare una variante del caricamento a [[siringa rovesciata]] della [[Onoto]], da cui probabilmente è stato ispirato. Sul piano meccanico infatti il meccanismo infatti è sostanzialmente identico, ma in questo caso non serve per caricare la penna, ma soltanto per bloccare l'afflusso di inchiostro al pennino quando la penna è chiusa. Non è noto un inventore di questo meccanismo, che si trova un po' su tutte penne giapponesi prodotte fino agli anni '30 da aziende come la [[Pilot]] e la [[Sailor]].
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[[Image:JapaneseEyedropper.svg|center|500px|Schema di una penna con caricamento a [[contagocce di sicurezza]] ]]
 
[[Image:JapaneseEyedropper.svg|center|500px|Schema di una penna con caricamento a [[contagocce di sicurezza]] ]]
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La penna infatti si carica svitando il gruppo pennino ed inserendo l'inchiostro direttamente all'interno del corpo della penna, come per l'ordinario [[caricamento a contagocce]]. Per evitare però eventuali perdite, che sarebbero disastrose per l'abbigliamento tradizionale dei giapponesi (il kimono), le penne dotate di questo sistema vengono fornite di un pistoncino montato su un alberino manovrato attraverso il fondo della penna. Quando il fondello è avvitato il pistone, che serve esclusivamente da valvola di blocco, viene a contatto con il gruppo pennino, bloccando l'accesso dell'inchiostro al medesimo, così da prevenirne ogni eventuale fuoriuscita.  
 
La penna infatti si carica svitando il gruppo pennino ed inserendo l'inchiostro direttamente all'interno del corpo della penna, come per l'ordinario [[caricamento a contagocce]]. Per evitare però eventuali perdite, che sarebbero disastrose per l'abbigliamento tradizionale dei giapponesi (il kimono), le penne dotate di questo sistema vengono fornite di un pistoncino montato su un alberino manovrato attraverso il fondo della penna. Quando il fondello è avvitato il pistone, che serve esclusivamente da valvola di blocco, viene a contatto con il gruppo pennino, bloccando l'accesso dell'inchiostro al medesimo, così da prevenirne ogni eventuale fuoriuscita.  
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Per poter scrivere occorre svitare il fondello e ritirare leggermente l'alberino ad esso agganciato, in modo da ritrarre il pistoncino dalla sua posizione di blocco e riabilitare il flusso dell'inchiostro verso il pennino. Richiudendo il fondello si bloccherà nuovamente l'afflusso di inchiostro, prevenendo così le perdite.
 
Per poter scrivere occorre svitare il fondello e ritirare leggermente l'alberino ad esso agganciato, in modo da ritrarre il pistoncino dalla sua posizione di blocco e riabilitare il flusso dell'inchiostro verso il pennino. Richiudendo il fondello si bloccherà nuovamente l'afflusso di inchiostro, prevenendo così le perdite.
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== Compressione diretta del ''serbatoio'' ==
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== Compressione diretta del ''serbatoio'' == <!--T:14-->
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All'inizio del '900 ci fu un grande impulso nella ricerca di un sistema che consentisse di eseguire in maniera automatica l'operazione di riempimento. In questo periodo si iniziarono a produrre una serie di sistemi di caricamento che prevedevano di mantenere l'inchiostro all'interno di un sacchetto di gomma
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elastica. In questo modo si poteva eseguire il caricamento comprimendo il sacchetto vuoto, così da sfruttare la successiva espansione dello stesso per risucchiare l'inchiostro dalla bottiglia immergendovi il gruppo pennino.
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All'inizio del '900 ci fu un grande impulso nella ricerca di un sistema che consentisse di eseguire in maniera automatica l'operazione di riempimento. In questo periodo si iniziarono a produrre una serie di sistemi di caricamento che prevedevano di mantenere l'inchiostro all'interno di un sacchetto di gomma elastica. In questo modo si poteva eseguire il caricamento comprimendo il sacchetto vuoto, così da sfruttare la successiva espansione dello stesso per risucchiare l'inchiostro dalla bottiglia immergendovi il gruppo pennino.
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<!--T:16-->
 
L'idea di usare un sacchetto di gomma come serbatoio per l'inchiostro consentiva di risolvere alcuni dei problemi riscontrati fino ad allora. In particolare non essendo più l'inchiostro in contatto con il materiale del fusto della penna si potevano utilizzare anche materiali suscettibili di corrosione. Inoltre se il serbatoio di gomma è ben posizionato e non viene posto in contatto con le pareti del fusto, lo strato di aria che lo separa da questo fa da isolante termico, e l'elasticità del sacchetto compensa il problema dell'aumento di pressione per il calore trasmesso dalla mano che impugna la penna.
 
L'idea di usare un sacchetto di gomma come serbatoio per l'inchiostro consentiva di risolvere alcuni dei problemi riscontrati fino ad allora. In particolare non essendo più l'inchiostro in contatto con il materiale del fusto della penna si potevano utilizzare anche materiali suscettibili di corrosione. Inoltre se il serbatoio di gomma è ben posizionato e non viene posto in contatto con le pareti del fusto, lo strato di aria che lo separa da questo fa da isolante termico, e l'elasticità del sacchetto compensa il problema dell'aumento di pressione per il calore trasmesso dalla mano che impugna la penna.
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Esistono però anche degli inconvenienti: anzitutto diminuiscono le dimensioni del serbatoio, dato che lo spazio interno al fusto della penna deve contenerlo, insieme a tutto quanto necessario per il sistema di compressione. Inoltre i sacchetti tendono a deteriorarsi, rompendosi o perdendo l'elasticità, e devono essere sostituiti, introducendo così tutta una serie di problematiche di manutenzione. Infine aumenta notevolmente la complessità di costruzione, e con questo le possibilità di guasto.
 
Esistono però anche degli inconvenienti: anzitutto diminuiscono le dimensioni del serbatoio, dato che lo spazio interno al fusto della penna deve contenerlo, insieme a tutto quanto necessario per il sistema di compressione. Inoltre i sacchetti tendono a deteriorarsi, rompendosi o perdendo l'elasticità, e devono essere sostituiti, introducendo così tutta una serie di problematiche di manutenzione. Infine aumenta notevolmente la complessità di costruzione, e con questo le possibilità di guasto.
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In questa seconda sezione si sono raccolti tutti i sistemi di caricamento più semplici e primitivi che prevedono una qualche forma di azione di compressione meccanica eseguita direttamente sul serbatoio in gomma. o meglio sulla cosiddetta ''[[pressure bar]]'' una barretta metallica (in italiano sarebbe chiamata ''barretta di compressione'') che viene appoggiata (o incollata) sul sacchetto in modo da consentire di applicare la compressione sullo stesso in maniera uniforme.
 
In questa seconda sezione si sono raccolti tutti i sistemi di caricamento più semplici e primitivi che prevedono una qualche forma di azione di compressione meccanica eseguita direttamente sul serbatoio in gomma. o meglio sulla cosiddetta ''[[pressure bar]]'' una barretta metallica (in italiano sarebbe chiamata ''barretta di compressione'') che viene appoggiata (o incollata) sul sacchetto in modo da consentire di applicare la compressione sullo stesso in maniera uniforme.
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=== ''crescent filler'' ===
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=== ''[[crescent filler]]'' === <!--T:19-->
{{:crescent filler}}
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=== ''match-stick filler'' ===
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=== ''[[match-stick filler]]'' === <!--T:20-->
{{:match-stick filler}}
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=== ''coin filler'' ===
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=== ''pull filler'' ===
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=== ''sleeve filler'' ===
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== Caricamenti a leva ==
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=== ''[[hump filler]]'' === <!--T:24-->
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{{:hump filler/it}}
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== Caricamenti a leva == <!--T:25-->
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Si sono riuniti in questo gruppo tutti i sistemi di caricamento basati sulla compressione meccanica del serbatoio di gomma tramite un meccanismo basato sul principio della leva. Molti di questi sistemi sono nati come tentativo di aggirare il brevetto originale della [[Sheaffer]], o per trovare alternative che potessero distinguere le penne che li utilizzavano rispetto ai concorrenti.  
 
Si sono riuniti in questo gruppo tutti i sistemi di caricamento basati sulla compressione meccanica del serbatoio di gomma tramite un meccanismo basato sul principio della leva. Molti di questi sistemi sono nati come tentativo di aggirare il brevetto originale della [[Sheaffer]], o per trovare alternative che potessero distinguere le penne che li utilizzavano rispetto ai concorrenti.  
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<!--T:27-->
 
Il principio di questi sistemi di caricamento resta sempre quello della compressione, e successiva espansione per risucchiare l'inchiostro dalla bottiglia, di un serbatoio in gomma; valgono pertanto le considerazioni generali su vantaggi e svantaggi fatte nel paragrafo precedente. La sostanziale differenza è nel meccanismo con cui si effettua la compressione, comunque anche in questo caso si fa in genere ricorso ad una ''[[pressure bar]]'' rigida, premuta dal meccanismo della leva, per distribuire uniformemente la pressione sul sacchetto.
 
Il principio di questi sistemi di caricamento resta sempre quello della compressione, e successiva espansione per risucchiare l'inchiostro dalla bottiglia, di un serbatoio in gomma; valgono pertanto le considerazioni generali su vantaggi e svantaggi fatte nel paragrafo precedente. La sostanziale differenza è nel meccanismo con cui si effettua la compressione, comunque anche in questo caso si fa in genere ricorso ad una ''[[pressure bar]]'' rigida, premuta dal meccanismo della leva, per distribuire uniformemente la pressione sul sacchetto.
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=== ''lever filler'' ===
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=== ''[[lever filler]]'' === <!--T:28-->
{{:lever filler}}
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{{:lever filler/it}}
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=== ''spoon filler'' ===
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=== ''[[spoon filler]]'' === <!--T:29-->
 
{{:spoon filler}}
 
{{:spoon filler}}
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=== ''hatchet filler'' ===
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=== ''[[hatchet filler]]'' === <!--T:30-->
 
{{:hatchet filler}}
 
{{:hatchet filler}}
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=== ''levetta di fondo'' ===
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=== ''[[levetta di fondo]]'' === <!--T:31-->
 
{{:levetta di fondo}}
 
{{:levetta di fondo}}
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== Caricamenti a compressione meccanica del serbatoio ==
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== Caricamenti a compressione meccanica del serbatoio == <!--T:32-->
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Si sono riuniti in questa sezione tutti gli altri sistemi di caricamento basati sempre sulla compressione meccanica di un serbatoio in gomma, ma effettuata tramite un sistema meccanico che non si riferisca direttamente al principio della leva, e pertanto usati come alternativa legalmente inoppugnabile sul piano brevettuale al sistema introdotto dalla [[Sheaffer]].
 
Si sono riuniti in questa sezione tutti gli altri sistemi di caricamento basati sempre sulla compressione meccanica di un serbatoio in gomma, ma effettuata tramite un sistema meccanico che non si riferisca direttamente al principio della leva, e pertanto usati come alternativa legalmente inoppugnabile sul piano brevettuale al sistema introdotto dalla [[Sheaffer]].
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=== ''button filler'' ===
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=== ''[[button filler]]'' === <!--T:34-->
 
{{:button filler}}
 
{{:button filler}}
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=== ''twist filler'' ===
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=== ''[[twist filler]]'' === <!--T:35-->
 
{{:twist filler}}
 
{{:twist filler}}
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=== ''leverless'' ===
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=== ''[[leverless]]'' === <!--T:36-->
 
{{:leverless filler}}
 
{{:leverless filler}}
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== Caricamenti pneumatici ==
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=== ''[[switch filler]]'' === <!--T:37-->
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{{:switch filler}}
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== Caricamenti pneumatici == <!--T:38-->
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Si sono classificati in questa sezione i sistemi di caricamento basati sulla compressione pneumatica di un sacchetto di gomma flessibile. Quest'ultimo viene cioè compresso dalla pressione atmosferica generata dal sistema di caricamento per farne uscire l'aria che verrà sostituita dall'inchiostro nella fase di decompressione in cui il sacchetto si riporta, per elasticità, alle sue dimensioni normali.
 
Si sono classificati in questa sezione i sistemi di caricamento basati sulla compressione pneumatica di un sacchetto di gomma flessibile. Quest'ultimo viene cioè compresso dalla pressione atmosferica generata dal sistema di caricamento per farne uscire l'aria che verrà sostituita dall'inchiostro nella fase di decompressione in cui il sacchetto si riporta, per elasticità, alle sue dimensioni normali.
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=== ''blow filler'' ===
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=== ''[[blow filler]]'' === <!--T:40-->
 
{{:blow filler}}
 
{{:blow filler}}
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=== ''pneumatic filler'' ===
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=== ''[[pneumatic filler]]'' === <!--T:41-->
 
{{:pneumatic filler}}
 
{{:pneumatic filler}}
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=== ''Touch Down'' ===
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{{:Touch Down}}
 
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=== ''snorkel'' ===
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=== ''[[snorkel filler|snorkel]]'' === <!--T:43-->
 
{{:snorkel filler}}
 
{{:snorkel filler}}
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== Caricamenti a sfiatatoio ==
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== Caricamenti a sfiatatoio == <!--T:44-->
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Questi sistemi di caricamento sono accomunati dallo sfruttare la presenza di un tubetto con funzioni di sfiatatoio (il cosiddetto ''[[breather tube]]'') che consente di eseguire il caricamento ripetendo più volte una qualche azione meccanica (diversa a seconda dei diversi sistemi di caricamento) che consente di creare una compressione dell'aria all'interno del serbatoio della penna.
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Questi sistemi di caricamento sono accomunati dallo sfruttare la presenza di un tubetto con funzioni di [[sfiatatoio]] (il cosiddetto ''[[breather tube]]'') che consente di eseguire il caricamento ripetendo più volte una qualche azione meccanica (diversa a seconda dei diversi sistemi di caricamento) che consente di creare una compressione dell'aria all'interno del serbatoio della penna. Le varietà di maniere in cui questa compressione viene effettuata è risultata estremamente ampia, ma nella maggior parte dei casi prevede un qualche meccanismo che agisce su un bulbo flessibile.  
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<!--T:46-->
 
Lo sfiatatoio è inserito nell'alimentatore e mantenuto in posizione centrale rispetto al corpo della penna che normalmente viene a svolgere la funzione di serbatoio. In fase di compressione l'aria presente esce dallo sfiatatoio, da cui, a causa della depressione venutasi a creare, viene caricato l'inchiostro che finisce nel serbatoio; la presenza dello sfiatatoio fa sì che l'inchiostro caricato non venga espulso nelle successive fasi di compressione, fintanto che non si arrivi a riempire tutto il serbatoio fino al livello dello sfiatatoio.
 
Lo sfiatatoio è inserito nell'alimentatore e mantenuto in posizione centrale rispetto al corpo della penna che normalmente viene a svolgere la funzione di serbatoio. In fase di compressione l'aria presente esce dallo sfiatatoio, da cui, a causa della depressione venutasi a creare, viene caricato l'inchiostro che finisce nel serbatoio; la presenza dello sfiatatoio fa sì che l'inchiostro caricato non venga espulso nelle successive fasi di compressione, fintanto che non si arrivi a riempire tutto il serbatoio fino al livello dello sfiatatoio.
   −
La presenza dello sfiatatoio ha inoltre un secondo effetto positivo perché consente di equilibrare immediatamente la pressione dell'aria interna al corpo della penna con quella dell'aria esterna, dato che lo sfiatatoio fornisce una via di comunicazione fra interno ed esterno, si evitano così i vari problemi di fuoriuscita dell'inchiostro in caso di sbalzi di pressione.
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La presenza dello sfiatatoio in alcune realizzazioni ha inoltre un secondo effetto positivo perché consente di equilibrare immediatamente la pressione dell'aria interna al corpo della penna con quella dell'aria esterna, dato che in questo caso lo sfiatatoio fornisce una via di comunicazione fra interno ed esterno, si evitano così i vari problemi di fuoriuscita dell'inchiostro in caso di sbalzi di pressione.  
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=== ''bulb filler'' ===
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=== ''[[bulb filler]]'' === <!--T:48-->
 
{{:bulb filler}}
 
{{:bulb filler}}
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=== ''vacumatic'' ===
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=== ''[[caricamento Vacumatic|vacumatic]]'' === <!--T:49-->
 
{{:Vacumatic filler}}
 
{{:Vacumatic filler}}
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=== ''aerometric filler'' ===
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=== ''[[aerometric filler]]'' === <!--T:50-->
 
{{:Aerometric}}
 
{{:Aerometric}}
   −
=== ''stantuffo tuffante'' ===
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=== ''[[stantuffo tuffante]]'' === <!--T:51-->
 
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{{:stantuffo tuffante}}
Si indica con questo nome il sistema di caricamento inventato e brevettato dalla [[OMAS]] nel 1936 con l'introduzione del modello [[Lucens]]; in realtà un sistema di caricamento sostanzialmente identico a questo ed altrettanto funzionale si trova sulle penne realizzate della [[Dunn]] risalenti a ben quindici anni prima. Per questo motivo, pur non potendo stabilire o meno l'originalità dell'invenzione della [[OMAS]] non è comunque corretto assegnare ad essa la paternità di questo caricamento, anche se oggi, più che altro in Italia, si fa riferimento a esso con il nome di ''[[stantuffo tuffante]]'' per la maggiore notorietà raggiunta dalla [[Lucens]] rispetto alle penne della [[Dunn]].
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Il principio di funzionamento resta quello di tutti i sistemi di caricamento a sfiatatoio, solo che in questo caso la pressione interna al corpo della penna viene esercitata attraverso un pistone cavo cui si accede dal fondello, che presente una parte finale allargata, ma forata al centro in modo da poter scorrere abbondantemente intorno allo sfiatatoio, che in questo caso è molto lungo ed arriva vicino alla fine della penna.
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Svitando il fondello è possibile estrarre il pistone cilindrico, che scorre a tenuta rispetto al corpo della penna ed effettuare tramite esso l'azione di pompaggio. Il meccanismo è molto funzionale e nettamente più evoluto del [[Caricamento#vacumatic|vacumatic]] e degli altri sistemi analoghi perché a differenza di questo non necessita di membrane o altri elementi in gomma, e presenta una notevole semplicità meccanica.
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  −
Nonostante sia fra i più evoluti, efficaci ed interessanti fra i sistemi di caricamento, che presenta tutti i pregi degli altri sistemi a sfiatatoio e nessuno dei problemi legati alla presenza di parti in gomma, lo [[stantuffo tuffante]] ha purtroppo avuto una scarsa diffusione, che lo vede limitato nel suo utilizzo alle penne della [[Dunn]] ed al citato modello [[Lucens]] della [[OMAS]].
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=== ''visofil'' ===
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Questo caricamento, creato dalla [[Swan]] per l'omonimo modello [[Visofil]],  è un'altra delle innumerevoli variazioni realizzate sul tema dopo il successo della [[Vacumatic]] della [[Parker]].
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da finire
     −
... in cui questo viene effettuato attraverso la compressione di un cilindro di gomma posto fra il gruppo pennino ed uno stantuffo di plastica trasparente (di forma ottagonale) cui si ...
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=== ''[[Ink-Vue filler]]'' === <!--T:52-->
 +
{{:Ink-Vue filler}}
   −
=== ''accordion filler'' ===
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=== ''[[Visofil filler]]'' === <!--T:53-->
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{{:Visofil filler}}
   −
Si è chiamato così l'originalissimo e funzionale sistema di caricamento a fisarmonica adottato dalla [[Stylomine]] per la sua [[Stylomine 303|303]] nel ...  (da finire)
+
=== ''[[accordion filler]]'' === <!--T:54-->
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{{:accordion filler}}
   −
== Caricamenti a depressione ==
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== Caricamenti a depressione == <!--T:55-->
   −
Si sono riuniti in questo gruppo tutti quei sistemi che prevedono che il caricamento avvenga attraverso la realizzazione di una depressione all'interno del corpo della penna in modo che l'inchiostro venga risucchiato tramite questa. In questo caso è in genere il corpo stesso della penna a fare da serbatoio, e può essere costruito in materiale trasparente così da consentire la visualizzazione del livello di inchiostro.
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<!--T:56-->
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Si sono riuniti in questo gruppo tutti quei sistemi che prevedono che il caricamento avvenga attraverso la realizzazione di una depressione all'interno del corpo della penna in modo che l'inchiostro venga risucchiato tramite questa. In questo caso è in genere il corpo stesso della penna a fare da serbatoio, e può essere costruito in materiale trasparente così da consentire la visualizzazione del livello di inchiostro.
    +
<!--T:57-->
 
Come per gli altri sistemi che usano il corpo della penna come serbatoio anche in questo caso si ha il vantaggio di poter disporre di un maggior volume per contenere l'inchiostro, ma si ripresenta lo svantaggio che l'aria residua contenuta nel serbatoio è sensibile alle variazioni di temperatura, il che rende più facile, per l'aumento di volume in caso di riscaldamento, i casi di perdite di inchiostro, specie quando la penna è quasi scarica ed il volume di aria maggiore.
 
Come per gli altri sistemi che usano il corpo della penna come serbatoio anche in questo caso si ha il vantaggio di poter disporre di un maggior volume per contenere l'inchiostro, ma si ripresenta lo svantaggio che l'aria residua contenuta nel serbatoio è sensibile alle variazioni di temperatura, il che rende più facile, per l'aumento di volume in caso di riscaldamento, i casi di perdite di inchiostro, specie quando la penna è quasi scarica ed il volume di aria maggiore.
   −
=== ''siringa'' ===
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=== ''[[pump filler]]'' === <!--T:58-->
 
+
{{:pump filler}}
Il caricamento a siringa utilizza il più classico metodo di creare una depressione, quello di spostare uno stantuffo all'indietro in un corpo cavo cilindrico, esattamente come si fa per le siringhe. Il sistema è di semplicissima realizzazione meccanica, ed è stato usato in molte versioni di penne di fascia bassa proprio per la sua economicità. Il sistema viene in genere realizzato con un alberino di metallo o plastica inserito tramite un foro nel fondo della penna a cui si accede rimuovendo un fondello (di norma a vite). Sull'altro estremo dell'albero, quello inserito nel corpo della penna, è montata una guarnizione a tenuta.
     −
Il caricamento avviene spingendo fino in fondo l'albero una volta accedutovi dal retro della penna, e poi risucchiando l'inchiostro, esattamente come si fa con una siringa, tirandolo indietro. Il grosso svantaggio di questo sistema di riempimento è dovuto al fatto che esso richiede di ospitare nel corpo della penna l'albero della siringa, che in posizione di utilizzo è completamente estratto ed in posizione sporgente; questo significa che circa metà dello spazio utile viene occupato da esso e non può essere utilizzato.
+
=== ''[[syringe filler]]'' === <!--T:59-->
 +
{{:syringe filler}}
   −
=== siringa rovesciata===
+
=== ''[[plunger filler]]'' === <!--T:60-->
 +
{{:plunger filler}}
   −
Il caricamento a [[siringa rovesciata]], detto anche ''[[plunger filler]]'' dai collezionisti, è, quando ben funzionante, uno dei più semplici ed efficaci sistemi di riempimento, ed è probabilmente anche quello che consente di caricare la maggior quantità di inchiostro a parità di volume della penna. Inoltre è anche uno dei più antichi, essendo stato introdotto per la prima volta sul mercato nel 1905, con il lancio della [[Onoto]].
+
=== ''[[piston filler]]'' === <!--T:61-->
 +
{{:piston filler}}
    +
== Altri == <!--T:62-->
   −
[[Image:PlungerFillerSchema.svg|center|500px|Schema di una penna con caricamento a [[siringa rovesciata]] (''plunger filler'')]]
+
<!--T:63-->
 
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La creazione di questo caricamento, almeno nella prima versione utilizzabile, si può attribuire a ''George Sweeter'', che ne cedette il brevetto a ''Evelyn [[De La Rue]]'' per la realizzazione della [[Onoto]]. Molto più tardi, in risposta alla moda delle penne trasparenti che consentissero di visualizzare il livello di inchiostro, esso venne adottato anche della [[Sheaffer]] a partire dal 1934 con il nome di ''[[Vacuum-Fil]]''<ref>ma solo sui modelli economici, sia per la linea [[Wasp]] che per quella chiamata con questo nome, verrà utilizzato sui modelli dell'azienda marcati [[Sheaffer]] (le [[Balance]]) solo a partire dall'anno successivo, il brevetto originale della ditta, ({{Cite patent|US|1926405}}), è del 1933.</ref> e dalla [[Eversharp]] nel 1937. Nelle penne giapponesi un [[contagocce di sicurezza|meccanismo molto simile]] veniva usato solo come sistema di sicurezza per penne con [[caricamento a contagocce|riempimento a contagocce]].
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Il principio di funzionamento, come espresso dal nome, si basa sull'inversione del meccanismo della siringa (anche se forse l'analogia sarebbe maggiore con la pompa di una bicicletta), in cui si usa il pistone della siringa, invece che per risucchiare l'inchiostro, per espellere l'aria dal corpo della penna e creare una depressione che poi è quella che consente di effettuarne il riempimento.
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Dal punto di vista meccanico il sistema è simile al precedente [[caricamento a siringa]], l'aria viene espulsa spingendo tramite il fondello della penna un pistone costituito da un alberino sulla cui testa è montata una guarnizione in gomma che scorre a tenuta rispetto al corpo cavo della penna, esattamente come il pistone di una siringa. L'alberino fuoriesce, tramite una guarnizione a tenuta, dal fondo della penna per agganciarsi al fondello della stessa che viene utilizzato come maniglia per operare il caricamento. La parte finale del corpo della penna, in corrispondenza alla posizione di riposo del pistone, presenta però un allargamento, così che esso non sia più a tenuta.
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Ciò rende possibile, a differenza della siringa classica, effettuare il caricamento reinserendo il pistone all'interno del corpo della penna: con l'espulsione dell'aria così ottenuta si crea una depressione dietro la testa del pistone, che quando questo raggiunge la posizione finale della sua corsa, in cui non vi è più tenuta rispetto al corpo della penna, causa il risucchio dell'inchiostro all'interno della stessa.
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Il meccanismo presenta molti vantaggi in quanto lo spazio da esso occupato è molto ridotto, per cui, fintanto che le guarnizioni sono a posto, si ottiene una enorme capacità di caricamento. Il suo problema principale è però proprio quello della perfetta tenuta delle guarnizioni, queste infatti devono sopportare una depressione piuttosto forte, e capita piuttosto spesso che esse, pur garantendo dalle perdite, non consentano un caricamento efficace.
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Inoltre una buona tenuta, essenziale per il funzionamento, comporta anche la presenza, a penna scarica, di un grosso volume di aria ben isolato presente all'interno del corpo della stessa, cosa che rende le penne dotate di questo sistema di caricamento molto sensibili alle variazioni di pressione (con il rischio di conseguenti fuoriuscite di inchiostro).
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Inoltre, soprattutto con i modelli americani della [[Sheaffer]] e dalla [[Eversharp]], la guarnizione sul fondo, che è essenziale per il funzionamento del sistema, tende a deteriorarsi abbastanza rapidamente. Per le due aziende citate la sua sostituzione però comporta la completa sostituzione del fondo stesso della penna, che doveva avvenire con dei ricambi che oggi non esistono più. Pertanto le penne con caricamento a [[siringa rovesciata]] hanno una fama di essere difficili da riparare e di funzionamento incerto, anche se in realtà tutto ciò non si applica affatto alle [[Onoto]], che sono piuttosto semplici da riparare e ben funzionanti anche dopo diversi decenni.
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=== ''piston filler'' ===
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Il [[caricamento a stantuffo]] venne ideato da ''Theodor Kovacs'', un ingegnere ungherese che aveva prestato servizio come ufficiale dell'esercito durante la prima guerra mondiale, che lo brevettò nel 1923, anche se la prima stilografica ad utilizzarlo comparve solo nel 1929, con il lancio da parte della [[Pelikan 100]].
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Il meccanismo originale, di cui sono state comunque realizzate numerose varianti, prevede la presenza di una doppia vite
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(da finire)
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== Altri ==
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Si sono riuniti in quest'ultimo gruppo tutti gli altri sistemi di caricamento, accomunati proprio dal fatto di non aver un fattore comune che consente di classificarli in maniera omogenea.
 
Si sono riuniti in quest'ultimo gruppo tutti gli altri sistemi di caricamento, accomunati proprio dal fatto di non aver un fattore comune che consente di classificarli in maniera omogenea.
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=== ''capillarity filler'' ===
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=== ''[[capillarity filler]]'' === <!--T:64-->
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{{:capillarity filler}}
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Il primo esempio di penna introdotto sul mercato ad utilizzare questo sistema è stato il modello [[61]] lanciato dalla [[Parker]] nel 1956. Il sistema (un primo brevetto è il {{Cite patent|US|2462929}}) è probabilmente il più originale fra quelli che sono stati creati nel corso della storia della produzione di penne stilografiche, e costituisce anche l'ultimo tentativo di realizzare un sistema di riempimento originale, che non riprendesse in qualche modo gli altri meccanismi adottati nel corso degli anni.
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=== ''[[cartridge filler]]'' === <!--T:65-->
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{{:cartridge filler}}
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Il sistema prevede infatti che il caricamento avvenga semplicemente svitando il corpo in plastica che protegge il serbatoio ed immergendo la parte finale di questo (corrispondente al fondo della penna) nella boccetta di inchiostro. L'effetto della capillarità farà affluire l'inchiostro all'interno del serbatoio caricando così la penna senza necessità di compiere un qualunque tipo di azione meccanica. La [[61]] venne così promossa come ''the pen that fills itself'' (la penna che si riempie da sola).
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=== ''[[converter]]'' === <!--T:66-->
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{{:converter}}
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Il sistema è realizzato ... (da finire)
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== Riferimenti esterni == <!--T:67-->
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* [http://www.pennaio.com/Sistemi_di_Riempimento.html] Pagina degli schizzi originali usati in questa pagina
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* [http://www.richardspens.com/?page=ref/fillers/fillers.htm] Pagina sui sistemi di caricamento dal sito di Richard Binder
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* [http://www.vintagepens.com/filling_instructions_vintage_pens.shtml] Pagina sui sistemi di caricamento dal sito di David Nishimura
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* [https://web.archive.org/web/20180105095740/http://www.rickconner.net/penspotters/filling.html] Pagina sui sistemi di caricamento su Penspotters
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* [https://web.archive.org/web/20130616225156/http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=259] Articolo sui sistemi di caricamento su PenTrace, prima parte
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* [https://web.archive.org/web/20130617013636/http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=266] Articolo sui sistemi di caricamento su PenTrace, seconda parte
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* [http://www.penhero.com/PenGallery/Parker/ParkerDuofoldFiller.htm] Articolo di Jim Mamoulides sul caricamento a [[pulsante di fondo]] della [[Parker]]
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* [https://www.penexchange.de/english/sites/klassiker/kolbenfueller.html] Articolo su Penexchange sul [[caricamento a stantuffo]]
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* [http://www.penexchange.de/english/sites/klassiker/pneumatik.html] Articolo su Penexchange sui caricamenti penumatici
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* [http://www.penexchange.de/english/sites/klassiker/selbstfueller.html] Articolo su Penexchange sul caricamento a [[pulsante di fondo]]
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L'unico altro modello noto ad usare questo caricamento è la economica [[X-Pen]] della [[Waterman]].
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== Note == <!--T:68-->
 
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=== ''cartridge filler'' ===
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Anche in questo caso non si può propriamente parlare di sistema di riempimento, dato che non c'è niente da riempire. Il sistema si basa sull'inserimento all'interno del corpo della penna, su un aggancio predisposto sul gruppo pennino, di una cartuccia di plastica piena di inchiostro, da gettare e sostituire con una nuova una volta che questo sia esaurito. In generale poi ogni produttore tende a realizzare cartuccia ed aggancio in maniera diversa, per cui spesso l'unico modo di utilizzare penne d'epoca che fanno uso di questo sistema di caricamento è quello di procurarsi una cartuccia originale usata e riempirla con una siringa.
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Parlare dell'invenzione di questo sistema di riempimento risulta essere ambiguo e problematico, dato che esistono vari esempi di precursori fin dai primi decenni del '900, per non parlare del brevetto della [[Eagle]] ({{Cite patent|US|426758}}) del 1890, basati sull'uso di cartucce in vetro. Un altro precursore importante è la [[John Hancock]] che negli anni '20 mise in commercio una penna con cartucce in rame (brevetto {{Cite patent|US|1671125}}).<ref>detenuto dalla ''[[Pollock Pen Company]]'', che produceva queste penne.</ref>
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Fra i precursori è da ricordare infine quello adottato nel 1936 dalla filiale francese della [[Waterman]], che in seguito riprenderà l'idea per la [[CF]]. L'uso delle cartucce in vetro per l'inchiostro però conobbe mai una grande diffusione, dato che queste avevano comunque un costo di produzione significativo, e presentavano tutti gli inconvenienti del materiale, primo dei quali la fragilità.
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Per questo si tende più propriamente a far risalire le origini della diffusione del [[caricamento a cartuccia]] al 1953, con l'introduzione sul mercato del modello [[CF]], sigla appunto di ''Cartridge Filler'', creato ancora una volta dalla filiale francese della [[Waterman]], che di lì a breve avrebbe assorbito i resti della fallita casa madre. E' in tale occasione infatti che viene introdotto un sistema che fa uso cartucce di inchiostro usa e getta realizzate industrialmente in plastica a stampo. Data la semplicità costruttiva della penna ed i bassi costi di produzione delle cartucce, il [[caricamento a cartuccia]] rappresenta oggi il sistema più diffuso per usare una stilografica.
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=== ''converter '' ===
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In questo caso non si può parlare propriamente di ''un'' sistema di caricamento in quanto esistono diversi tipi di ''converter'', che a loro volta usano i più vari meccanismi. In realtà quando si parla di ''converter'' si indica semplicemente un sistema meccanico da inserire su una penna al posto di una cartuccia, che consente di eseguire il caricamento della stessa da una boccetta di inchiostro.
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Il meccanismo più utilizzato è quello di un minuscolo sistema [[caricamento a stantuffo|a stantuffo]], riprodotto nel ''converter'' stesso. Un altro meccanismo molto comune è quello con cui si effettua la pressione diretta di un serbatoio in gomma (in sostanza uno ''[[sleeve filler]]''). Un converter molto particolare è il CON-70, usato nelle penne [[Pilot]] di fascia più alta, che prevede l'uso di un ingegnoso sistema a depressione che consente una notevole capienza.
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== Riferimenti esterni ==
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* http://www.pennaio.it/page.php?pagina=Sistemi%20di%20Riempimento&pg=2_4
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* http://www.richardspens.com/?page=ref_info/fillers.htm
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* http://www.rickconner.net/penspotters/filling.html
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* http://www.rickconner.net/penoply/filling.html
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* http://www.vintagepens.com/filling_instructions_vintage_pens.shtml
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* http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=266
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* http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=259&tname=Technical
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* http://www.penhero.com/PenGallery/Parker/ParkerDuofoldFiller.htm
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* http://www.penexchange.de/english/klassiker/kolbenfueller.shtml
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* http://www.penexchange.de/english/klassiker/pneumatik.shtml
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* http://www.penexchange.de/english/klassiker/selbstfueller.shtml
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* http://kamakurapens.invisionzone.com/index.php?showtopic=1057&st=0&p=5173&#entry5173
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== Note ==
   
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== Ringraziamenti ==
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== Ringraziamenti == <!--T:69-->
 
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Un grazie di cuore a Fabio Moricci, il [http://www.pennaio.com/ Pennaio], che ci ha gentilmente concesso l'uso dei suoi schizzi come base per la realizzazione degli schemi tecnici dei vari sistemi di caricamento.
Un grazie di cuore a Fabio Moricci, il [http://www.pennaio.it/ Pennaio], che ci ha gentilmente concesso l'uso dei suoi schizzi come base per la realizzazione degli schemi tecnici dei vari sistemi di caricamento.
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