Lavatrice idrodinamica a flusso controllato...

Introduzione

Una delle domande più frequenti sulla manutenzione delle stilografiche riguarda il loro lavaggio per ripulirle dai residui di inchiostro. Gran parte di queste domande scaturiscono dalla mancanza di un ingrediente fondamentale per l'ottenimento di un buon risultato: la pazienza.

L'alimentatore di una stilografica è fatto per trattenere l'inchiostro in modo che questo esca nella maniera più controllata possibile solo attraverso il pennino durante la scrittura. Quindi la sua pulizia è un compito meno semplice di quanto possa apparire, dato che l'obiettivo va esattamente contro lo scopo per cui è stato costruito.

E' abbastanza semplice ottenere una pulizia superficiale utilizzando gli ausili di lavaggio, con i quali si può forzare il passaggio di acqua pulita. Bisogna però considerare che il passaggio veloce di acqua non sempre consente una pulizia approfondita, soprattutto in presenza di incrostazioni tenaci di inchiostro. Infatti l'acqua forzata passa preferibilmente e velocemente solo da certi punti e non ha abbastanza tempo per sciogliere e asportare l'inchiostro che un buon alimentatore trattiene ovunque al suo interno.

Volendo una pulizia completa e rapida si potrebbe ricorrere a una vasca a ultrasuoni, ma sebbene se ne trovino anche di economiche, e siano in grado di effettuare una pulizia comoda e rapida, non sono uno strumento normalmente presente nella vita di tutti i giorni. Inoltre l'uso degli ultrasuoni è un metodo che contrariamente all'apparenza risulta essere piuttosto violento, come spiegato nella relativa pagina, per cui su penne antiche o fratturate si possono causare danni o un peggioramento della situazione. Per questo non è assolutamente una soluzione adeguata ad una operazione di manutenzione periodica.

Per una pulizia approfondita occorrerebbe quindi sottoporre la penna ad ammolli piuttosto lunghi e a frequenti rinnovamenti dell'acqua. Oltre ai lunghi tempi di attesa, bisogna anche mettere in conto gli inconvenienti dovuti ad una immersione prolungata di parti non sempre progettate per stare a contatto con l'acqua, come le decorazioni metalliche esterne. Inoltre, siccome l'acqua all'interno dell'alimentatore non è mobilissima (ricordate a cosa serve l'alimentatore ??), l'inchiostro rimane ancora una volta all'interno e non migra all'esterno.

In questa pagina viene descritta una lavatrice per stilografiche la cui caratteristica principale è di fornire un flusso d'acqua molto lento attraverso l'alimentatore, con il suo continuo rinnovamento ed il conseguente allontanamento di quella sporca che ha sciolto l'inchiostro dal gruppo pennino/alimentatore.

L'apparecchiatura si applica facilmente alle penne a cartuccia, mentre per le altre non rimane che lo smontaggio del gruppo sezione/pennino e poi l'uso della lavatrice. Oppure il sempre valido metodo tradizionale di un bicchiere d'acqua e un po' di pazienza.

Il progetto è nato per gioco da un imbuto e una sezione Sheaffer che combaciavano come diametri. Il suo sviluppo ha avuto come vincolo una realizzazione con materiali domestici prontamente disponibili, senza che sia necessario l'acquisto di attrezzi o pezzi di difficile reperibilità. Qualsiasi "bricoleur" con un po' di comune attrezzatura sarà capace di apportare notevoli miglioramenti.

Materiali

  • Una bottiglia di plastica. Vanno bene le bottiglie sia da mezzo litro che da un litro: sconsigliate quelle da un litro e mezzo per la troppa pressione e la scarsa maneggevolezza.
  • Una cartuccia adatta alla penna/e che intendete lavare.
  • Aghi da siringa. Quelli da insulina, più sottili rallentano un po' il flusso, e risultano più adatti allo scopo.
  • Spago per realizzare l'imbracatura dell'attrezzo.

Avvertenze

Prima di cominciare è doveroso avvertire che si ha a che fare con aghi da siringa che vanno infilati con una certa forza in materiali abbastanza duri. Il rischio di ferirsi è reale e non va sottovalutato. Ricordatevi che gli aghi da siringa sono strumenti molto affilati.

Tenetelo sempre in mente e non operate con l'ago che spinge verso una parte qualsiasi del vostro corpo o quello di altri. Tipica la tentazione di appoggiare le cose al corpo e premere oppure di tenere in mano l'oggetto da forare con una mano mentre l'altra spinge l'ago. Il rischio è di infilarsi un ago dentro una mano o sotto le unghie.

PONETE ATTENZIONE A QUELLO CHE FATE !!!

Costruzione modello base

Passo 1: Imbracatura

Cominciate con l'imbracatura della bottiglia. Lasciate lo spago lungo (molto lungo) sul retro per potere regolare l'altezza della bottiglia dal lavandino sul quale la sospenderete.

  • Primo passo: effettuate un nodo a bocca di lupo sul collo della bottiglia
  • Secondo passo: estendete le due estremità verso il fondo della bottiglia e fateci un nodo piano. Cercate di posizionarlo piuttosto indietro e magari su una scanalatura della bottiglia.
  • Terzo passo: fate un altro nodo piano esattamente dalla parte opposta di quello appena fatto, e sopra fatecene un altro per fermare le due estremità
  • Quarto passo: afferrate una sola delle estremità dello spago e passatela sotto alle due parti di spago che provengono paralleli dal collo
  • Quinto passo: a questo punto dal fondo della bottiglia escono le due estremità dello spago che andranno legate insieme per formare l'anello di sospensione. Aspettate a legarle insieme, che la lunghezza varia in funzione di dove andrete ad appenderla.

Passo 2: Bottiglia

Come secondo passo tagliate il fondo della bottiglia di plastica, come illustrato nella foto sotto. Dal foro largo sarà possibile versare direttamente l'acqua da una brocca, da una bottiglia o direttamente dal rubinetto.

Passo 3: Tappo

Prendete un ago e segnatelo in modo da poterlo riconoscere. Con l'ago segnato forate il tappo della bottiglia spingendolo dall'interno verso l'esterno. Durante la foratura, l'ago fustella la plastica e si ottura parzialmente. Questo è un bene in quanto rallenta il flusso, mentre è un male se vi scordate quale ago avete usato. Reiterando i fori dopo un po' l'ago si intasa del tutto e non si riesce più a capire se è intasata la penna o l'ago.

Se avete scordato quale sia l'ago per forare, potete usare un filo di rame per scovolare l'interno. Attenzione che viene naturale di spingere il filo di rame dentro l'ago. La situazione che si crea è pericolosa; avete notato che state praticamente spingendo l'ago dentro un dito o una mano ??

Passo 4: Cartucce

   
Bloccaggio dell'ago: "il rischio è il mio mestiere"
"a norma di sicurezza", l'ago non è più necessario

Forate le cartucce sul retro con l'ago che avete segnato e inseritele nella sede della penna e poi, mantenendo un dito nella parte posteriore dell'ago, innestate l'insieme penna più cartuccia nell'ago.

E' necessario inserire penna e cartuccia prima di avvitare il tappo alla bottiglia. Farlo dopo, con tappo avvitato in sede, vi sarà impossibile o molto difficoltoso perché l'ago tende a scivolare dentro la bottiglia.

Una soluzione può essere la colla a caldo oppure l'uso di una molletta da panni per trattenere l'ago in posizione anche col tappo montato. Nel primo caso l'ago è nudo e aumentate la probabilità di ferirvi o di ferire qualcun altro; con la colla a caldo si ottiene una guaina che rende anche più facile l'utilizzo e non più necessario l'ago.

Prima di usare la colla a caldo fate qualche prova: alcune cartucce risentono molto del calore e si deformano accorciandosi. Vedi oltre la cartuccia rossa al centro del tappo della lavatrice multipla,

Passo 5: Assemblaggio e messa in funzione

Avvitate il tappo con il pendaglio ago-cartuccia-penna e appendete la bottiglia cosi composta su un lavandino (si, sembra una flebo !!).

Tenete lo spago lungo:

  • se il gruppo pennino si dovesse malauguratamente sfilare dalla cartuccia o dall'ago, meno strada fa e meglio è;
  • tenendo la lavatrice vicino alla superficie del lavandino, la goccia che cade dalla penna schizza meno inchiostro.

Riempite la lavatrice con acqua, acqua leggermente saponata o acqua leggermente saponata e poche gocce di ammoniaca e andate a fare qualche altra cosa. Al vostro ritorno la penna sarà finalmente pulita. Non è possibile indicare il tempo necessario a svuotare la bottiglia, in quanto è funzione di troppe variabili (alimentatore più o meno chiuso, ago più o meno intasato, .... )

Varianti

Il modello base sopra descritto è di costruzione rapida e molto pratico per l'uso, essendo simile al riempimento di un imbuto. La larga apertura posteriore permette di non dimenticarsi che non è più una bottiglia, ma ha lo svantaggio di fornire in uscita un flusso piuttosto veloce e quindi meno efficiente nel lavaggio.

Più efficiente, flusso più lento, con regolazione sperimentale

Invece di praticare una larga apertura come nel modello base, è sufficiente inserire sul fondo della bottiglia un ago, meglio se quello segnato, meglio se di quelli da insulina che sono più sottili.

Potete sperimentare l'uso di aghi sottili e parzialmente intasati dalla plastica, sia sul tappo che sul fondo, fino ad ottenere un flusso lentissimo ed ultra efficiente.

La maggior efficienza si paga col tempo necessario alla regolazione e con una minor praticità d'uso. La sequenza apri-riempi-richiudi-capovolgi non è il massimo della praticità, soprattutto se si tiene conto del foro posteriore dal quale fuoriesce acqua.

Col foro minuscolo vi scorderete che la bottiglia in realtà ha il fondo che perde e farete un lago da qualche parte. Basta che suoni il telefono e la lascerete in giro a far danno. Oppure vi troverete degli indumenti bagnati, che dopo una certa età fa anche dispiacere.

Più efficiente, flusso più lento, affidabile

Questa variante è caratterizzata dall'uso di una bottiglia integra, senza fori, che non permette allagamenti dovuti a disattenzione. L'ingresso dell'aria avviene tramite un "respiratore", ovvero un tubicino di plastica che può venir recuperato da un vaporizzatore per prodotti per la pulizia domestica. Non è necessario tagliarlo a misura, in quanto può essere arrotolato a spirale dentro la bottiglia. Il diametro esterno del tubicino dovrebbe essere uguale a quello interno della parte plastica dell'ago.

Rispetto al modello base a "imbuto" è un po' meno agevole nell'uso. C'è sempre la sequenza apri-riempi-chiudi-capovolgi, ma non versa dal fondo. La presenza del tubicino che regola/rallenta il flusso dell'aria in ingresso, ne limita l'uso a versioni con una penna.

Per avviare il lavaggio, in questo caso è necessario chiudere con due dita l'ago che ospiterà il gruppo pennino e spremendo un po' la bottiglia, far uscire l'acqua che si può essere infilata nel tubicino. Una volta svuotato il tubicino dall'acqua, l'aria esterna sarà in contatto con quella esterna e quindi l'acqua cadrà per gravità attraverso l'ago entro la cartuccia.

Qualora lo si voglia adattare alla variante "porcospino", bisognerà tenere conto della diversa pervietà delle diverse penne: l'acqua tenderà a passare dalle penne più libere e non da quelle più intasate o con alimentatori costituzionalmente più chiusi. In altre parole alcune penne verranno lavate molto e altre meno o per niente. Inoltre risulterà molto difficoltosa l'eliminazione dell'acqua dal tubicino.

Trovate un video del montaggio e del funzionamento a questo indirizzo.

Porcospino/Fachiro/Mitragliatrice/Poppa di vacca

Questa variante è pensata per chi ha un negozio e a fine giornata vuole lavare molte penne inchiostrate, in modo da ritrovarle pulite il mattino seguente. In questo caso è necessario avere una o più bottiglie con un tappo più ampio che permette l'inserzione di più aghi. Tappi larghi (3.5 cm di diametro) si trovano nelle bottiglie di latte o in certe bevande zuccherate. Nelle foto è mostrata una versione sperimentale. Un po' di colla a caldo permette di fissare gli aghi in modo stabile. Questa variante funziona bene se il foro posteriore è largo, e d'altro canto non è pensata per incrostazioni tenaci e resistenti.

Ultraefficiente con regolazione del flusso agevole

La modifica dell'imbracatura permette di regolare l'altezza della colonna d'acqua che preme sulla cartuccia, e quindi di rallentare il flusso. In questo caso il foro deve essere fatto lateralmente. Nella foto un esempio: non tagliando il fondo e non tagliando l'ultima scanalatura si riesce a mantenere la rigidità della bottiglia.

La regolazione del battente viene fatta inclinando più o meno la bottiglia. Nella disposizione mostrata, semplicemente appesa al rubinetto, quando l'acqua è verso la fine, il peso si sposta verso il tappo, la bottiglia si inclina verso la verticale e si ripristina una maggior colonna d'acqua che conclude il lavaggio.

Funziona accettabilmente anche nella versione "Poppa di vacca", vista l'agevole regolazione del flusso. Permane una leggera differenza tra le cartucce superiori e quelle inferiori.

Versione semplificata con Deflussore

Descrizione

Questa versione nasce come una evoluzione semplificativa delle precedenti e consiste principalmente nell'abolire tubetti, aghi e bottiglie aperte per farla diventare a tutti gli effetti "una flebo per stilografiche". I vantaggi sono, oltre alla facilità di realizzazione, il completo controllo del flusso (da molto veloce a molto lento) ed il fatto che il sistema è a "circuito chiuso", ovvero la bottiglietta non è più aperta. Quindi una maggior facilità di carico ed un quasi nullo rischio di "lavarsi le braghe od i piedi".

Materiale e realizzazione

Il materiale necessario alla realizzazione è il seguente: una bottiglietta in plastica da mezzo litro (per gli stessi motivi esposti per tutte le altre versioni) ed un deflussore. Il deflussore è quell'oggetto che quasi tutti conosciamo impropriamente come "flebo". Si può tranquillamente acquistare in farmacia ad un costo di circa 2 euro. Naturalmente potrà accadere che il farmacista vi chieda se Vi serve per persone od animali. La risposta corretta NON è: "per le stilografiche", altrimenti poi dovrete soddisfare la curiosità relativa al perché mai dovreste fare una flebo ad una stilografica. (Provare per credere!)

 
Fig. 1 Kit Deflussore


Come potete vedere nella fig. 1, del kit utilizzeremo solo la parte cerchiata di rosso, quindi NON utilizzeremo la "farfallina" ovvero l'ago (tenetelo comunque da parte; non si sa mai a cosa potrà servire!). La prima operazione da fare, sarà quella di forare il tappo del contenitore (la bottiglietta) con una punta adeguata alla dimensione del beccuccio. In questo caso, il beccuccio ha un diametro di circa 5,3 mm (vedi fig. 2)e quindi potremo forare il tappo con una punta 5 mm ed inserirlo (vedi fig. 3)

 
Fig.2 Diametro beccuccio
 
Fig.3 Inserimento beccuccio


I materiali dei due particolari (beccuccio e tappo) sono morbidi ed autolubrificanti, sicché la differenza di diametro tra il beccuccio (5,3 mm) ed il foro (5 mm) ne consentirà un piantaggio, eliminando di conseguenza la necessità della sigillatura. Il tutto si presenterà come in fig. 4

 
Fig.4 Nomenclatura delle parti

Non Vi resta che tagliare il tubetto in eccedenza della misura che preferite, tenendo presente che dovrà contenere lo stringitubo per poter effettuare la regolazione del flusso. Come sempre, il consiglio è quello di lasciarlo un poco più lungo, ed eventualmente di accorciarlo in seguito.

Potete prendere un pezzo del tubetto avanzato ed adattarlo ad una cartuccia con un poco di colla a caldo (vedi fig. 5). Inoltre, nessuno vi vieta di crearvi tutti gli adattatori che preferite con un pezzo del tubetto avanzato, colla a caldo ed eventuali pezzi da Voi creati per le vostre penne. Ad esempio, io ho preso un pezzo di tubetto, un pezzo di un sacchetto per l'inchiostro avanzato da una riparazione (mai buttare via nulla) e mi sono creato un adattatore per il sistema di caricamento a capillarità della Parker 61.

Per unire l'adattatore al sistema, potete scaldate un poco il tubetto dalla parte dell'adattatore stesso (con un fon) ed inserire (un poco forzatamente) il tubetto che proviene dal deflussore (o più precisamente dal gocciolatore). Poi, lasciate raffreddare per qualche minuto e vi sarete fatti dei comodi innesti (vedi fig. 6)


 
Fig. 5 Adattatore a cartuccia
 
Fig. 6 Collegamento adattatore


A questo punto, la vostra lavatrice è terminata! (più semplificato di così.....)

Messa in funzione

La messa in funzione della lavatrice è abbastanza semplice... se si conosce l'utilizzo del deflussore. Al fine di evitarvi telefonate allo zio medico, alla cugina infermiera o alla guardia medica, per chi non ne conoscesse l'uso, cercherò di dare una indicazione di massima. Poi, come per tutte le cose, fatta una volta...

Riempite il contenitore con acqua, chiudete il tappo con inserito il deflussore e capovolgetelo (come per tutte le altre lavatrici descritte).

  • chiudere la valvola di afflusso dell'aria. Il tappino azzurro presente sul gocciolatore (vedi Fig.7)
  • chiudere lo stringitubo. La rotellina azzurra tutta verso il basso (vedi Fig.8)


 
Fig. 7 Chiusura valvola
 
Fig. 8 Chiusura stringitubo



  • Premere il contenitore (bottiglietta) fino a far depositare 10-15mm di acqua nel gocciolatore (vedi Fig.9)
  • Aprire la valvola di afflusso dell'aria e aprire lo stringitubo portando la rotellina verso l'alto (vedi Fig.10)



 
Fig. 9 caricamento del gocciolatore
 
Fig. 10 Apertura del sistema


A questo punto il processo di gocciolamento è avviato. Agendo sulla rotellina dello stringitubo potrete regolare il flusso e iniziare la pulizia delle vostre penne.

 
Sistema in funzione


Penne non a cartuccia

Con un po' d'inventiva e qualche tubicino di gomma/silicone, si possono lavare anche parti di penne non a cartuccia. Nella foto un esempio con una sezione di una Aurora 88, primo modello. Non sono stati provati pennini smontabili (es. Pelikan), ma dovrebbe essere possibile lavarli.