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Molte delle informazioni di questa pagina sono ricavate dalla lettura del libro ''La storia della stilografica in Italia, 1900-1950'', di Letizia Iacopini, una risorsa indispensabile per orientarsi nell'universo dei marchi minori italiani. Le informazioni restano comunque incomplete e frammentarie, date le scarsissime fonti storiche disponibili e la scarsa documentazione rimasta anche a causa delle distruzioni belliche, al riguardo dei produttori di penne stilografiche italiane.  
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Molte delle informazioni di questa pagina sono ricavate dalla lettura del libro ''La storia della stilografica in Italia, 1900-1950'', di Letizia Iacopini, e dalle informazioni dell'Archivio di Stato relative alla registrazione dei marchi di fabbrica. Le informazioni restano comunque incomplete e frammentarie, date le scarsissime fonti storiche disponibili e la scarsa documentazione rimasta anche a causa delle distruzioni belliche, al riguardo dei produttori di penne stilografiche italiane.  
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Un elenco delle ulteriori fonti esterne utilizzate nella stesura delle pagine di queste aziende sono le seguenti, recuperate dall'Internet Archive e relativa ad articoli pubblicati su rivista, per lo più ''"Penna Magazine"'', ma  si deve tener conto che alcune delle informazioni pubblicate su questa rivista sono risultate in un secondo tempo assai poco attendibili:
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* [https://web.archive.org/web/20060323181911/http://www.pennamagazine.com/articolo.php?id=124] Alcuni marchi italiani di penne scolastiche
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* [https://web.archive.org/web/20060323172021/http://www.pennamagazine.com/articolo.php?id=287] Articolo di Penna Magazine sulla [[Pensar]]
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* [https://web.archive.org/web/20060323182106/http://www.pennamagazine.com/articolo.php?id=98] Articolo su una penna Edelweiss di presunta produzione Omas
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* [https://web.archive.org/web/20060323172021/http://www.pennamagazine.com/articolo.php?id=287] Articolo di Penna Magazine con cenni sulle produzioni antiche di alcuni noti negozi
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== Electa ==
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[[Image:Electa-Brown-Capped.jpg|thumb|Una ''Electa'' anni '30/'40.]]
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=== Storia ===
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Il marchio [[Electa]] era riservato alla produzione di punta della ''Primaria Fabbrica Penne Stilografiche'' del Cav. Davide Ceriani, una azienda con sede a Sesto Calende, attiva dall'inizio degli anni '30 agli anni '50. Oltre a questo marchio (con la variante ''Electa Extra'') l'altro marchio principale usato dall'azienda era ''Regina'', a questi si univano i marchi ''Balilla'' e ''Gloria'' ({{Marchio|60704}}), e ''Topolino'' ({{Marchio|49345}}) per la produzione di fascia più bassa. 
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La produzione iniziale prevedeva modelli rivestiti in metallo laminito, rientranti e penne ''[[flat top]]'' in stile [[Duofold]] come buona parte della produzione italiana di quel periodo. Negli anni successivi lo stile continuò a seguire le tendenze generali del mercato italiano, con linee affusolate in stile [[Doric]] (o [[Omas Extra]])  e clip a rotellina.
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===Riferimenti esterni===
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* nessuno, per ora
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== Ercolessi ==
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=== Storia ===
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[[File:Ercolessi-Radius-Brown-Nib.jpg|thumb|Una [[Ercolessi]] di produzione [[Radius]]]]
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Il marchio [[Ercolessi|E. E. Ercolessi]] nasce dalle attività commerciali di ''Edgardo Ercolessi'' e della moglie Elvira, che nel 1921 fondarono una attività di rivendita di materiale da scrittura con due importanti negozi nelle vie centrali di Milano. Non si tratta quindi propriamente di una azienda produttrice di stilografiche, e non sarebbe quindi corretto annoverarlo fra i produttori, ma dato che questo marchio è stato utilizzato per coprire una produzione molto ampia, effettuata dalle principali aziende costruttrici italiane, si è ritenuto opportuno trattarlo esplicitamente.
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''Edgardo Ercolessi'' era legato da rapporti di parentela con Eugenio Verga, fondatore della [[Columbus]] e da rapporti di amicizia con ''Armando Simoni'' fondatore della [[Omas]]. Grazie a queste sue conoscenze fu in grado di affrontare con successo il mercato degli strumenti di scrittura e la sua azienda si espanse con diversi negozi a Milano, fino al centralissimo Corso Vittorio Emanuele. Nella sua attività ''Egardo Ercolessi'' iniziò a proporre nei suoi negozi delle penne marchiate esplicitamente con il suo nome. Non è chiaro se all'origine di questa attività di produzione siano state esigenze promozionali o la necessità di distinguersi sul mercato, ma a lungo l'azienda dette vita a produzioni con il suo marchio.
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Le prime penne marchiate [[Ercolessi]], realizzate agli inizi degli anni '20, erano delle [[rientranti]] in ebanite, sullo stile della [[Waterman 42]], quasi certamente prodotte dalla [[Columbus]]. A queste si aggiunsero in seguito modelli con [[caricamento a levetta]]. A queste seguirono penne in stile [[Duofold]] in celluloide colorata, prodotte presumibilmente, come la gran parte delle penne degli anni '30 a marchio [[Ercolessi]], dalla [[Omas]].
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A queste seguirono poi altri modelli, denominati ''Serie 50'', derivati dalla [[Minerva Ellittica]] con caricamento a [[pulsante di fondo]] e realizzati nelle stesse misure di questa e con la stessa numerazione, adottata copiando lo [[Waterman Standard Numbering System|schema]] usato dalla [[Waterman]]: la 52½ V (corta e sottile, da signora, ad anello), la  52½ (media e sottile), la 52 (media) e la 55 (grande). Le penne però presentavano, rispetto alla versione originale, una decorazione con tre anellini e diverse colorazioni della celluloide.
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A questa linea si affiancava una più linea raffinata, derivata dalla [[Minerva Ellittica]] con [[caricamento a levetta]], anche questa prodotta con colorazioni inusuali per la versione originale. Come ulteriore testimonianza di una produzione affidata in gran parte alla [[Omas]] vennero realizzate anche delle [[Ercolessi]] derivate dalla [[Minerva Classica]], sia nella versione con [[caricamento a levetta]] che in quella con [[caricamento a stantuffo]], anche in questo distinte da diverse colorazioni della celluloide e dalla presenza di tre verette sul cappuccio.
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Alle linee in celluloide si affiancarono pure delle versioni [[rientranti]] decorate con elaborati [[overlay|rivestimenti]] in metallo, di nuovo denominate secondo lo [[Waterman Standard Numbering System|schema]] di [[Waterman]] con i numeri 42, 42½ e 42½ V, di probabile produzione [[Columbus]]. Sempre di produzione [[Columbus]] era il modello denominato ''Velox'', simile ai modelli [[Columbus Extra]] lisci, con clip a rotellina e due anelli di diverso spessore sul cappuccio.
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Solo a partire dagli anni '40 la collaborazione con [[Omas]] e [[Columbus]] cessò, probabilmente a causa delle difficoltà negli approvvigionamenti di celluloide. Allora la [[Ercolessi]] si rivolse alla [[Ancora]], che produsse per l'azienda dei modelli con [[caricamento a stantuffo]] denominati ''Ercolessi 62'' e ''Ercolessi 65'',  derivati dalle versioni economiche della [[Lusso]].
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Nel periodo bellico e dell'immediato dopoguerra le difficoltà economiche restrinsero le vendite degli articoli di lusso ed anche la [[Ercolessi]] si adeguò con la produzione di modelli più economici, commissionati in questo caso alla [[Montegrappa]] e alla [[Radius]], in particolare da quest'ultima venne prodotta la cosiddetta ''Serie 70'', derivata della [[Radius Extra]] affusolata.
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Negli anni successivi, con la crisi della stilografica e l'ingresso sul mercato della penna a sfera usa e getta, la  [[Ercolessi]] cessò completamente la produzione di penne stilografiche a marchio proprio, restando attiva soltanto nell'attività commerciale con i negozi di Milano, che anche oggi sono un punto di riferimento per gli appassionati di stilografiche di quella città.
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===Riferimenti esterni===
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* nessuno, per ora
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== Giti ==
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=== Storia ===
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[[Image:Tibaldi-Giti-Lapis-Posted.jpg|thumb|Una [[Giti]].]]
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Il marchio [[Giti]] nasce negli anni '30 come sottomarca della [[Tibaldi]], dalle iniziali del fondatore ''Giuseppe Tibaldi'', proseguendo una differenziazione della produzione dell'azienda, già presente negli anni '20 con il marchio ''The GTB Pen London'', che commercializzava con questo marchio le sue penne di fascia bassa, caratterizzate comunque da un ottimo rapporto qualità prezzo. E' facile immaginarsi che le ragioni della nascita di questo nuovo marchio siano dovute al cambiamento politico ed all'enfasi nazionalista del regime fascista che avrebbe reso poco praticabile il mantenimento del marchio precedente.
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Le prime versioni delle [[Giti]], denominate ''Giti 939'', erano modelli in celluloide con caricamento a pulsante di fondo prodotti in tre misure: grande, media e piccola (da signora), con finiture normalmente in metallo cromato, una, due o tre verette ed una clip a goccia analoga a quella montata sui modelli [[Infrangibile]] dello stesso periodo. Essendo una linea economica era possibile scegliere fra pennini in oro, placcati (denominati ''Similoro'') o in acciaio (denominati ''Durium''). A questi si aggiungevano i pennini a spirale in vetro.
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Le penne a marchio [[Giti]] rimasero in produzione fino a tutti gli anni '50, seguendo le evoluzioni stilistiche dei modelli della ditta principale, con clip più semplici e l'adozione di forme ogivali e l'uso del [[caricamento a stantuffo]]. Con il degradare della qualità della produzione [[Tibaldi]] anche queste penne divennero sempre meno interessanti.
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===Riferimenti esterni===
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* nessuno, per ora
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== Goliarda ==
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=== Storia ===
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La [[Goliarda]] nasce nel corso degli anni '20 come sottomarca della [[Ancora]] dedicata alla produzione di penne economiche per il mercato studentesco. Si tratta in genere di penne che risultavano essere poco costose rispetto alle corrispondenti marcate [[Ancora]] ma comunque eleganti e di buona costruzione.
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Le prime penne prodotte con questo marchio erano delle semplici [[rientranti]] in ebanite nera [[BCHR|cesellata]], nello stesso stile ''[[Flat top]]'' della [[Waterman 42]]. Queste vennero prodotte in quattro diverse misure, e recavano la incisione della dicitura ''Goliarda - Marchio Depositato'' sul corpo, e non vi era nessun riferimento che potesse ricondurre alla [[Ancora]].
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In seguito, all'incirca negli anni '30, venne realizzata una nuova serie di penne in celluloide, con lo stesso stile dei modelli [[Ancora]] contemporanei, con finiture sia cromate che laminate in oro molto semplici e un fermaglio scalettato o svasato. Le [[Goliarda]] di questo tipo erano di buone dimensioni ed equipaggiate con [[caricamento a levetta]] o a [[pulsante di fondo]]. Con questi nuovi modelli veniva sempre riportata sul corpo l'iscrizione ''Goliarda'', ma posta al di sopra del classico logo dell'ancora che ne indicava chiaramente le origini.
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Un ulteriore riferimento alla casa madre era presente sui pennini, quelli in oro infatti erano marcati ''Warranted'', ma come per quelli della [[Rapid]] su di essi era presente il logo dell'ancora e le iniziali "''G.Z.''" sui pennini in acciaio invece era presente soltanto la dicitura ''Goliarda'' in stampatello. Si ritiene che la produzione sia proseguita fino agli anni '40.
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===Riferimenti esterni===
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* nessuno per ora
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== Itala Cromograf ==
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=== Storia ===
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Non solo non è nota una data precisa per la nascita di questa azienda, ma anche l'attribuzione di un periodo è incerta; c'è chi infatti ne fa risalire le origini agli anni '30. La sola data certa relativa a questo periodo è quella della registrazione del marchio ({{Marchio|54492}}) nel 1936 da parte di Filippo Giriodi e Livio Campanelli. Pare però che, almeno dal punto di vista della fondazione ufficiale, la data debba essere spostata ai primi anni '40, facendo riferimento alla registrazione di una ''Società anonima vendita penne bicolore Itala Cromograf'' avvenuta a Genova nel 1941 e mantenuta fino al 1954. Non è comunque chiaro se si tratti di un committente per la produzione o semplicemente di società creata, si vocifera, ma senza nessuna prova concreta, dallo stesso Armando Simoni,<ref>nel caso sorge comunque spontaneo il dubbio del perché la penna non sia stata prodotta direttamente sotto marchio [[Omas]].</ref> per la commercializzazione del prodotto.
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In questo caso infatti più che di una marca separata, si tratta di un singolo modello di penna. La [[Itala Cromograf|Itala]] infatti ha prodotto un solo modello, chiamato con lo stesso nome, dotato, come la [[Zerollo]], di un particolarissimo sistema a doppio pennino, che come la sua analoga la rende uno dei modelli di stilografica più complessi sul piano tecnico che siano mai stati realizzati. Benché non vi sia al riguardo nessun documento ufficiale, e nonostante che il marchio non vi compaia neanche indirettamente in nessuna maniera, viene dato per assodato la produzione di questa penna da parte della [[Omas]] sulla base delle caratteristiche tecniche ed estetiche della stessa.
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La [[Itala Cromograf|Itala]] infatti riporta soltanto la dicitura sul corpo ''Itala Cromograf'' presente anche sul corpo e sulle confezioni, senza nessun riferimento ad altre aziende. Esiste però una penna a doppio pennino prodotta da Simoni, marcata anche essa dal pallino rosso presente su alcune [[Itala Cromograf|Itala]], il che fa supporre una qualche relazione fra le due aziende, che comunque, allo stato delle cose, resta del tutto ipotetica e non suffragata da nessun documento o prova concreta.
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===Riferimenti esterni===
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* nessuno, per ora
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== Kosca ==
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=== Storia ===
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[[Image:Kosca-Arco-Posted.jpg|thumb|Una [[Kosca]] in celluloide]]
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L'azienda nasce dalle attività di due imprenditori tedeschi, ''Koheler'' e ''Schaefer'' e dalle lettere iniziali dei loro nomi nacque quello dell'azienda. Non è nota una data di fondazione ma dal tipo di produzione si ha una indicazione approssimativa della metà degli anni '20. E' invece nota la sede dell'azienda, Via Perugia a Milano.
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Come per la [[Uhlmann's Eterno]] la produzione iniziale era principalmente di rivestimenti per penne in ebanite, che sono considerati fra i migliori in assoluto. Si ritiene che la ditta li abbia prodotti anche per conto di aziende più famose come [[Columbus]], [[Omega]] ed [[Ercolessi]], ed anche per la filiale italiana della [[Waterman]]. Almeno quest'ultima relazione è sicura, essendovi esempi di tali penne.
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La produzione della seconda metà degli anni '30 era in [[celluloide]], in tre misure con una clip sfaccettata recante l'incisione ''Kosca'' ed una decorazione con una banda a motivi geometrici fra due anellini sottili.
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===Riferimenti esterni===
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* http://fountainpenboard.com/forum/index.php?/topic/736-koska/
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== LUS ==
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=== Storia ===
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La [[LUS]] venne fondata alla fine degli anni '20 da Umberto Legnani, un esperto operaio meccanico, con la moglie Giuseppina Carnelli, quando licenziato a causa degli effetti della recessione decise di mettersi in proprio. Il marchio ''LUS'' (sigla di ''Legnani Umberto, Saronno'') venne registrato nel 1931. L'attività partì dalla produzione di pennini in acciaio, ma nel 1934 iniziò una produzione di stilografiche, anche se l'attività principale restava la produzione di pennini e materiale da cancelleria.
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La produzione di stilografiche diventò una delle attività principali nel dopoguerra, con la produzione sia di penne di fascia alta che economiche. In particolare l'azienda fu una delle prime, negli anni '50, a lanciarsi nella produzione di penne a sfera, con il modello ''Retracto'' del 1950, uno dei primi a punta rientrante. L'azienda inoltre possedeva un brevetto ({{FPO Patent|2902978}}) del 1955 (assegnato nel 1959) per una cartuccia dotata di pallina metallica interna che facilitasse il flusso di inchiostro. Avendo stabilito una buona posizione sul nuovo mercato l'azienda ebbe un ottimo successo anche negli anni successivi.
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===Riferimenti esterni===
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* http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=406
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== Minerva ==
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=== Storia ===
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Le origini del marchio [[Minerva]] non sono note con precisione, ma si possono far risalire, ricorrendo alla datazione dei modelli [[Omas]] corrispondenti, al periodo fra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30 in cui la casa principale produceva i suoi [[Modelli iniziali OMAS|modelli]] ''[[Flattop]]'', di cui esistono degli analoghi marchiati [[Minerva]], sostanzialmente identici se non per l'uso di una clip senza incisioni e dell'uso di questo marchio sul corpo dove veniva riportata l'iscrizione ''Minerva'' e ''Marc. Dep'' su due righe.
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In seguito su questi modelli la clip a pallina venne sostituita da una clip con terminazione a spatola, che da allora sarà riutilizzata su altri modelli, a partire dalla [[Minerva Classica]] del 1934.
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[[Image:Minerva-Classica-Open.jpg|thumb|Una [[Minerva Classica]] ]]
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All'inizio degli anni '30 vennero prodotte delle nuove versioni con forme più affusolate, di cui sono note diverse versioni. un modello noto in ambito collezionistico come [[Minerva Ellittica]] sulla base del nome loro dato da E. Dolcini nel suo libro sulla [[Omas]].
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Nello stesso periodo vennero prodotte con marchio [[Minerva]] anche delle imitazioni delle [[Parker]] [[Thrift Time]], sostanzialmente identiche all'originale se non per la clip a paletta e i diversi colori della celluloide, oltre ovviamente alla marchiatura ''Minerva'' e  ''March. Dep.'' sul corpo, posta sempre su due righe sovrapposte in caratteri maiuscoli.
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Del 1934 è l'introduzione della linea denominata [[Minerva Classica]], caratterizzata di nuovo dall'uso prevalente della clip a paletta, e dotata di [[caricamento a levetta]], e mantenuta in produzione fino agli anni '40. Il marchio [[Minerva]] restò in produzione anche negli anni '50 e '60 con il modello [[Minerva 60]], con [[caricamento a stantuffo]], prodotto prima in celluloide e poi in resina termoplastica. Non sono note produzioni con questo marchio oltre la fine degli anni '60.
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===Riferimenti esterni===
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* nessuno, per ora
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== Olo ==
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=== Storia ===
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La [[Olo]] nasce come sottomarca della [[Aurora]] nel 1929, più o meno in contemporanea con la ''sorella'' [[ASCO]] e con l'uscita delle [[Duplex]] in celluloide. La [[Olo]] sembra essere stata creata per affrontare il segmento di mercato delle stilografiche di fascia medio bassa, in modo da affiancare alla produzione dei modelli di pregio marcati [[Aurora]] delle stilografiche di prezzo inferiore (ed ovviamente meno pregiate) ma sempre di buona costruzione.
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Nella strategia di diversificazione commerciale attuata dall'[[Aurora]] inizialmente la [[Olo]] si poneva come marchio del tutto indipendente, da commercializzare attraverso una rete capillare di punti di vendita diversi dalle ordinarie cartolerie. Per questo motivo all'inizio della storia del marchio non vi era nessun riferimento alla casa madre né sulle penne né sui relativi documenti; il produttore era denominato ''Fabbrica di Penne a Serbatoio Olo'' e come indirizzo dell'azienda veniva citata una casella postale di Torino.
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Questo cambiò solo dopo la metà degli anni '30, quando il ruolo di sottomarca dell'[[Aurora]] divenne ufficialmente riconosciuto con la comparse delle penne [[Olo]] nei cataloghi dell'azienda madre, proposte sempre come penne di fascia inferiore, ma con le solite caratteristiche di affidabilità e robustezza.
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Non esiste una datazione precisa dei modelli della [[Olo]], anche se in genere si può prendere come riferimento quella associata ai corrispondenti modelli della [[Aurora]] di cui costituiscono una sorta di versione economica; sono infatti facilmente riconoscibili per forme, materiali e fermagli del tutto analoghi a quelli dei rispettivi modelli [[Aurora]].
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Le prime [[Olo]] erano delle [[rientranti]] analoghe alle [[R.A.|R.A.3]] (con clip) e alla [[R.A.|R.A.0]] (con anellino) marchiate però con il logo [[Olo]] (un ellissoide squadrato con la scritta ''OLO'' al suo interno) sia sul pennino che sul corpo della penna che sulla sommità del cappuccio. Queste vennero prodotte anche in versione [[overlay|rivestita]] in metallo laminato oro (marchiate ''18 K.R.'') sempre nelle due misure precedenti, denominate rispettivamente ''Tipo 3'' e ''Tipo 0'', e con due sistemi di caricamento, il [[safety]] ed il [[pulsante di fondo]], queste ultime riprendevano invece forme e fermaglio della [[A.R.A.|A.R.A. 15]], anche se le decorazioni utilizzate per il rivestimento sono diverse da quelle dei modelli [[Aurora]].
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[[Image:Olo-Blue-FIAT-Capped.jpg|thumb|Una [[Olo]] pubblicitaria Fiat]]
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A queste prime stilografiche seguirono dei modelli ''[[Flat top]]'', molto simili alla [[Duofold]] della [[Parker]], sempre prodotti in due misure ed in celluloide nera e colorata. Queste penne sono caratterizzate da una veretta piuttosto ampia sul cappuccio e dal logo ''OLO'' inciso sul corpo in prossimità del fondo della penna e sulla sezione pennino. Questi modelli vennero creati in parallelo all'introduzione della [[Duplex]] di cui possono essere considerati la versione economica.
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[[Image:Olo-Ringed-SR-Posted.jpg|thumb|left|Una [[Olo]] in [[celluloide]] anellata]]
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Seguendo i cambiamenti della produzione [[Aurora]] anche i modelli della [[Olo]] vennero rinnovati nella prima metà degli anni '30, con l'introduzione della [[Olo Lusso]], prodotta in due misure, grande e media, con la stessa clip della [[Superna]] fissata sul cappuccio con una testina metallica dotata di un tassello a vite. La penna era realizzata in celluloide tornita dal pieno nei colori marmorizzati e a linee incrociate dei modelli [[Aurora]] dello stesso periodo e prodotta sia con finiture cromate che dorate. Il logo ''OLO'' era riportato o sulla sezione o sul corpo.
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Nella seconda metà degli anni '30 vennero poi introdotti i modelli [[Olo F]] ed [[Olo Gamma]], la prima era una penna sfaccettata, che si rifaceva all'analoga versione della [[Novum]]. la seconda una penna di linee più diritte, con un fondello con una copertura di metallo.  Entrambe prevedevano l'abbinamento di matite meccaniche.
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Negli anni '40 la produzione venne rivista, e venne utilizzata una nuova clip scalettata, non presente sui modelli marcati [[Aurora]], ma utilizzata dall'azienda in altre produzioni economiche. Inoltre con l'introduzione nel 1938 dei pennini in ''[[Platiridio]]'' anche sulle [[Olo]] vennero montati pennini in acciaio o in acciaio placcato oro, marcati ''OLO'', che oltre al logo con l'ellissoide squadrato riportano anche l'anno di produzione.
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In [[:File:Aurora-Invoice-1941-10.jpg|questa fattura]] del 1941, viene citato un modello denominato [[Olo Flexor]], prodotto almeno nella misura grande e media. Non è chiaro a quale modello si faccia riferimento.
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La produzione di stilografiche a marchio [[Olo]] venne sostanzialmente abbandonata nel dopoguerra.
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===Riferimenti esterni===
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* nessuno per ora
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== Omega ==
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=== Storia ===
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[[Image:Omega-Lever-Open.jpg|thumb|Una [[Omega A.V.M.|Omega]] con [[caricamento a levetta]].]]
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Nel 1927 i due fratelli Verga, Alfredo ed Eugenio, che fino ad allora avevano condotto insieme la ''Alfredo Verga dei Fratelli Verga Snc'', proprietaria del marchio [[Columbus]], si separarono. Eugenio rimase proprietario del marchio [[Columbus]], mentre Alfredo fondò una sua nuova azienda che prese il nome di ''[[Omega A.V.M.]]'' (acronimo di Alfredo Verga Milano).
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Almeno inizialmente si ritiene che l'azienda abbia mantenuto la produzione di modelli [[rientranti]] con [[overlay|rivestimenti]] in metallo pregiato tipica della produzione iniziale della [[Columbus]]. A questi seguirono modelli in [[celluloide]] con caricamento a [[pulsante di fondo]] denominati ''Supernova'', ed in seguito anche con [[caricamento a levetta]]. Le informazioni al riguardo di questa azienda sono piuttosto scarse, ma la produzione pare essere proseguita anche dopo la guerra, con imitazioni di modelli americani, in particolare è nota una versione di ''Supernova'' con una clip molto simile a quella di una [[Skyline]] ed una banda larga sul cappuccio come quella presente su alcune [[Crest]] e [[Tuckaway]].
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===Riferimenti esterni===
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* http://www.pentrace.net/article050101077.html
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== Pen-Co ==
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=== Storia ===
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[[Image:1953-10-Penco-n.53.jpg|thumb|75px|upright|Pubblicità per il modello [[Penco 53]] ]]
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Il marchio [[Penco]] è il marchio più noto della azienda ''F.R.V.'' (sigla che sta per ''Fratelli Rossi Vicenza'') nata a Sandrigo, piccolo paese situato nei pressi di Vicenza, nel 1923, da Rinaldo e Marcello Rossi.  L'azienda venne fondata come ''Fratelli Rossi - Penne Stilografiche e Materiali Pressati'', adottando come marchio iniziale il nome ''[[Caesar]]'' (con il logo inscritto su una targa sovrastata dall'aquila imperiale), chiaramente ispirato dal clima instaurato dalle attività propagandistiche del regime fascista.
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[[File:Pen-Co-53-Open.jpg|thumb|left|Una [[Penco 53]] ]]
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La produzione degli anni '30 era rivolta alla fascia più bassa del mercato, con stilografiche a [[pulsante di fondo]] prodotte prevalentemente in celluloide nera di qualità comunque accettabile. Le penne sono in genere riconoscibili per la dicitura ''F.R.V.'' incisa sul serbatoio e sul pennino. L'azienda commercializzava comunque anche parti e linee per la produzione su richiesta, ed essendo i suoi pennini con un buon rapporto qualità/prezzo capita di trovarli spesso montati su altre penne.
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Nel dopoguerra, finita l'enfasi nazionalistico-autarchica del regime fascista, l'azienda cambiò nome in ''Pen-Co'', abbreviazione di ''Pen Company Manufacturer'', producendo penne sotto tre marchi diversi: ''Palladium'', ''Diplomat'' e ''[[Pen-Co]]'', rivolti rispettivamente alla fascia economica, media e alta. Le prime erano penne che riprendevano lo stile tradizionale, prodotte con materiali di qualità più bassa. La fascia intermedia prevedeva una penna in misura unica con linee tradizionali e finiture di medio livello, mentre le  ''Pen-Co'' erano chiaramente ispirate dalle tendenze del mercato americano, caratterizzate da una clip corta in [[military clip|stile militare]] e linee molto affusolate.
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[[File:Pen-Co-BoxAndPens.jpg|thumb|Alcune [[Penco 53]] ]]
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I modelli più famosi sono però quelli degli anni '50, delle chiare imitazioni dei modelli [[Triumph]] della [[Sheaffer]], con [[pennino conico]], linee affusolate e cappuccio metallico in stile [[Crest]]. La [[Penco 53]] era il modello di punta dell'azienda, ampiamente pubblicizzata, tanto da suscitare la reazione il distributore italiano della [[Sheaffer]].
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Nonostante i tentativi di mantenersi a galla in un mercato sempre più ridotto dalla affermazione della penna a sfera usa e getta l'azienda si trovò in sempre maggiori difficoltà economiche e chiuse definitivamente le attività alla fine degli anni '50, il 30 marzo del 1957.
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===Riferimenti esterni===
  −
* http://www.lucavalente.it/modules.php?name=News&file=article&sid=126
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== Rapid ==
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=== Storia ===
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La [[Rapid]] nasce come sottomarca della [[Ancora]] verso la fine degli anni '20 quando alle [[rientranti]] prodotte direttamente con marchio [[Ancora]] venne affiancato questo ulteriore marchio, riservato esclusivamente alle penne realizzate con rivestimenti in metalli preziosi. Le penne [[Rapid]] sono caratterizzate dalla marcatura sul cappuccio del nome ''Rapid'' e delle lettere "G. Z." all'interno di un rombo.
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Sulle penne [[Rapid]] vennero utilizzati sia pennini esplicitamente marchiati [[Ancora]], che pennini con la semplice dicitura ''Warranted'', ma facilmente riconoscibili come originali per la presenza di una incisione con il logo aziendale raffigurante un'ancora e le solite iniziali "G.Z." di Giuseppe Zanini, non sono invece mai stati trovati pennini marchiati [[Rapid]].
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La produzione delle penne [[Rapid]] rappresenta uno degli esempi di lavorazioni di [[overlay|rivestimenti]] metallici fra le più raffinate ed eleganti dell'epoca, sono infatti presenti, oltre alle più semplici lavorazioni con incisioni regolari o fascette decorative, veri capolavori con incisioni floreali realizzate a sbalzo o lavorazioni traforate con giochi cromatici di contrasto fra oro rosso e oro giallo.
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La produzione delle penne marchiate [[Rapid]] è proseguita per tutti gli anni '30, periodo a cui si fa riferimento per l'apice della qualità raggiunta dal marchio, proseguendo fino ai tardi anni '40, sia pure con [[overlay|rivestimenti]] meno elaborati rispetto ai tempi migliori.
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===Riferimenti esterni===
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* http://xoomer.alice.it/leiacopi/ancora.htm
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== Saratoga ==
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=== Storia ===
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[[Image:Saratoga-OpenFull.jpg|thumb|Una [[Saratoga]] ]]
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La nascita di questa azienda origina dalle attività dell'ing. ''Edoardo Russo Webber'', attivo sul mercato italiano della stilografica fin dal 1916 come concessionario italiano della [[Parker]], ed in seguito anche della [[Astoria]]. Nel corso degli anni '30 la concessione esclusiva venne però ritirata per motivi non del tutto chiari (è stata avanzata l'ipotesi di una produzione non autorizzata di modelli [[Parker]] in Italia commissionati alla [[Omas]]), ed egli si associò a Virginio Mengoni, proprietario di un affermato negozio di cartoleria di Milano, dando vita al marchio [[Saratoga]].
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La produzione iniziale della [[Saratoga]], introdotta sul mercato nel 1936, prevedeva tre modelli di qualità, chiaramente ispirati alla [[Vacumatic]] della [[Parker]], denominati ''Maxima'', ''Medium'' e ''Standard''. I modelli usavano un sistema di [[caricamento a sfiatatoio]] analogo a quello del modello imitato, ed erano realizzati in celluloide semitrasparente, che da qualcuno viene attribuita alla [[Omas]] essendo le celluloidi e la lavorazione analoghe a quelle usate per i modelli [[Minerva Classica]].<ref>al solito non esiste nessuna documentazione certa di una tale relazione, che aleggia su molti marchi.</ref> Si trattava di modelli di alta qualità, con pennino in oro bicolore e clip a freccia, che ebbero un buon successo.
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Agli inizi degli anni '40 la società fra Webber e Mengoni si sciolse, presumibilmente nel 1941, quando Webber registrò a suo nome il marchio [[Saratoga]] ({{Marchio|64297}}), in precedenza ({{Marchio|63047}}) registrato insieme a Mengoni, ed ebbe anche termine la produzione delle penne da parte di [[Omas]]. Il primo continuò a produrre stilografiche, affidandosi a produttori di minor pregio con un corrispondente calo di qualità delle penne. Nel dopoguerra produsse altre penne, marcate ''Saratoga-Webber'', con [[caricamento a stantuffo]]. La produzione andò avanti con modelli a [[pennino coperto]], chiara imitazione delle [[Parker 51]], molto simili agli analoghi prodotti della [[Radius]].
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Anche Mengoni continuò una sua produzione di penne, marchiate in questo caso ''Saratoga's'', sempre di bassa qualità e rivolte al mercato economico, prodotte presumibilmente nel distretto di [[Settimo Torinese]], con stilofori e modelli con [[caricamento a stantuffo]]. L'attività proseguì fino al 1957, anno di chiusura delle attività della azienda di Mengoni.
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===Riferimenti esterni===
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* nessuno, per ora
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== Stibi ==
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=== Storia ===
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[[Image:Tabo-STB-Stripe-Capped-Back.jpg|thumb|Una [[S.T.B.]] produzione [[Tabo]] ]]
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Con la sigla ''[[S.T.B.]]'' (acronimo di ''Stiassi Tantini Bologna''), così come con altre sigle (''StyBy'', ''[[Stibi]]'', ''EsseTibi'') veniva marcata la produzione di seconda fascia (penne economiche) della [[Tabo]], così come si può vedere nella foto riportata a fianco. Non è chiaro l'arco di tempo in cui è avvenuta questa produzione, né le varie tipologie di modelli prodotti, ma il marchio ''[[Stibi]]'' venne registrato fin dal 1936 ({{Marchio|54733}}).
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===Riferimenti esterni===
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* nessuno, per ora
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== Uhlmann's Eterno ==
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=== Storia ===
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[[Image:UhlmannEterno-Overlay-Capped.jpg|thumb|Una ''Uhlmann's Eterno'' laminata.]]
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La ''Uhlmann's Eterno'' venne fondata nel 1902 a Milano da ''Emil Uhlmann'' come azienda specializzata nella produzione di rivestimenti in metallo laminato o in oro di varie tipologie di oggetti, fra cui anche le matite meccaniche. Benché presente sul mercato dall'inizio del secolo l'azienda si ritiene generalmente che l'aziende non sia entrata sul mercato delle stilografiche fino alla prima metà degli anni '20, quando iniziò la commercializzazione di penne [[rientranti]] o a [[caricamento#eyedropper|contagocce]] in ebanite, presumibilmente realizzate assemblando parti importate dalla Germania. In realtà le attività nel campo delle stilografiche originano negli anni '10, quando ''Emil Uhlmann'' registrò il marchio [[Famos]] ({{Marchio|12938}}) e ''The Royal'' ({{Marchio|14896}}).
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La produzione iniziale a marchio ''Uhlmann's Eterno'' ricorda infatti molto da vicino i modelli tedeschi dello stesso periodo, le penne riportavano la incisione del nome dell'azienda sul corpo della penna, insieme a quella del logo, costituito da un triangolo con un occhio al suo interno. Anche i pennini erano marcati con la dicitura ''Uhlmann's Eterno'' posta su due righe inframmezzate dallo stesso logo.
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[[Image:UhlmannEterno-Overlay-Nib.jpg|thumb|left|Pennino con marchio ''Uhlmann's Eterno''.]]
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Nello stesso periodo iniziano a comparire sui cataloghi dell'azienda anche i primi modelli [[overlay|rivestiti]], che risultarono di buona qualità, sia per le lavorazioni più semplici con motivi geometrici incisi a macchina con alternanza di superfici lisce o satinate, che per le lavorazioni più raffinate con motivi floreali realizzati a sbalzo o con decorazioni smaltate in diversi colori. Anche queste penne venivano marchiate con il nome dell'azienda, o più semplicemente con la sola dicitura ''Eterno'', talvolta accompagnata dal logo.
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[[Image:UhlmannEterno-Overlay-Posted-2.jpg|thumb|Una ''Uhlmann's Eterno'' laminata.]]
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All'inizio degli anni '30 l'azienda cambiò ragione sociale in ''Industria Reclame L. Uhlmann'' spostando la sede da Via Moscova 14 a Via Piave 7, in questo periodo l'azienda si affermò nella produzione di oggetti e strumenti di scrittura personalizzabili a scopo pubblicitario, promossi attraverso cataloghi illustrati. La gamma di articoli personalizzabili era molto vasta e comprendeva penne di probabile origine tedesca di scarsa qualità. A queste si aggiungeva però una produzione di penne marcate ''Uhlmann's Eterno'' o ''Eterno'' di buona qualità, come modelli ''[[Flat top]]'' in celluloide a [[pulsante di fondo]] di chiara imitazione della [[Duofold]].
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Nella seconda metà degli anni '30 la produzione venne ristilizzata secondo i dettami delle nuove tendenze, vennero prodotte delle nuove penne in celluloide anellata o marmorizzata di varie colorazioni, denominate ''Penne Lusso Extra'' sia in forme tonda che sfaccettate, e dotate di [[caricamento a levetta]], a queste si aggiunsero penne in celluloide anellata trasparente con caricamento a [[siringa rovesciata]] molto simili alle [[Maxima]] della [[Ancora]].
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===Riferimenti esterni===
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== Zemax ==
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=== Storia ===
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La [[Zemax]] è una delle molte aziende nate nel torinese, le sue origini esatte non sono note, ma secondo Letizia Jacopini era attiva fin dal 1934 in Via Plana, a Torino. Il nome dell'azienda deriva direttamente dale iniziali quello del fondatore, Massimiliano Zeme, con l'aggiunta di una "x" finale presumibilmente a scopi commerciali, per dare una sorta di internazionalità al marchio; la cosa porta pertanto a supporre delle origini antecedenti al periodo di massima enfasi autarchica del regime fascista. La registrazione ufficiale della fondazione dell'azienda è invece del 1939, con la ragione sociale ''Zeme Massimo e C. Soc. Anonima'' e la sede in via Ospedale 37, sempre a Torino.<ref>al solito le informazioni al riguardo sono riprese dal libro ''La storia della stilografica in Italia, 1900-1950'', di Letizia Iacopini.</ref>
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[[Image:Zemax-Engraved-Black-Ringed-Nib.jpg|thumb|left|Pennino di una [[Zemax]] con il relativo logo.]]
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La ditta pare essere stata molto attiva nella produzione su commissione, con molti modelli realizzati per conto terzi, commercializzati all'ingrosso prevalentemente nel nord Italia, sotto i marchi più diversi. L'azienda produceva comunque penne di buona qualità, e con finiture molto raffinate ed originale, sia in termini di verette deecorate o intarsiate, di intarsi sul corpo o di lavorazioni complesse come sfaccettature ondulate per corpo e cappuccio.
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La produzione commercializzata direttamente era caratterizzata dalla marchiatura con la scritta ''ZEMAX'' racchiusa fra due loghi dell'azienda. Detto logo era costituito dal monogramma dalle iniziali del fondatore, con una "M" a gambe arcuate a costituire un cerchio insieme al trattino inferiore della "Z", e veniva riportato all'interno di un cerchio anche sui pennini.
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I modelli venduti direttamente dall'azienda con il proprio marchio vennero prodotti sia in versione liscia (con caricamento a [[pulsante di fondo]]) che in versione faccettata (con [[caricamento a levetta]]), usando delle celluloidi di buona qualità in colori marmorizzati e anellati e decorazioni molto elaborate in termini di verette ed incisioni. Le clip riprendevano le tendenze del momento, con la classica rotellina in stile [[Omas Extra]] (o più precisamente [[Doric]]) o a freccia rielaborando quella della [[Vacumatic]], ma esistono anche varianti con forme diverse.
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[[Image:Zemax-Itala-Marbled-Inscr.jpg|thumb|Marchiatura di una [[Itala Zemax|Itala]].]]
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Le penne erano prodotte in tre misure e non sono noti nomi specifici di modelli eccetto per la [[Itala Zemax|Itala]], che non riportava sul corpo il marchio ''ZEMAX'' ma solo il logo ed il nome ''ITALA'' all'interno di un rettangolo. La qualità della produzione più antica è eccellente, la produzione successiva tende ad essere meno interessante. Durante la guerra con il periodo autarchico seguendo la tendenza a creare nomi di fantasia per le leghe dei pennini in acciaio, venne utilizzato il nome ''Durzem''.
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Non è chiara l'evoluzione del marchio nel dopoguerra, ma la produzione sembra essere continuata almeno fino alla fine degli anni '40. La produzione più tarda viene sovente trovata con pennino marchiato ''Rexing''.
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== Zerollo ==
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=== Storia ===
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La [[Zerollo]] venne fondata nel 1932 da ''Dante Davide Zerollo''<ref>sembra comunque che questi fosse già attivo nel campi della meccanica applicata alla cancelleria, detenendo un brevetto ({{FPO Patent|1790037}}) per la sigillazione automatica di lettere, assegnato negli USA nel 1931, ma richiesto fin dal gennaio 1929 in Germania.</ref> a Genova per la produzione di una delle stilografiche  più originali siano mai state realizzate, dotata di un particolarissimo sistema telescopico che consentiva di usare alternativamente due penne diverse, contenute in un unico corpo, facendo uscire alternativamente ora l'una ora l'altra.<ref>l'idea di una penna doppia non è comunque così originale, ne compare una già in un brevetto ({{FPO Patent|1020221}}) del 1912.</ref>  La penna venne protetta, secondo il produttore, da brevetti ottenuti in tutto il mondo, ma di questi sono noti soltanto il brevetto USA {{FPO Patent|1893130}} richiesto nel 1930 in Italia, nel 1931 negli USA e assegnato nel 1933, il British Patent {{Cite patent|GB|397736}}, riconosciuto il 31 agosto del 1933, ed il brevetto francese {{Cite patent|FR|728038}}.<ref>nei brevetti sono citati come inventori Mirko Chelazzi e Dino Frulli, presumibilmente impiegati di Zerollo.</ref>
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[[Image:Zerollo-Blue.jpg|thumb|Una [[Zerollo]].]]
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La [[Zerollo]] produsse sostanzialmente, sia pure in un numero notevole di varianti, un solo modello, denominato [[Zerollo|Duo Color]] appunto per la particolarità di consentire, avendo al suo interno due penne separate, di scrivere con due colori diversi. Il meccanismo, che riprende la tecnologia delle [[rientranti]] è estremamente sofisticato e sopporta tolleranze minime, cosa che rende la penna piuttosto debole sul piano della stabilità meccanica. Attraverso un ingegnoso sistema a vite senza fine le due penne, che sono separate da una lamina metallica agganciata al fondello che la mette in rotazione, vengono fatte scorrere tramite delle scanalature realizzate sul corpo della penna e portate alternativamente dentro e fuori il corpo a seconda della direzione in cui si ruota il fondello.
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Per scrivere è necessario estrarre completamente una delle due penne dal corpo, portando l'altra all'interno, in posizione di riposo queste invece devono essere poste alla stessa altezza restando parzialmente sporgenti dalla apertura anteriore, ed in questa posizione è possibile sia chiudere la penna col cappuccio che eseguire il caricamento. Il cappuccio infatti ha il solo scopo di protezione delle punte delle due penne, dato che l'inchiostro non è contenuto nel corpo ma nelle singole penne che sono alloggiate in esso.
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[[Image:1933-12-Zerollo.jpg|thumb|left|Pubblicità [[Zerollo]] del 1933.]]
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Il caricamento avviene con lo stesso principio del [[Caricamento#match-stick filler|caricamento a stuzzicadenti]] tramite due forellini presenti sul corpo che in posizione di riposo forniscono un accesso alle barre di pressione che consentono di strizzare i gommini posti su ciascuna delle due penne interne, che contengono l'inchiostro.  In questo caso non è necessario avere uno stuzzicadenti, dato che la testina del cappuccio monta al suo interno un sottile pernietto di metallo adatto allo scopo; pertanto basta svitarla ed usarla come impugnatura per premere attraverso i forellini laterali.
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Le prime versioni della penna vennero realizzate in ebanite, e sono presenti anche versioni [[overlay|rivestite]] con decorazioni in metallo laminato in oro. La produzione iniziale era sicuramente estremamente ridotta, dato che sono state ritrovati foglietti di garanzia, datati 1933, scritti a mano firmati singolarmente dallo stesso ''Dante Zerollo''.  A queste seguirono poi da versioni in celluloide realizzate in bellissimi colori marmorizzati, o a venature di legno, e con lavorazioni estremamente raffinate come una particolarissima sfaccettatura a spirale.
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Data la qualità e la raffinatezza delle lavorazioni, e la presenza di celluloidi simili, è stata avanzata l'ipotesi che la produzione di queste penne sia stata affidata alla [[Omas]], ma non esiste nessuna prova, riferimento o documento al riguardo che permetta di avvalorare questa ipotesi, e la somiglianza o la qualità delle lavorazioni non possono essere considerate un elemento conclusivo, al più si può ritenere che [[Zerollo]] si rifornisse dalla [[Omas]] per alcune parti.<ref>in [http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?showtopic=4467&st=0&#entry116468 questo articolo] viene citata una ricerca di Luca De Ponti relativa a pennini e clip.</ref>
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L'azienda ebbe un certo successo, e riuscì a commercializzare i suoi prodotti anche all'estero appoggiandosi alla [http://en.wikipedia.org/wiki/Alfred_Dunhill Dunhill] per il mercato inglese ed alla [[Uniq]] per quello francese, ma benché funzionale si trattava comunque di una penna dotata un sistema meccanico molto complesso e delicato, di difficile riparazione, che la rendeva fragile e tutto sommato non molto più comoda da usare rispetto alla semplice e lineare soluzione di portarsi dietro due penne separate. Mantenendo però la produzione basata solo su questo particolare modello, e non sapendo produrre ulteriore innovazione, con la caduta dell'interesse riscosso nel periodo iniziale, la [[Zerollo]] subì un progressivo declino restando sparendo dal mercato dopo la seconda guerra mondiale.
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Per la particolarità delle sue penne, unita alla scarsa produzione ed alla ancora più scarsa disponibilità di esemplari funzionanti, le [[Zerollo]] restano fra i modelli di stilografiche più ricercati dai collezionisti, raggiungendo prezzi elevatissimi, anche se alla fine la rilevanza storica dell'azienda, specialmente in rapporto al panorama internazionale, resta tutto sommato relativamente marginale.
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===Riferimenti esterni===
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* http://www.pentrace.net/article112300025.html
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* http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?showtopic=4467&st=0&#entry116468
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== Note ==
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