Differenze tra le versioni di "Pelikan"

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All'inizio del 1931 (ma forse addirittura a fine 1930) venne introdotto il modello [[Pelikan 100|111]] in cui la banda era realizzata in oro 14k con decorazione ''guilloche'' e due vere sul cappuccio. In seguito anche le versioni normali, prodotte inizialmente con un cappuccio liscio senza decorazioni, vennero ristilizzate prima inserendo anche su di esse le due verette sul cappuccio, ed in seguito rendendo la testina dello stesso più affusolata.  
 
All'inizio del 1931 (ma forse addirittura a fine 1930) venne introdotto il modello [[Pelikan 100|111]] in cui la banda era realizzata in oro 14k con decorazione ''guilloche'' e due vere sul cappuccio. In seguito anche le versioni normali, prodotte inizialmente con un cappuccio liscio senza decorazioni, vennero ristilizzate prima inserendo anche su di esse le due verette sul cappuccio, ed in seguito rendendo la testina dello stesso più affusolata.  
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Per coprire le fasce più basse del mercato a partire dal 1931 (o 1932?) venne anche introdotto il modello [[Rappen]], con forma più affusolata ed una sola vera sul cappuccio, realizzato inizialmente con la parte inferiore del corpo in materiale  trasparente di colore blu a cui era fissato direttamente un serbatoio di gomma coperto da un fondello in ebanite, rimosso il quale si poteva riempire direttamente la penna. Una seconda versione, con la sezione trasparente di colore verde, venne equipaggiata con il classico [[caricamento a stantuffo]].
  
 
A partire dal 1932 (ma c'è chi riporta la data del 1931) apparvero nuove versioni e nuovi colori. Alla [[100]] si aggiunsero bande prodotte in nuovi colori come il grigio, rosso e giallo (in ordine di rarità crescente) marmorizzati, il blu lapislazzulo, il marmorizzato  nero/grigio/rosso, il marrone o grigio a pelle di lucertola ed il tartaruga. A questi colori, abbinati al classico cappuccio nero, si aggiunsero versioni nere ma con testina del cappuccio e manopola dello stantuffo in ebanite rossa, o con il corpo nero ed il tubo del cappuccio lucertola.  
 
A partire dal 1932 (ma c'è chi riporta la data del 1931) apparvero nuove versioni e nuovi colori. Alla [[100]] si aggiunsero bande prodotte in nuovi colori come il grigio, rosso e giallo (in ordine di rarità crescente) marmorizzati, il blu lapislazzulo, il marmorizzato  nero/grigio/rosso, il marrone o grigio a pelle di lucertola ed il tartaruga. A questi colori, abbinati al classico cappuccio nero, si aggiunsero versioni nere ma con testina del cappuccio e manopola dello stantuffo in ebanite rossa, o con il corpo nero ed il tubo del cappuccio lucertola.  
  
 
Colori analoghi vennero usati anche per il modello [[100|101]], caratterizzato per avere il cappuccio realizzato nello  stesso materiale della banda, prodotto, oltre ai precedenti anche nei colori verde giada, arancio e blu marmorizzato. Infine vennero introdotti altri modelli di lusso, la [[100|110]], con corpo e cappuccio in metallo placcato oro, e la [[100|112]] con corpo e cappuccio in oro 14k.  
 
Colori analoghi vennero usati anche per il modello [[100|101]], caratterizzato per avere il cappuccio realizzato nello  stesso materiale della banda, prodotto, oltre ai precedenti anche nei colori verde giada, arancio e blu marmorizzato. Infine vennero introdotti altri modelli di lusso, la [[100|110]], con corpo e cappuccio in metallo placcato oro, e la [[100|112]] con corpo e cappuccio in oro 14k.  
 
Per coprire le fasce più basse del mercato a partire dal 1932 (o 1931?) venne anche introdotto il modello [[Rappen]], con forma più affusolata ed una sola vera sul cappuccio, realizzato inizialmente con la parte inferiore del corpo in materiale  trasparente di colore blu a cui era fissato direttamente un serbatoio di gomma coperto da un fondello in ebanite, rimosso il quale si poteva riempire direttamente la penna. Una seconda versione, con la sezione trasparente di colore verde, venne equipaggiata con il classico [[caricamento a stantuffo]].
 
  
 
Nel 1934 la [[Pelikan]] iniziò ad abbinare alle sue penne una matita meccanica, la ''Auch Pelikan'', contraddistinta dai numeri ''200'' per la versione normale e ''210'' per la più rara versione corta.  A questo stesso anno<ref>anche se [http://www.penexchange.de/english/klassiker/toledo. altrove] si riporta il 1931.</ref>viene fatto risalire quello che viene considerato uno dei capolavori della azienda, il modello [[Pelikan 100|111T]], noto come ''Toledo'', caratterizzato da una banda in acciaio<ref>e non argento, come riporta qualcuno, ingannato forse dal materiale usato dai modelli recenti.</ref> inciso a mano con il logo ed altri motivi moreschi, e placcato in oro secondo lo stile delle incisioni praticate a Toledo, da cui deriva il nome della penna.  
 
Nel 1934 la [[Pelikan]] iniziò ad abbinare alle sue penne una matita meccanica, la ''Auch Pelikan'', contraddistinta dai numeri ''200'' per la versione normale e ''210'' per la più rara versione corta.  A questo stesso anno<ref>anche se [http://www.penexchange.de/english/klassiker/toledo. altrove] si riporta il 1931.</ref>viene fatto risalire quello che viene considerato uno dei capolavori della azienda, il modello [[Pelikan 100|111T]], noto come ''Toledo'', caratterizzato da una banda in acciaio<ref>e non argento, come riporta qualcuno, ingannato forse dal materiale usato dai modelli recenti.</ref> inciso a mano con il logo ed altri motivi moreschi, e placcato in oro secondo lo stile delle incisioni praticate a Toledo, da cui deriva il nome della penna.  
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Nella realizzazione del nuovo modello alcune delle colorazioni più inusuali presenti con la [[100]] (e con la [[100|101]]) non vennero più prodotte, mantenendo solo i colori nero, verde, grigio e tartaruga, questo almeno per quanto riguarda la produzione tedesca, che dal 1939 vide anche la scomparsa dei pennini in oro, a causa delle restrizioni imposte dalla guerra, sostituiti da pennini in cromo-nichel (marcati ''CN'') o in palladio (marcati ''Pd''). Nel periodo travagliato della guerra infatti vennero prodotti, dai vari stabilimenti posti al di fuori della Germania, diversi modelli fra cui spiccano quelli portoghesi, marcati ''Emegé'' dal nome del distributore locale che stanco di effettuare riparazioni su modelli non venduti da lui iniziò a incidere il suo nome sulle penne. Questi commercializzò anche alcuni modelli peculiari, come la ''Magnum'', una versione di grandi dimensioni della [[100N]].
 
Nella realizzazione del nuovo modello alcune delle colorazioni più inusuali presenti con la [[100]] (e con la [[100|101]]) non vennero più prodotte, mantenendo solo i colori nero, verde, grigio e tartaruga, questo almeno per quanto riguarda la produzione tedesca, che dal 1939 vide anche la scomparsa dei pennini in oro, a causa delle restrizioni imposte dalla guerra, sostituiti da pennini in cromo-nichel (marcati ''CN'') o in palladio (marcati ''Pd''). Nel periodo travagliato della guerra infatti vennero prodotti, dai vari stabilimenti posti al di fuori della Germania, diversi modelli fra cui spiccano quelli portoghesi, marcati ''Emegé'' dal nome del distributore locale che stanco di effettuare riparazioni su modelli non venduti da lui iniziò a incidere il suo nome sulle penne. Questi commercializzò anche alcuni modelli peculiari, come la ''Magnum'', una versione di grandi dimensioni della [[100N]].
  
Dal 1944 al 1947 la produzione venne completamente interrotta, alla ripresa della produzione nel 1947 la [[100N]] venne riproposta identica a prima
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Dal 1944 al 1947 la produzione venne completamente interrotta per la guerra. La [[Pelikan]] non subì danni significativi e nel 1947 la produzione venne ripresa con l'introduzione di una nuova versione della [[100N]] di forma sostanzialmente identica alla precedente, ma dotata di una sola vera sul cappuccio e di un fermaglio rigato.
  
 
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* http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=372 Articolo dell'autore della storia precendete, II parte
 
* http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=372 Articolo dell'autore della storia precendete, II parte
 
* http://www.ruettinger-web.de/e-index.html Sito di un collezionista, molte informazioni
 
* http://www.ruettinger-web.de/e-index.html Sito di un collezionista, molte informazioni
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* http://www.penexchange.de/english/klassiker/index.shtml Serie di articoli su modelli classici tedeschi, fra cui molti modelli [[Pelikan]]
 
* http://www.penbid.com/Auction/showarticle.asp?art_id=12 Articolo sulla [[Pelikan]]
 
* http://www.penbid.com/Auction/showarticle.asp?art_id=12 Articolo sulla [[Pelikan]]
 
* http://www.rickconner.net/penoply/pel.0.html Altro articolo sulla [[Pelikan]]
 
* http://www.rickconner.net/penoply/pel.0.html Altro articolo sulla [[Pelikan]]

Versione delle 19:22, 29 giu 2008

Logo Pelikan

Fra i produttori di stilografiche la Pelikan è probabilmente una delle aziende storicamente più antiche, dato che le suo origini risalgono alla prima metà del 1800, ma la produzione di stilografiche è relativamente recente, essendo iniziata bel 1929, con l'introduzione della prima stilografica con caricamento a stantuffo.

L'azienda, che nasce come produttore di inchiostri e poi di materiale di cancelleria, è restata fra alti e bassi sempre presente sul mercato fin dalla sua nascita, diventando uno dei principali produttori tedeschi di penne stilografiche. Benché sia piuttosto tardivo, il suo ingresso nel mondo delle stilografiche è stato di grande impatto, avendo introdotto quello che a tutt'oggi è considerato il miglior sistema di caricamento mai realizzato. La Pelikan ha prodotto un numero limitato modelli, ma la qualità costruttiva è sempre stata ineccepibile, ed alcuni di essi, per la loro eleganza e rarità, sono ricercatissimi dai collezionisti.

Storia

Nel 1832 Carl Hornemann, un chimico, fondò nei pressi Gross-Munzel una sua fabbrica di vernici e colori da pittura, anche se taluni fanno risalire la nascita ufficiale della Hornemann's Paint and Ink Factory al 1938, data di pubblicazione del primo catalogo. Dieci anni dopo, dovendo affrontare difficoltà di distribuzione, l'azienda si trasferì nei pressi di Hanover. Nel 1963 Günther Wagner si associò a Hornemann, e nel 1971, con il ritiro di questi, acquisì l'azienda reintestandola a suo nome.

E' dalle attività di Günther Wagner che ha origine la crescita dell'azienda, questi nel 1878 è fra i primi a registrare l'azienda sotto il marchio Pelikan, ancor prima che esistesse una legislazione sui marchi di fabbrica. L'azienda assunse lo stemma di famiglia di come logo; questo rappresentava un pellicano che nutre i suoi piccoli, a simbolizzare la cura che l'azienda avrebbe avuto per i suoi dipendenti. Negli anni successivi l'azienda si espanse nel mercato europeo (a partire dall'Austria) ed allargò la sua linea di produzione.

A partire dal 1895, e per oltre sessanta anni, l'azienda venne diretta da Fritz Beindroff, genero di Günther Wagner, che dopo aver lavorato come rappresentante per la ditta ne assunse il controllo. Iniziò una espansione internazionale, con sedi aperte a Londra, Zurigo, Parigi e New York. Nel 1901 venne lanciata sul mercato la serie di inchiostri Pelikan 4001, ad oggi ancora in produzione, e nel 1904 una colla per carta (la Pelikanol) di grande successo. Nel 1906 a causa dell'espansione degli affari l'azienda dovette acquistare una nuova sede di 25000 mq che dopo sette anni dovette essere ingrandita fino a 43000 mq per ospitare oltre 1000 dipendenti. In questo periodo la Pelikan produceva colori per artisti, oltre 160 varietà di inchiostro, carta assorbente, carta carbone, colla ed una grande varietà di articoli di cancelleria.

L'azienda subì un pesante arresto a causa della prima guerra mondiale, dato che oltre il 40% della sua produzione era diretto al mercato estero, ma si riprese, ritornando ad essere uno dei principali produttori di inchiostri e cancelleria del mondo. Ma l'azienda cercò da subito di ampliare la sua produzione, e sia pure molto tardivamente nel 1929 essa fece un ingresso eclatante sul mercato delle penne stilografiche, introducendo il primo modello con caricamento a stantuffo, di cui aveva acquisito il brevetto due anni prima.

Il caricamento a stantuffo infatti è una invenzione di Theodor Kovacs, un ingegnere che lo brevettò nel 1925, e poi si associò per metterlo in produzione con i fratelli Edmund e Mavro Moster, proprietari della ditta croata Penkala. Questi nel 1927 si trovarono in difficoltà finanziarie e Kovacs vendette il brevetto alla Pelikan. Dopo due anni di accurate ricerche nacque la prima stilografica della Pelikan, la 100, una vera rivoluzione nel mondo della stilografica europea, che fino ad allora era rimasto sostanzialmente legato al caricamento safety.

File:Pelikan-100-1931.jpg
Pubblicità della Pelikan 100 degli anni '30.

La 100 era realizzata in maniera impeccabile in tutte le sue parti, e non solo nel nuovo sitema di caricamento. Era dotata di sezione trasparente per la visualizzazione dell'inchiostro ben tre anni prima che i prototipi della Vacumatic iniziassero ad introdurre questa nuova tendenza nel mercato americano, aveva un alimentore brevettato ben funzionate, una funzionale clip a forma di becco di pellicano ed era dotata di un ottimo pennino flessibile. La Pelikan organizzò una grande campagna promozionale per la nuova penna, e per superare le barriere doganali creò impianti produttivi in tutta Europa (Bucarest, Zurigo, Sofia, Parigi, Zagabia, Varsavia, Barcellona, Milano...) e pure in America Latina.

I modelli iniziali subirono diverse evoluzioni nelle caratteristiche costruttive, il corpo era realizzato inizialmente in bachelite trasparente rivestito per buona parte da una banda di celluloide (la cosiddetta binde) a scopo decorativo e protettivo, versioni successive videro il passaggio alla celluloide anche per il corpo. Inizialmente la banda era prodotta solo nei due colori verde o nero e la penna era prodotta in due misure, quella standard ed una versione da signora con una vera in cima al cappuccio.

All'inizio del 1931 (ma forse addirittura a fine 1930) venne introdotto il modello 111 in cui la banda era realizzata in oro 14k con decorazione guilloche e due vere sul cappuccio. In seguito anche le versioni normali, prodotte inizialmente con un cappuccio liscio senza decorazioni, vennero ristilizzate prima inserendo anche su di esse le due verette sul cappuccio, ed in seguito rendendo la testina dello stesso più affusolata.

Per coprire le fasce più basse del mercato a partire dal 1931 (o 1932?) venne anche introdotto il modello Rappen, con forma più affusolata ed una sola vera sul cappuccio, realizzato inizialmente con la parte inferiore del corpo in materiale trasparente di colore blu a cui era fissato direttamente un serbatoio di gomma coperto da un fondello in ebanite, rimosso il quale si poteva riempire direttamente la penna. Una seconda versione, con la sezione trasparente di colore verde, venne equipaggiata con il classico caricamento a stantuffo.

A partire dal 1932 (ma c'è chi riporta la data del 1931) apparvero nuove versioni e nuovi colori. Alla 100 si aggiunsero bande prodotte in nuovi colori come il grigio, rosso e giallo (in ordine di rarità crescente) marmorizzati, il blu lapislazzulo, il marmorizzato nero/grigio/rosso, il marrone o grigio a pelle di lucertola ed il tartaruga. A questi colori, abbinati al classico cappuccio nero, si aggiunsero versioni nere ma con testina del cappuccio e manopola dello stantuffo in ebanite rossa, o con il corpo nero ed il tubo del cappuccio lucertola.

Colori analoghi vennero usati anche per il modello 101, caratterizzato per avere il cappuccio realizzato nello stesso materiale della banda, prodotto, oltre ai precedenti anche nei colori verde giada, arancio e blu marmorizzato. Infine vennero introdotti altri modelli di lusso, la 110, con corpo e cappuccio in metallo placcato oro, e la 112 con corpo e cappuccio in oro 14k.

Nel 1934 la Pelikan iniziò ad abbinare alle sue penne una matita meccanica, la Auch Pelikan, contraddistinta dai numeri 200 per la versione normale e 210 per la più rara versione corta. A questo stesso anno[1]viene fatto risalire quello che viene considerato uno dei capolavori della azienda, il modello 111T, noto come Toledo, caratterizzato da una banda in acciaio[2] inciso a mano con il logo ed altri motivi moreschi, e placcato in oro secondo lo stile delle incisioni praticate a Toledo, da cui deriva il nome della penna.

In questi anni i materiali subirono diversi cambiamenti, con una progressiva conversione dall'ebanite alla celluloide, prima per i cappucci, poi per il corpo ed infine anche per parti del meccanismo, ed in particolare per il fondello, che nel 1936 divenne liscio, dando origine a quella che alcuno chimano la 100C. Lo stesso anno il modello Rappen venne sostituito dalla Ibis 130

Il 1937 vide la nascita della Pelikan 100N,[3] una completa ristilizzazione della 100. La nuova penna aveva un fondello affusolato e corpo e cappuccio di maggiori dimensioni. La testa del cappuccio portava un nuovo marchio più stilizzato, e la penna era realizzata quasi totalmente in celluloide, anche se i primi modelli possono essere trovati con parti in ebanite e con il vecchio logo. La vecchia 100 comunque restà in produzione fino alla interruzione totale della produzione a causa della guerra avvenuta nel 1944.

Nella realizzazione del nuovo modello alcune delle colorazioni più inusuali presenti con la 100 (e con la 101) non vennero più prodotte, mantenendo solo i colori nero, verde, grigio e tartaruga, questo almeno per quanto riguarda la produzione tedesca, che dal 1939 vide anche la scomparsa dei pennini in oro, a causa delle restrizioni imposte dalla guerra, sostituiti da pennini in cromo-nichel (marcati CN) o in palladio (marcati Pd). Nel periodo travagliato della guerra infatti vennero prodotti, dai vari stabilimenti posti al di fuori della Germania, diversi modelli fra cui spiccano quelli portoghesi, marcati Emegé dal nome del distributore locale che stanco di effettuare riparazioni su modelli non venduti da lui iniziò a incidere il suo nome sulle penne. Questi commercializzò anche alcuni modelli peculiari, come la Magnum, una versione di grandi dimensioni della 100N.

Dal 1944 al 1947 la produzione venne completamente interrotta per la guerra. La Pelikan non subì danni significativi e nel 1947 la produzione venne ripresa con l'introduzione di una nuova versione della 100N di forma sostanzialmente identica alla precedente, ma dotata di una sola vera sul cappuccio e di un fermaglio rigato.

File:Pelikan-400-1952.jpg
Pubblicità della Pelikan del 1952.

Template:CronoMarche |- | 1832 || Carl Hornemann fonda una fabbrica di vernici, è l'inizio della Pelikan |- | 1863 || Günther Wagner diventa socio di Hornemann |- | 1871 || Günther Wagner acquisisce l'intera attività, intitolandola a sui nome |- | 1878 || Registrato il marchio Pelikan ed usato il pellicano come logo |- | 1901 || Lanciata la linea di inchiostri Pelikan 4001 |- | 1929 || Introdotto il modello 100, la prima stilografica con caricamento a stantuffo |- | 1931 || Il modello 100 assume due verette sul cappuccio e la testa conica |- | 1931 || Introdotto il modello 111 (o 1930?) |- | 1931 || Introdotto il modello Rappen (o 1932?) |- | 1932 || Introdotti i modelli 101, 110 and 112 come varianti della 100 |- | 1932 || Introdotti nuovi colori per la banda della 100 |- | 1934 || Introdotto il modello 111T Toledo |- | 1936 || Introdotto il fondello liscio in celluloide (la cosiddetta 100C) |- | 1936 || Introdotto il modello Ibis 130 a sostituire la Rappen |- | 1937 || Introdotto il modello 100N (solo export) |- | 1938 || Introdotto il modello 100N sul mercato tedesco |- | 1939 || Il modello 100N viene prodotto con pennino CN in acciaio al cromo/nikel |- | 1944 || Cessa tutta la produzione ed il modello 100 risulta così dismesso |- | 1947 || Riprende la produzione con una 100N dotata di una sola vera sul cappuccio |- | 1949 || Riprende la produzione del modello 100N con pennino oro |- | 1950 || Introdotto il modello 400 |- | 1952 || Il pennino CN non è più disponibile |- | 1953 || Introdotto il modello 140 |- | 1954 || Introdotti i nuovi pennini con il logo invece che la scritta |- | 1954 || Introdotta l'incisione del modello sulla banda del cappuccio per la 400 |- | 1954 || Dismesso il modello 100N |- | 1955 || Introdotto il modello 400N |- | 1955 || Introdotto il modello 120 |- | 1956 || Dismesso il modello 400 |- | 1956 || Introdotto il modello 400NN al posto della 400N |- | 1959 || Introdotto il modello P1 |- | 1965 || Dismesso il modello 400NN |- |}


Template:LegendaModelli |- | 100 || 1929-1944 || XX, ? |- | 100N || 1937-1954 || XX, ? |- | 400 || 1950-1956 || XX, ? |- | 400N || 1955-1956 || XX, ? |- | 400NN || 1956-1965 || XX, ? |- |}

Riferimenti esterni

Note

  1. anche se altrove si riporta il 1931.
  2. e non argento, come riporta qualcuno, ingannato forse dal materiale usato dai modelli recenti.
  3. c'è chi riporta il 1938, in cui pare la penna sia stata lanciata sul mercato tedesco, ma la data corretta per l'introduzione sul mercato internazionale dovrebbe essere, secondo quanto riportato da Dittmer e Lehman nel libro Pelikan Schreibgeräte 1929-2004, vedi [1].