Minor brands

Da FountainPen.
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This page contains the names of a series of minor trademarks of which very little information is available, essentially the name and nationality and little else. The page is basically a collection point for references to these trademarks, and a notebook where you can note the few data relating to them. The information is therefore extremely limited and fragmented.

Alba

La Alba è una azienda torinese le cui origini sono piuttosto incerte, ma che pare essere nata dalla fuoriuscita di alcuni dipendenti della Aurora che si erano messi in proprio nella produzione di penne. Le similitudini sono molte, a partire dal nome dell'azienda, che anch'essa si rifà al sorgere del sole, ad un logo ovalizzato con la scritta Alba Torino. La ditta pare essere rimasta in attività fra gli anni '40 e gli anni '50.

Riferimenti: [1]

Materiale disponibile:

Argument

Azienda tedesca, sede a Berlino. Indirizzi noti: Kürassierstrasse 3 e Lichterfelde-West, Kadettenweg 2. Denominazione completa Argument-Füllhalterfabrik, Georg Karasch, Berlin. L'azienda venne fondata intorno agli anni '20 e rimase sul mercato fino agli anni '60. Modelli noti: Argument 33 (safety). Nel 1932, secondo quanto riportato in questa pubblicità editoriale, introdusse il modello Argument Kristallo con serbatoio trasparente.

Materiale disponibile:

Atena

Il marchio Atena si trova su alcune penne di fascia economica per le quali l'unico riferimento documentale è la presenza su una pagina di catalogo della Aurora del 1940 pubblicato sul libro di Letizia Jacopini, per cui viene in genere considerata una sottomarca della Aurora. Le penne pur essendo economiche sono di buona fattura, ed hanno, almeno in alcuni modelli, una clip che è praticamente identica a quella che si trova su alcuni modelli della serie S. della Summit, cosa che apre a tutte le possibili speculazioni riguardo la loro origine.

Materiale disponibile:

Atlantica

Secondo Letizia Jacopini il marchio sarebbe stato usato dalla ditta "Fabbrica Italiana di Penne Stilografiche - La Italianissima di Giuseppe Olivieri". Il marchio però risulta depositato nel 1931 (Reg. Gen. N. 43857) da tale Giacomo Capella, sempre di Milano, data che assumeremo, in mancanza di indicazioni più dettagliate, come inizio della marca. Le origini dell'azienda sono perciò alquanto incerte, e la identificazione con il marchio Italianissima tutt'altro che scontata, anche se una relazione con l'azienda di Olivieri è comprovata da questo volantino per la Fiera di Milano del 1946.

La produzione vede delle rientranti laminate marchiate Atlantica di buona fattura, con versioni in ebanite di produzione attribuita alla Montegrappa. La produzione degli anni '30 e '40 è caratterizzata dall'uso di celluloide dai colori vivaci con il marchio stampigliato sul corpo. La produzione iniziale degli anni '30 pare prediligere il caricamento a pulsante di fondo mentre quella degli anni '40 quello a levetta.

Materiale disponibile:

Aurea

Marchio italiano, su cui si hanno pochissime notizie storiche. Nota per la produzione di rientranti laminate in oro a 18 carati (marcatura 18 K.R.) di ottima fattura e di penne in celluloide di fascia bassa. La produzione viene spesso ricondotta ai Fratelli Cavaliere, ma in questa guida il marchio viene riportato insieme ad Eridano alla Stilus.

Materiale disponibile:

Boralevi

La Società anonima Boralevi Milano era una società di vendita per corrispondenza con sede a Milano, Via Pisacane 19, fondata nel 1921 (come riportato nella quarta pagina di questo catalogo). Le informazioni sulla storia dell'azienda non sono molte, ma dai cataloghi reperiti risulta una produzione a marchio proprio di diversi prodotti, fra cui penne stilografiche, sia marcate direttamente Boralevi che col marchio Ferbor, sia modelli specifici come la Fox 1368.

Per la presenza di una immagine per le istruzioni del sistema di caricamento (in questa pagina di un catalogo del 1931) identica a quella usata dalla Helios Silga (questa) è possibile ipotizzare un qualche legame con quest'ultima.

Materiale disponibile:

Brause

Azienda tedesca, sede a Iserlohn. Fondata da Carl Bergfeld e dai fratelli Friedrich, Wilhelm e Carl Brause nel 1850 a Iserlohn come produttore di pennini. Denominazioni: Brause & Cie., Brause & Co., Brause & Co. Iserlohn, Brause & Co. Schreibfederfabrik. L'azienda è ancora oggi sul mercato per la produzione di pennini e materiale per calligrafia.

L'azienda ebbe un discreto successo nella produzione di stilografiche, iniziata con la ricostruzione effettuata dopo la seconda guerra mondiale, negli anni '50, in particolare per penne destinate al mercato scolastico. Le sue penne erano caratterizzate da una fascia blu posta sopra la veretta sul cappuccio. La produzione di stilografiche venne interrotta nel 1970.

Modelli noti: Brause Cito 3030, Brause Schüller 3050. Uso del marchio Cito per i pennini, logo di un galletto in un cerchio.

Riferimenti: [2]

Materiale disponibile:

Burnham

Produttore minore inglese, fondato da Harry Burnham all'incirca nel 1920, ed attivo all'incirca fino al 1965/6, denominato Burnham Pens con sede in Gloucester Road, London, SE25.

Da finire.

Riferimenti: [3], [4], [5] [6], [7]

Materiale disponibile:


Böhler

L'azienda venne fondata nel 1935 o nel 1938 (versioni discordanti, assumeremo la seconda data), da Hermann Böhler, uno dei due fondatori della Osmia che lasciò l'azienda dopo che nel 1935 iniziò l'acquisizione della stessa da parte della Faber-Castell, portata a termine nel 1951.

Riferimenti: [8]

Materiale disponibile:


CISEA

Azienda italiana. Non sono noti dati precisi sulle origini di questa azienda, il cui nome, secondo quanto riportato da Letizia Jacopini nel suo libro ("La storia della stilografica in Italia") starebbe per "Consorzio Italiano Stilografiche e Affini", un raggruppamento di aziende (presumibilmente del distretto di Settimo Torinese) attivo fra la fine degli anni '30 e la prima metà degli anni '40. In realtà il marchio risulta registrato a Torino nel 1944 (Reg. Gen. N. 90707) come "Casa Italiana Stilografiche e Affini di Carlo Caramello". Questi aveva in precedenza (1939) registrato anche i marchi Amica (Reg. Gen. N. 61381) e Ariana (Reg. Gen. N. 61382). Non è chiaro se si tratta di un caso di omonimia, ma la cosa non sembra probabile.

Nel novembre del 1949 risulta l'iscrizione alla Camera di Commercio di Torino (come mostrato in questo estratto dal quindicinale pubblicato dalla stessa) della "STILOTECNICA di CARAMELLO e C." per la vendita di penne stilografiche e articoli affini a Torino in corso Matteotti 10. Allo stesso indirizzo nella Guida Paravia di Torino del 1952 è riportata la "C.I.S.E.A. Casa Italiana Stilografiche e Affini". Non è chiaro se si tratti dell'apertura del negozio o di un cambio di attività da parte di Carlo Caramello.

Vengono segnalate affinità fra le celluloidi usate per le penne marchiate CISEA ed alcuni modelli Olo ed ASCO, cosa che ha fatto nascere l'ipotesi di un qualche collegamento con la Aurora, se non altro per la produzione di fascia bassa, ipotesi sostenuta anche dalla presenza di penne marcate Amica Cisea, con un marchio, Amica, che si ritiene sia stato usato dalla Aurora per la produzione di penne pubblicitarie vista l'identità delle finiture e dei dettagli in metallo ritrovati su queste penne con quelle della Olo.

Riferimenti: [9], [10]

Materiale disponibile:


Conté

Azienda francese, nata nel 1795 ad opera di Nicolas-Jacques Conté che in risposta alla scarsità di grafite dovuta alle guerre contro l'Inghilterra che ne bloccavano l'importazione, ideò e brevettò una nuova modalità di costruzione delle matite mescolando grafite e creta. Con il fratello creò la Société Conté per la produzione di matite e gli omonimi pastelli per artisti (altra invenzione dello stesso Nicolas). L'azienda (assorbita dalla Bic) è tutt'oggi nota per la produzione di questi due prodotti. E' nota una produzione di stilografiche dagli anni '20 almeno fino il dopoguerra.

Materiale disponibile:


Corona Co.

Azienda inglese, da non confondersi con le altre marche con nome Corona. Sede a Manchester, con nome Corona Co., fondata durante la prima guerra mondiale, e presente ad una esposizione nel 1918.

Riferimenti: [11], [12]

Corona di Mario Diaz

Una Corona anni '30/'40.

La Corona di Mario Diaz era una azienda italiana con sede a Milano attiva dalla seconda metà degli anni trenta. Purtroppo non è nota una data precisa per la fondazione dell'azienda, che non va confusa con le omonime "Corona" americana ed inglese. L'azienda era attiva (almeno da alcuni marchi registrati) anche nel campo delle addizionatrici meccaniche, ma l'unico marchio registrato attinente alle penne è CIP (Reg. Gen. N. 116011).

Un ordine per la ditta Corona di Mario Diaz.

Non è chiaro se ci sia una qualche relazione con il marchio Corona (Reg. Gen. N. 90853) registrato da Luigi Vigorelli nel 1945. La produzione, come testimoniato dall'ordine del 1952 riportato in figura a lato proseguì anche nel dopoguerra, ma di nuovo non è noto fin quando si è protratta la attività.

L'azienda produceva penne in celluloide di discreta fattura, caratterizzate da un pennino in oro marcato Corona e dalla stampigliatura del marchio anche sul corpo, fra due cerchi, in caratteri ottocenteschi. E' abbastanza interessante, almeno nel caso dell'esemplare in figura, la decorazione con anellini a fianco della iscrizione stessa.

Riferimenti: [13]

Materiale disponibile:

Ero

Le informazioni su questa azienda sono molto poche, e non è nota quale sia la sua data di fondazione, per la quale si può solo indicare il limite superiore del 1954, in quanto nella stessa scatola in cui è stato ritrovato questo foglietto di istruzioni erano presenti anche due talloncini del monopolio del Libero Territorio di Trieste, istituito dal 1947 al 1954.

L'azienda nasce dalle attività di Ernst Rodenhäuser che aveva una piccola a fabbrica Ober-Ramstadt e che nel 1956 acquistò, al fallimento della Reform di Nieder-Ramstadt, gli impianti produttivi e gli stabili di quest'ultima. Sono note produzioni sostanzialmente identiche anche a marchio Rodur, marchio che, come Ero, sembra derivare del nome del fondatore, e che non è chiaro se fosse precedente o contemporaneo. Dato che i foglietti di istruzione sono identici, e che sulla confezione di una Ero a pistone è impressa la scritta "Rodursal" non esistono dubbi sul fatto che si tratti della stessa azienda.

Purtroppo della produzione si hanno pochissime notizie, in genere si tratta di modelli in materiale plastico con caricamento a stantuffo, marcati quasi sempre solo col nome del produttore, anche se è noto il modello Rector. La produzione era rivolta alla fascia economica, con pennini in acciaio (anche se esistono modelli dotati, come quello citato, di pennino in oro). Le penne sono comunque tutte di ottima qualità costruttiva.

Riferimenti: [14], [15], [16], [17]

Materiale disponibile:


Europa

Marchio italiano, su cui si hanno poche notizie storiche, noto principalmente per la produzione di rientranti laminate in oro a 18 carati (marcatura 18 K.R.) di ottima fattura, con bellissime decorazioni a sbalzo o in filigree. Il marchio Europa è riportato sia sulla penna ed anche, dal 1935 sul pennino (in precedenza i pennini erano marcati "Warranted"). Secondo quanto ricostruito da Paolo Enrico Demuro[1] esso, non essendo stato registrato (non risulta infatti nel database dei marchi storici dell'Archivio Centrale dello Stato) sarebbe stato utilizzato in condivisione da Luigi Diani, Cesare Marinai e dalla Fratelli Cavaliere.

Non è noto con certezza una data certa di inizio della produzione, ma secondo la ricostruzione storica fatta da Giorgio Fascicolo[2] la prima apparizione del marchio fra le stilografiche illustrate sul catalogo Marinai è in quello del 1931, risultando invece assente nei precedenti; per questo motivo assumeremo questo anno come quello dell'inizio della produzione.

Non è chiaro se il marchio fosse legato ad una azienda autonoma o ad una produzione effettuata da parte di altri. Le poche fonti documentali disponibili originano dai cataloghi Cesare Marinai, in cui questo marchio compare insieme ad altri riconducibili alla produzione dei Fratelli Cavaliere, che è comprovata da alcuni esemplari riportanti il punzone di Linda Darnes. La produzione venduta da Marinai riporta esplicitamente il punzone CM. La produzione si è estesa anche al dopoguerra, con esemplari a pennino carenato con rivestimento in metallo laminato (come in questo esempio).

Riferimenti: [18]

Materiale disponibile:

… risultati successivi

Everest

L'azienda, il cui nome completo è Ditta Stilo-Everest, aveva sede a Torino in Via Martiri Fascisti (come risulta da alcuni cataloghi) anche se in una pubblicità del 1943 viene riportata Via Card. Maurizio 14, ed in una pubblicità del 1947 viene riportata Via Superga 25. Non è nota una data di fondazione, ed il marchio è registrato (Reg. Gen. N. 80254) solo nel dopoguerra (1947).

All'indirizzo di Via Card. Maurizio 14 nella guida Paravia di Torino del 1948 sezione stilografiche risulta la "F.A.V. Fabbricazione Accessori Vari", ma non è possibile affermare con certezza (visto la comparsa di altro indirizzo della Stilo Everest in una pubblicità precedente) che si tratti della stessa azienda, anche se è possibile si tratti dell'indirizzo di un punto vendita.

Non è noto se si tratti di un produttore diretto o solo di un rivenditore, ma nei modelli mostrati in detti cataloghi sembra evidenziarsi una notevole similitudine con le produzioni di aziende come la Montegrappa e la SAFIS, ed inoltre viene riportata anche una produzione su commissione da parte della Giacomazzi.

Da finire.

Materiale disponibile:

Evergood

Azienda francese, sede a Parigi. Non sono noti dati precisi sulle origini di questa azienda. Partecipante al consorzio per la produzione della Visor Pen.

For Ever

Il marchio For Ever appartiene all'azienda bolognese "Ditta Ivo Germano", a nome della quale è stato registrato nel 1954 (Reg. Gen. N. 115909). La produzione però risulta presente sul mercato, con penne marchiate "FOR EVER" e "FOUNTAIN-PEN" (disposte su due righe) almeno dagli anni '20, con la produzione di rientranti e laminate. L'attività di Ivo Germano viene ricondotta, secondo quanto riportato da Letizia Jacopini, al negozio "La Stilografica" di via degli Orefici, da lui fondato e poi portato avanti dal figlio Gianstefano Germano.

Le stilografiche For Ever sono considerate, secondo l'analisi di Emilio Dolcini nel suo libro sulla Omas, per lo più una produzione su commissione da parte della Omas anche se Letizia Jacopini fa notare la possibilità, specie per rientranti e laminate il cui stile e lavorazione non corrisponde a quello di Omas, a produzioni anche da parte di altri. Sono inoltre presenti sul mercato penne Omas e Minerva rimarchiate Germano, ed anche, meno comuni, Ivo o La Stilografica Bologna che confermano senza possibilità di smentita la presenza di una produzione Omas a favore di Germano.

Il legame con la Omas viene infine ulteriormente confermato dalla registrazione nel 1941, ben due anni prima della analoga registrazione effettuata da Armando Simoni, del marchio Permanio (Reg. Gen. N. 64310), proprio per "una lega metallica particolarmente adatta alla costruzione di pennini per stilografiche". Non è chiaro se il marchio sia stato ceduto, anche se questa sembra l'ipotesi più probabile vista la relazione fra le aziende.

Riferimenti: "La storia della Stilografica in Italia" di Letizia Jacopini

Materiale disponibile:

Giacomazzi

La storia dell'azienda inizia nel 1921 a Settimo Torinese, quando i fratelli Pietro e Girolamo Giacomazzi, che avevano lavorato per la Pagliero, si misero in proprio per fondare una ditta insieme a Felice Favetta.[3] Le attività iniziali erano relative alla lavorazione al tornio di materiali come avorio, galalite ed osso. L'attenzione alla produzione di stilografiche pare derivi dal figlio di Pietro, Dino, che allo scioglimento della società con Felice Favetta concentrò su questo le attività dell'azienda.

La Giacomazzi lavorò principalmente nella produzione per conto terzi, e non si trovano penne marchiate a suo nome almeno fino a tutti gli anni '50. L'unico marchio sicuramente proprio, di cui esiste una registrazione nel 1944 da parte di Dino Giacomazzi, è la Olimpica (Reg. Gen. N. 90736), altri marchi con produzione di qualità attribuiti alla Giacomazzi sono Punto Rosso (che però era un marchio di proprietà di Ubaldo Massari della Mastilo), Sirium e Sirium Extra.[4]

Ma secondo quanto ricordato da Pier Luigi Giacomazzi, altre produzioni su commissione sono state eseguite dall'azienda per la Everest, la Aster, la Silpa, la Omer, la Morans e la Aviostil.

Materiale disponibile:

Hardtmuth

La Hardtmuth (o L&C Hardtmuth), più comunemente nota come Koh-i-Noor Hardtmudt, è uno storico produttore di matite e materiale da cancelleria che venne fondato a Vienna nel 1790 da Joseph Hardtmudt come fabbrica di terracotte, ma che nel 1802 brevettò una matita realizzata con argilla e carbone.[5] Nata nell'impero austro-ungarico, nel 1848 la fabbrica venne trasferita dai figli del fondatore da Vienna a České Budějovice, attualmente nella Repubblica Ceca. L'azienda introdusse nel 1889 la linea di matite Koh-i-Noor, chiamate con lo stesso nome del famoso diamante per esaltarne la qualità. Per distinguerle esse vennero verniciate di giallo, colore che è diventato un classico per le matite.

Il nome Koh-i-Noor è diventato il marchio distintivo dell'azienda che era con la Faber Castell uno dei principali produttori europei di matite ed è ancora sul mercato nel campo degli articoli da cancelleria e da disegno. Nel 1919 venne aperta a Bloomsbury nel New Jersey la filiale americana, mentre nel 1931 vennero aperte, in collaborazione con la allora Johann Faber, fabbriche in Polonia e Romania.[6] Dopo la seconda guerra mondiale le fabbriche nei paesi dell'est (Polonia, Romania e Cecoslovacchia) vennero nazionalizzate, mentre la filiale americana si separò dalla casa madre divenendo la "Koh-i-noor USA". Solo l'azienda austriaca mantenne la proprietà originale. Nel 1957 la Riepe Works cedette alla "Koh-i-noor USA" i diritti del brevetto nº US-3020884 del "Rapidograph". Ad oggi i diritti europei per i marchi "L. & C. Hardtmuth" e "Koh-I-Noor" sono detenuti dalla "Crayomine", fondata nel 1960 a Vaduz.

Le attività dell'azienda nel mercato delle stilografiche derivano principalmente dalla commercializzazione di penne prodotte da altri; in particolare commercializzava in tutta Europa le Waterman, di cui ha mantenuto la rappresentanza fino alla prima guerra mondiale. Ma talvolta esiste anche una commercializzazione di penne con marchio proprio. Non sono noti molti dettagli sulle produzioni proprie di penne stilografiche, anche se ci sono alcune pubblicità intorno agli anni '30 che ne mostrano a proprio marchio ma di cui si sa pochissimo, ed ci sono evidenze di relazioni con la Union Vulpenhouderfabriek negli anni '50.[7]

Riferimenti: [19], [20], [21], [22], [23], [24]

Materiale disponibile:

Imperial

Azienda tedesca. Marchio usato dalla Füllhalter-Fabrik Gerlach & Bezner con sede a Lipsia (LEIPZIG und PARDUBITZ). Attiva almeno dagli anni '40 (da lettera su Ebay del 10/12/1940). Dopo l'esproprio nazista della J.Brod ne occupò gli impianti produttivi. L'attività finì con il passaggio della ditta alla nazionalizzazione fatta nel 1945 dopo l'occupazione sovietica e venne adottato il marchio Penco, ma il marchio Imperial sopravvisse fino al 1950, quando venne completamente eliminato dai listini.

Riferimenti: [25]

Materiale disponibile:

Inoxcrom

L'azienda venne fondata nel 1942 da Manuel Vaqué Ferrandis a Barcellona come Industrial MAVA, inizialmente per la produzione di pennini in acciaio con una tecnica di produzione denominata appunto Inoxcrom, che divenne anche il nome dell'azienda a partire dal 1946. In seguito passò alla produzione di penne stilografiche per il mercato spagnolo, approfittando anche dell'assenza dei dazi che invece il regime franchista imponeva sulla produzione estera. Probabilmente si tratta del più rilevante produttore di stilografiche spagnolo.

Riferimenti: [26], [27], [28]

Materiale disponibile:

Italpen

Di questo marchio si hanno pochissime notizie, le poche informazioni disponibili risalgono alla dicitura Marca "Italpen" Depos. - Non Frangar - Milano presente sul fusto di alcuni modelli in celluloide (dove Non Frangar veniva utilizzato per indicarne l'infrangibilità). Ma del marchio non risulta alcuna traccia nel database dell'Archivio di Stato. Il marchio è presente su diverse tipologie di penne, da rientranti laminate fino a penne in plastica di chiara produzione nel dopoguerra. Sulla base degli esemplari ritrovati si può ipotizzare che fosse attivo almeno dagli anni '30, forse anche prima (ma la presenza di rientranti non è conclusiva al riguardo, essendo queste rimaste sul mercato italiano fino al dopoguerra).

Riferimenti: [29]

Materiale disponibile:

Littoria

Azienda italiana, marchio di chiara ispirazione fascista su cui sono note poche informazioni. Il marchio pare essere stato anche usato da Columbus per una produzione economica ma di buona qualità. Letizia Jacopini riporta delle stilografiche di buona qualità marchiate "Littoria - Stilografica Automatica" con pennini in oro stampigliati "E. V. M.", acronimo di Eugenio Verga - Milano.

E' però nota anche una produzione di penne economiche di seconda fascia marchiata semplicemente "Littoria" contraddistinte dal solo nome seguito da un numero. Di queste si sa molto poco, al momento i numeri rilevati sono: 6, 12, 16, 24, 30, 38.

Riferimenti: [30], [31]

Materiale disponibile:

Mastilo

Il marchio Mastilo viene ricondotto alla produzione effettuata per conto di una importante cartoleria (in questa guida però il Massari viene indicato come tabaccaio) torinese instestata ad Ubaldo Massari, via Roma 16, Torino. E' nota sotto questo nome una produzione di penne della Ancora, delle Maxima rimarchiate Mastilo Fountain Pen. A nome dello stesso titolare risultano registrati anche i marchi Stylokopia (Reg. Gen. N. 45108), Punto Rosso (Reg. Gen. N. 57199) e Tre Stelle (Reg. Gen. N. 64847). In particolare Punto Rosso fa riferimento ad un modello prodotto nel 1934 dalla ditta Dino Giacomazzi di Settimo Torinese, a cui viene attribuisce anche la produzione Tre Stelle.

Riferimenti: [32]

Materiale disponibile:

Mengoni

Benché il nome Mengoni si trovi su alcuni modelli Minerva, non si tratta di una marca in quanto tale quanto della produzione fatta realizzare da Virginio Mengoni, titolare di uno dei più importanti negozi milanesi di penne e materiali da scrittura, posto prima in corso Vittorio Emanuele e poi in via Cantù, le cui attività iniziarono almeno dal 1932.[8]

Negli anni '30 Mengoni si associò a Edoardo Russo Webber per la produzione delle Saratoga, per le quali risulta cointestatario della prima registrazione del marchio (Reg. Gen. N. 63047), del marchio relativo alla forma della clip a freccia (Reg. Gen. N. 63465) utilizzata nei primi modelli, e del marchio Inco (Reg. Gen. N. 63398) usato per le versione Standard negli anni '40 e per i calamai di inchiostro.

La collaborazione non durò a lungo, almeno a giudicare dalla successiva reintestazione dello marchio (Reg. Gen. N. 64297) esclusivamente a suo nome da parte di Webber. Mengoni comunque continuò nel dopoguerra una sua produzione di penne, marchiate però Saratoga's (Reg. Gen. N. 78484), Si tratta di una produzione di bassa qualità rivolta al mercato economico, prodotte presumibilmente nel distretto di Settimo Torinese, con stilofori e modelli con caricamento a stantuffo.

Oltre alle Saratoga's, è riconducibile a Mengoni la produzione F.O.R.T., marchio rinvenuto su dei modelli Minerva, risultando egli titolare dello stesso (Reg. Gen. N. 63662). Sono altresì riconducibili alle attività di Mengoni i marchi Fonteblu (Reg. Gen. N. 63376), Inch (Reg. Gen. N. 63413) e Coloniale (Reg. Gen. N. 67310). L'attività proseguì fino al 1957, anno di chiusura delle attività dell'azienda di Mengoni.

Materiale disponibile:

Merz & Krell

Azienda tedesca, la casa madre nacque nel 1908 dalle attività di Friedrich Merz, un farmacista, ed è ancora attiva in questo campo come Merz Pharma. La produzione di stilografiche iniziò invece nel 1920, quando i due fratelli Friedrich e Georg Merz si associarono al tornitore Justus Krell per fondare a Bieberau la Merz & Krell, attiva da subito con una decina di operai. Il marchio adottato inzialmente era Melbi (una abbreviazione di Merz & Krell, Bieberau). In seguito vennero adottati anche i marchi Senator e Diplomat. La produzione iniziale era di stilografiche, portapenne e matite meccaniche in celluloide.

Nel 1929 l'azienda si spostò di sede in Bahnhofstrasse, in un nuovo edificio che potesse accogliere l'accresciuta forza lavoro di circa 150 persone. Nel 1936 fu una delle prime aziende tedesche a sperimentare l'uso della resina plastica ad iniezione con l'acquisto di un apposito macchinario per la produzione di pezzi con questa tecnica. Negli anni '60 iniziò la produzione di penne a sfera. Attiva nella produzione di stilografiche economiche, e poi di penne a sfera, negli anni '80 era una delle principali produttrici di penne pubblicitarie, tuttora presente sul mercato con il marchio Senator che resta uno dei principali produttori di penne pubblicitarie.

Riferimenti: [33], [34], [35], [36], [37]

Materiale disponibile:

National

Azienda tedesca, sede a Monaco. Indirizzi noti: Hoffmannstr. 43 Fernruf 72077 e 71213. Denominazione completa Deutsche Füllhalter Werke Gmbh. Secondo quanto riportato su questo articolo l'azienda nasce dal cambio di nome della precedente "Anglo-Americanische-Füllfeder-Gesellschaft", titolare del marchio Angloamer. Non è chiara però l'origine dell'azienda, essendo quest'ultima chiaramente legata alle attività della Lang, se come filiale resasi indipendente, o separatasi forse in occasione della prima guerra mondiale.

Riferimenti: [38]

Materiale disponibile:

Perop

La Perop venne fondata a Praga nel 1939 da quattro persone fra cui Emil Kroutl, uno dei tre fratelli fondatori della Ripet e František Zeman che lavorava per la stessa ditta come ragioniere. L'azienda rimase attiva fino all'ingresso nell'allora Cecoslovacchia del regime comunista nel 1948.

Riferimenti: [39]

Plexor

Con il marchio Plexor venne commercializzata in Francia la produzione della Parker al tempo della seconda guerra mondiale, quando l'uso di un marchio anglosassone divenne altamente problematico in una situazione di conflitto aperto. La produzione viene ricondotta alle attività di Fernand Laureau che produceva le Parker in Francia, sotto licenza. Non è chiaro per quanto tempo il marchio sia stato mantenuto, né se la produzione fosse davvero eseguita dalla casa madre o svolta indipendentemente dalla filiale francese. Viene comunque riportato da una pubblicità francese che le penne con questo marchio erano prodotte dall'agente francese per conto della Parker.

Riferimenti: [40], [41]

Materiale disponibile:

Standard

Marchio italiano, su cui si hanno pochissime notizie storiche,[9] nota per la produzione di rientranti dotate di rivestimenti laminati di qualità media. Non si conoscono marchi registrati, né altri dati relativi alle origini dell'azienda, e le caratteristiche delle penne non presentano similarità evidenti con altre produzioni che possano fornire indicazioni sulla loro eventuale origine di produzione su commissione; questa comunque è stata comprovata dal reperimento di alcuni esemplari che riportano stampigliato sul cappuccio il logo della Montegrappa, non è chiaro se questa passa essere la sola origine, ed è stata avanzata anche l'ipotesi di una produzione da parte della Uhlmann's Eterno, ma in questo caso non esiste nessuna evidenza.

Sono noti altresì modelli in celluloide di media qualità, caratterizzati dalla stampigliatura Standard Fountain Pen, con caricamento a pulsante di fondo. Di nuovo non se ne conoscono dati (neanche se possano essere strettamente collegate alle rientranti citate in precedenza), anche se l'uso di un nome completamente inglese potrebbe favorire l'ipotesi di collocarne la produzione a prima della promulgazione delle leggi fasciste sulla italianizzazione forzata dei nomi.

Riferimenti: [42]

Materiale disponibile:

Note

  1. in un articolo su Foolish Magazine.
  2. in questa dettagliatissima presentazione di una penna con questo marchio.
  3. i dati relativi alla Giacomazzi sono tratti dal libro "Settimo Torinese - Una città in punta di penna" di Silvio Bertotto.
  4. per quest'ultimo esiste comunque una evidenza, su una penna con questo marchio è stato ritrovato (vedi questa foto) un riferimento al modello di utilità N. 22111 registrato dalla "Fratelli Giacomazzi".
  5. nonostante i successori della filiale americana proclamino sul loro sito inventori della prima mina in grafite, il primato spetta alla Conté con un brevetto del 1785.
  6. secondo questo riferimento.
  7. come quella illustrata in questa presentazione sul forum.
  8. anche se Letizia Jacopini nel suo libro "La storia della stilografica in Italia" indica il 1934, l'azienda era sicuramente attiva in precedenza, comparendo in questa pagina dell'Annuario Italiano del 1932-33 che è stato edito nell'agosto del 1932.
  9. i pochi dati riportati derivano dal libro "La Storia della Stilografica in Italia di Letizia Jacopini e dalla discussione citata.