Una storia della stilografica non può essere completa senza una analisi dei principali materiali che sono stati utilizzati nella costruzione delle penne nell'arco degli oltre 100 anni di vita di questo oggetto. I materiali infatti hanno costituito un elemento di innovazione e di distinzione, sia sul piano tecnico che sul piano stilistico, ed anche oggi le varie marche cercano di valorizzare i loro modelli esaltando la preziosità (reale o presunta) dei materiali impiegati per costruire le proprie penne.

Ma se al giorno d'oggi l'evoluzione della tecnologia consente di utilizzare i materiali più vari, alcuni dei quali senz'altro poco adatti ad un oggetto di uso quotidiano, solo per seguire le logiche di un mercato rivolto soltanto alla creazione dell'oggetto esclusivo (spesso del tutto inutilizzabile, e perciò di valore discutibile) alla ricerca di una originalità fine a sé stessa (senza nessuna utilità pratica, e spesso con risultati pacchiani o semplicemente brutti) un tempo la scelta dei materiale era dettata da precise ragioni tecniche o economiche, che solo in un secondo tempo hanno assunto anche aspetti stilistici.

Prenderemo in esame qui solo i materiali utilizzati per la costruzione del corpo della penna (e del cappuccio), tralasciando i dettagli relativi alle altre parti, come le decorazioni o i pennini. Riguardo questi ultimi occorre dire soltanto che se agli albori della stilografica essi venivano realizzati in oro per motivi tecnici (la resistenza alla corrosione degli inchiostri, all'epoca particolarmente aggressivi rispetto alle leghe di acciaio dell'epoca), a partire dalla metà degli anni '30 la scelta del materiale rimase questa soltanto per motivi commerciali, dato che l'uso dell'acciaio inossidabile avrebbe consentito (e in molti casi, come per la Esterbrook, consentì) una sostituzione senza nessun rimpianto dell'oro.

Seguono, in approssimativo ordine storico di utilizzo, i principali materiali utilizzati per la realizzazione di stilografiche; alcuni dei quali (come metallo e polistirene) devono essere considerati come indicazioni generiche piuttosto che come specificazione precisa.

Ebanite

L'ebanite costituisce il primo materiale utilizzato per la produzione di penne stilografiche, in uso fin dai primi esemplari prodotti alla fine del 1800. Se anche alcuni oggetti considerati precursori della penna stilografica vennero realizzati in metallo, le prime stilografiche nacquero sostanzialmente in conseguenza della invenzione di questo materiale, che con le sue caratteristiche di lavorabilità, inerzia chimica (e conseguente resistenza alla corrosione), si rivelò ottimale per la costruzione del quel serbatoio di inchiostro che era in effetti il componente principale delle prime stilografiche.

Galalite

Metallo

Laccanite

Uno dei principali difetti dell'ebanite è quello di scolorirsi a causa dell'ossidazione, problema che in Giappone era particolarmente accentuato dal clima caldo ed umido, per questo a partire dal 1923 la Pilot cercò di risolvere il problema laccando l'ebanite. Ma nonostante la verniciatura alleviasse il problema, esso si ripresentava regolarmente solo su tempi un po' più lunghi.

La soluzione venne trovata nel 1925, con un procedimento che prevedeva di far ruotare al tornio ad alta velocità i fusti di ebanite applicandovi delle strisce di feltro imbevute di lacca, così che per il calore della frizione questa potesse penetrasse in profondità. Questo procedimento portò al brevetto di un nuovo materiale, denominato appunto Laccanite (o Laconite), dotato di una splendida lucentezza e di grandissima resistenza agli agenti atmosferici.

Celluloide

Polistirene