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L'attività ebbe un buon successo e nel 1924 il marchio [[Columbus]] venne registrato ufficialmente al numero 23247 presso il ministero dell'economia. Da questa data le penne riportarono una iscrizione estesa (rispetto al precedente nome ''Columbus'') riportante anche il numero di registrazione e la dicitura ''sicurezza garantita''.  Nello stesso periodo l'azienda ampliò la produzione, con l'introduzione di nuove versioni in metallo placcato.  
 
L'attività ebbe un buon successo e nel 1924 il marchio [[Columbus]] venne registrato ufficialmente al numero 23247 presso il ministero dell'economia. Da questa data le penne riportarono una iscrizione estesa (rispetto al precedente nome ''Columbus'') riportante anche il numero di registrazione e la dicitura ''sicurezza garantita''.  Nello stesso periodo l'azienda ampliò la produzione, con l'introduzione di nuove versioni in metallo placcato.  
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Nel 1927, con la crisi del mercato delle [[safety]] l'azienda si sciolse, ma Eugenio Verga, restando titolare del marchio [[Columbus]], decise di proseguire le attività da solo e continuando a seguire le tendenze imposte dai modelli di oltreoceano, iniziò a produrre penne in celluloide. Nel 1929 venne brevettato un nuovo sistema di caricamento, sostanzialmente una propria versione dello [[spoon filler]].  
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Nel 1927, con la crisi del mercato delle [[safety]] l'azienda si sciolse e le attività dei due fratelli si separarono, Alfredo si mise in proprio dando vita alla ''Omega A.V.M.'' mentre Eugenio, restando titolare del marchio [[Columbus]], decise di proseguire le attività da solo dando vita ad una ditta individuale con il suo nome.
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Il primo passo della nuova [[Columbus]] fu un radicale cambiamento di stile, passando dall'imitazione dei modelli tedeschi a quella dei modelli americani; venne introdotto un nuovo modello di [[rientrante]] molto simile alla [[Waterman 42]], prodotto in sole tre versioni, normale, sottile, e da signore. Queste vennero prodotte in ebanite nera, rossa o fiammata, e venne inoltre ampliata la gamma dei [[overlay|rivestimenti]] disponibili; alle semplici incisioni a macchina si aggiunsero decorazioni a bassorilievo o a galleria e questa lavorazione diventò uno dei punti di forza dell'azienda.
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Negli stessi anni, continuando a seguire le tendenze imposte dai modelli di oltreoceano, la [[Columbus]] iniziò a produrre penne in celluloide. Nel 1929 venne brevettato un nuovo sistema di caricamento, sostanzialmente una propria versione dello [[spoon filler]].  
    
Negli anni '30 la produzione proseguì con modelli in celluloide di vari colori. Dal 1931 venne adottato il [[caricamento a levetta]].  Di nuovo nonostante si trattasse di evidenti imitazioni, le penne erano di buona qualità e molto eleganti. Il modello [[Columbus 98|98]] resta una delle migliori penne realizzate in quel periodo. Durante la guerra la fabbrica di Milano venne completamente distrutta, la produzione si spostò a Lesa, sul Lago Maggiore, e solo nel 1946 l'azienda ritornò a Milano.
 
Negli anni '30 la produzione proseguì con modelli in celluloide di vari colori. Dal 1931 venne adottato il [[caricamento a levetta]].  Di nuovo nonostante si trattasse di evidenti imitazioni, le penne erano di buona qualità e molto eleganti. Il modello [[Columbus 98|98]] resta una delle migliori penne realizzate in quel periodo. Durante la guerra la fabbrica di Milano venne completamente distrutta, la produzione si spostò a Lesa, sul Lago Maggiore, e solo nel 1946 l'azienda ritornò a Milano.
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Negli anni '50, seguendo sempre le tendenze di oltreoceano trainate dal grande successo della  [[Parker]] [[51]] , la [[Columbus]] introduce il nuovo modello [[Columbus 70|70]] a pennino coperto, in questo caso però la penna non è una imitazione pedissequa, la penna è realizzata in celluloide e con [[caricamento a stantuffo]], inoltre il cappuccio è a vite, ed il pennino è solo parzialmente coperto per consentire una scrittura flessibile. Come per altre imitazioni italiane, come l'[[Aurora]] [[88]] o la [[Omas]] [[361]] anche in questo caso la penna è probabilmente più pregiata dell'originale.  
 
Negli anni '50, seguendo sempre le tendenze di oltreoceano trainate dal grande successo della  [[Parker]] [[51]] , la [[Columbus]] introduce il nuovo modello [[Columbus 70|70]] a pennino coperto, in questo caso però la penna non è una imitazione pedissequa, la penna è realizzata in celluloide e con [[caricamento a stantuffo]], inoltre il cappuccio è a vite, ed il pennino è solo parzialmente coperto per consentire una scrittura flessibile. Come per altre imitazioni italiane, come l'[[Aurora]] [[88]] o la [[Omas]] [[361]] anche in questo caso la penna è probabilmente più pregiata dell'originale.  
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Nel 1957 il fondatore morì lasciando l'azienda in mano al figlio Enrico, ma ormai il mercato delle penne stilografiche era in completo declino a causa della diffusione della penna a sfera, ed l'azienda subì un declino inesorabile fino alla chiusura avvenuta negli anni '60 (?).
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Nel 1957 il fondatore morì lasciando l'azienda in mano al figlio Enrico, ma ormai il mercato delle penne stilografiche era in completo declino a causa della diffusione della penna a sfera, la scelta fu quella di rivolgersi alla produzione di penne di fascia medio bassa e per il mercato scolastico, ma l'azienda subì un inesorabile declino. Nel 1992 i resti dell'azienda ed il marchio [[Columbus]] vennero venduti alla ''Santara Srl'' che ancora oggi produce penne moderne con questo nome.
 
      
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