Si parla di china, o più precisamente di inchiostro di china (India Ink nel mondo anglosassone) per fare riferimento ad un tipo di inchiostro, assolutamente inadatto alle stilografiche normali, basato su una sospensione di particelle di nerofumo in una soluzione liquida creata con gommalacca e borace. La ricetta è antichissima e se ne attribuisce l'invenzione al cinese Tien Chu, vissuto addirittura nel terzo millennio A.C.

Essendo una sospensione l'inchiostro una volta secco non è solubile in acqua, pertanto una incrostazione non si elimina facilmente con un semplice lavaggio. Questo lo rende estremamente inadatto all'uso con le stilografiche ordinarie, perché ne causa facilmente un intasamento, molto complesso da rimuovere visto la notevole complessità degli alimentatori moderni. Per questo l'uso più comune resta quello con le penne a stilo o con i pennini a cannuccia, anche se, per le loro caratteristiche, potrebbe essere utilizzato anche con stilografiche di tipo safety, che in genere sono dotate di alimentatori molto semplici, e non soffrono (quando ben funzionanti) dei problemi di essiccazione sia perché il pennino in posizione di riposo resta immerso nell'inchiostro, sia perché l'evaporazione dello stesso è estremamente ridotta.

Riferimenti esterni

  • [1] Inchiostro di china e stilografiche (safety).