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[[Image:51-Aero-Burgundy-Parts-2.jpg|thumb|Le parti di una [[Parker 51]] ]]
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La penna stilografica, nota in ambito anglosassone come ''fountain pen'' sarebbe più propriamente qualificabile in italiano come ''penna a serbatoio''. In ambito internazionale infatti viene chiamata ''[[stilographic]] pen'' la penna a stilo, quella che in Italia è più nota come [[Rapidograph]] dal nome del modello più diffuso, vale a dire la penna basata su in sottile tubicino (lo stilo, appunto) usata principalmente nel disegno tecnico (prima di venire sostituita da plotter e stampanti), la cui versione più diffusa venne creata negli anni '40 dalla [[Rotring]].
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Caratteristica distintiva di una stilografica era pertanto quella di associare ad un pennino per scrivere un serbatoio di inchiostro che consentisse sessioni di scritture non interrotte dalla necessità di re-intingere il pennino nel calamaio. La penna stilografica come tale nasce nella sua forma attuale alla fine del 1800, nonostante esistano diversi predecessori più o meno funzionali. Il successo nel creare finalmente uno strumento affidabile che abbinasse un serbatoio di inchiostro ad un pennino per scrivere viene spesso fatto risalire all'introduzione dell'alimentatore multicanale brevettato da ''Lewis Edson Waterman'' nel 1884. In realtà all'epoca esistevano già diversi produttori che avevano costruito delle ''"penne a serbatoio"'' pienamente utilizzabili capaci di un corretto [[funzionamento]], i cui elementi essenziali restano gli stessi ancora oggi.
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La penna stilografica, nota in ambito anglosassone come ''fountain pen'' sarebbe più propriamente qualificabile in italiano come ''penna a serbatoio''. In ambito internazionale infatti viene chiamata ''[[stilographic]] pen'' quello che in Italia è più noto come [[Rapidograph]]. Caratteristica distintiva di una stilografica era pertanto quella di associare ad un pennino per scrivere un serbatoio di inchiostro che consentisse sessioni di scritture non interrotte dalla necessità di reintingere il pennino nel calamaio.
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Alcune parti sono presenti da sempre in ogni penna stilografica: l'insieme del pennino e dell'alimentatore (detto gruppo pennino), la sezione (la parte finale della penna che tiene insieme pennino ed alimentatore), il corpo della penna, che fa le veci o contiene il serbatoio, ed il cappuccio (assente solo sui cosiddetti [[stiloforo|stilofori]], vale a dire le penne da tavolo). Si sono raccolte le foto di queste varie parti in una serie di gallerie raggiungibili a partire da [[:Category:Gallerie|questa pagina]].
La penna stilografica come tale nasce nella sua forma attuale alla fine del 1800, nonostante esistano diversi predecessori più o meno funzionali. Il successo nel creare finalmente uno strumento affidabile che abbinasse un serbatoio di inchiostro ad un pennino per scrivere viene spesso fatto risalire all'introduzione dell'alimentatore multicanale brevettato da ''Levis Edson Waterman'' nel 1884. In realtà all'epoca esistevano già diversi produttori che avevano costruito delle ''"penne a serbatoio"'' pienamente funzionali, riuscendo a realizzare un corretto [[funzionamento]], i cui elementi essenziali restano gli stessi ancora oggi.
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Alcune parti sono presenti da sempre in ogni penna stilografica: l'insieme del pennino e dell'alimentatore (detto gruppo pennino), la sezione (la parte finale della penna che tiene insieme pennino ed alimentatore), il corpo della penna, che fa le veci o contiene il serbatoio, ed il cappuccio (assente solo sui cosiddetti [[stiloforo|stilofori]], vale a dire le penne da tavolo).  
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== Pennino ==
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Il pennino è da sempre una delle parti più importanti di una stilografica, e svolge il compito finale di portare l'inchiostro sulla carta. I pennini da stilografica derivano da quelli usati in precedenza con la [[cannuccia]]; la differenza principale è che essendo una stilografica un oggetto molto più costoso e continuamente in contatto con l'inchiostro, questi vennero tradizionalmente realizzati in oro (con diverse carature, anche se la più comune resta quella a 14 carati, seguita da quella a 18) per avere una maggiore resistenza alla corrosione degli inchiostri dell'epoca.
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[[File:AikinLambertNib.jpg|thumb|Il pennino di una [[Aikin Lambert]] ]]
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Quando con l'evoluzione della tecnologia diventò possibile creare pennini di acciaio resistenti alla corrosione, il maggiore ostacolo alla loro diffusione divenne quello del marketing, e tutt'oggi infatti si tende a pensare ad una penna con pennino in oro come di valore superiore, nonostante che sul piano tecnico questo sia probabilmente inferiore; l'oro, sia pure irrobustito dai metalli aggiunti nelle leghe utilizzate per produrre pennini, è un metallo molto malleabile, e per questo un pennino d'oro soggetto a piegarsi in modo permanente molto più facilmente di qualunque pennino in acciaio ed in generale finisce per l'essere nettamente meno robusto.
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Un pennino "d'oro" comunque non può essere interamente composto d'oro (cioè a 24 carati); come accennato questo materiale è estremamente malleabile,<ref>con malleabile (vedi [http://it.wikipedia.org/wiki/Malleabilit%C3%A0]) si intente un materiale molto morbido e facile da deformare senza perdere le sua proprietà meccaniche, in sostanza il contrario esatto di resistenza e flessibilità; l'oro è il materiale più malleabile che esiste.</ref> per cui in genere viene irrobustito mescolandolo come con altri metalli per ottenere leghe a 14 carati (le più comuni) o a 18 carati, usato per dare maggiore preziosità alla penna, ma in genere meno robuste. Le penne antiche sono comunque per la maggior parte dotate di pennini in oro a 14 carati, i 18 carati sono stati introdotti solo dove, come in Francia, per motivi legali non si poteva qualificare come d'oro un oggetto con caratura inferiore a questa.
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Nel periodo della seconda guerra mondiale però, con le ristrettezze causate dalle esigenze belliche, l'uso dell'oro per i pennini venne notevolmente ridotto (ed in certi paesi, come la Germania ed il Giappone) anche esplicitamente vietato. In quel periodo si ebbe un fiorire di leghe di acciaio di vario tipo, spesso ribattezzate, specie in Italia, con nomi fantasiosi ed altisonanti, e la sperimentazione di materiali alternativi, come il palladio, che oggi sembrano tornati di moda.
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Indipendentemente dalla robustezza della lega utilizzata per produrlo, un pennino deve comunque avere una punta opportunamente rinforzata, in quanto l'usura sarebbe eccessiva anche per l'acciaio. La punta deve sfregare per chilometri e chilometri sulla carta, e per avere un pennino durevole questa viene prodotta utilizzando un materiale molto più duro. In questo caso la scelta più comune è quella di una lega di iridio per cui spesso, per indicare lo stato di usura della punta di un pennino, si fa riferimento appunto alla quantità di iridio presente sullo stesso, anche se in realtà detta punta può essere stata realizzata anche con altri metalli (un'altra scelta è ad esempio quella dell'osmio).
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In genere la punta del pennino viene realizzata fondendo direttamente sul posto una pallina di iridio (o materiale equivalente), questa poi viene tagliata in due dividendo la punta nelle due ali, per la realizzazione del taglio attraverso cui deve passare l'inchiostro proveniente dall'alimentatore, necessario al [[funzionamento]] della stilografica.  
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== Pennino == <!--T:3-->
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{{:Pennino/it}}
 
== Alimentatore ==
 
== Alimentatore ==
 
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{{:Alimentatore/it}}
Benché sia probabilmente la parte di minor rilievo nell'apparenza di una penna, l'alimentatore è in realtà il cuore del [[funzionamento]] di una stilografica, e sul piano tecnico è la componente più importante della stessa. E' infatto l'alimentatore a realizzare il delicato equilibrio di forze che consente il corretto passaggio dell'inchiostro dal serbatoio al foglio di carta, ed una penna stilografica scrive bene quando il suo alimentatore
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== Sezione ==
 
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== Corpo o Fusto ==
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== Cappuccio ==
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== Fermaglio ==
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== Fondello ==
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== Note ==
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== Riferimenti esterni ==
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* [http://www.nibs.com/article1.html] Articolo sui pennini
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== Cappuccio ==
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{{CategorizeArticle|Tecnica}}
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